Il flop

Le auto senza conducente? Non vanno da nessuna parte

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La guida autonoma si scontra con una serie di ostacoli difficili da superare per un computer, come l'imprevedibilità dei comportamenti umani al volante e delle condizioni del traffico.

Anche dopo 100 miliardi di dollari di investimenti, le auto a guida autonoma non vanno da nessuna parte. Cronaca di un flop annunciato, così ne parla Bloomberg in un lungo articolo di approfondimento in cui mette in fila tutti gli ostacoli che di fatto hanno bloccato sul nascere il decollo delle self driving car. Dovevano essere la killer application del 5G, ma per ora rappresentano soltanto una grave emorragia di investimenti miliardari.

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Ma quali sono i principali problemi che ne bloccano lo sviluppo?

In primis, a volte il software si incanta e allora le auto senza conducente fanno dei percorsi assurdi. Una volta le auto della Waymo, che fanno capo a Google, andavano tutte a fare manovra in un prato fuori dalla proprietà di una signora, fuori mano, nel bosco. Nessuno ha mai capito perché. Ma di certo c’era qualche difetto di fabbricazione e guidare quelle self driving car.

Dopo 20 anni di demo fantastiche da parte delle principali case dalla Ford a Tesla, passando per GM e Google e Zoox i nodi sono rimasti al pettine. In primo luogo, le auto senza conducente hanno problemi a gestire il maltempo che sia peggiore di qualche piccola nuvoletta. Poi, hanno difficoltà ad ogni minimo imbottigliamento, hanno problemi ad evitare costruzioni, marciapiedi, attraversamenti pedonali e le svolte a sinistra sono un tabù insuperabile.

Sui social spopolano i video che mostrano l’impasse delle auto senza conducente nel traffico. Una di queste pare che sia addirittura fuggita dal meccanico che era andato a recuperala ferma nel traffico dopo un rallentamento dal quale non era riuscita a districarsi.

In un altro caso, un’intera flotta di Chevrolet ha bloccato il traffico ad un incrocio dove è andata letteralmente in tilt, fermandosi per ore. In un altro caso, una Tesla guida da sola piano piano ma costante nella coda di un jet privato.

Risultati deludenti e scarsi progressi

Questi al momento sono i risultati, anche dopo che secondo stime di McKinsey sono stati investiti qualcosa come 100 miliardi di dollari per sviluppare i primi modelli di self driving cars e quindi lo sviluppo del mercato dei robo taxi non sembra propriamente dietro l’angolo.

Tanto più che il software alla guida ha difficoltà ad adattarsi alla guida disordinata, irrazionale tipica degli esseri umani. Zig zag, gimcane fra le auto, ostacoli improvvisi rischiano di mandare in tilt il robot alla guida.

Attese deluse

Nel 2018 alcuni analisti avevano fissato il valore di Vaymo, proprietà di Alphabet, intorno a 175 miliardi di dollari. Oggi il valore è nettamente ridimensionato ed è fissato a 30 miliardi. Anche la divisione driverless di Uber, fra gli altri, è finita in un grosso flop. Secondo Gartner, potremmo essere diventati vecchi, molto vecchi prima di vedere le prime auto senza conducente in circolazione. Anche l’ingegner Anthony Levandowski, il primo dei fans mondiali delle auto senza conducente ha rinunciato, almeno nel breve termine, ad aspettarsi grandi cose.

Un tempo in Google, poi passato alla concorrenza in Uber Technologies, Levandowski è stato denunciato dal suo primo datore di lavoro per essere poi condannato ed estromesso con ignominia e dileggio dal mercato, condannato per furto di segreti industriali. Ha evitato la prigione con la grazia concessagli dal presidente Trump.  

Svoltare a sinistra tabù per il robot

Resta il grosso problema che ad oggi nessuno è riuscito a capire come far svoltare a sinistra i robot. E finché non ci riuscirà qualcuno, allora saremmo fermi.

Di fatto, i dati raccontano che la percentuale di incidenti delle auto senza conducente è superiore a quella degli umani al volante con particolare diffusione di tamponamenti.

A sua discolpa, Waymo ha fatto sapere di aver percorso ad oggi 20 milioni di miglia su strada, ma dovrebbe guidare 25 volte di più per dimostrare che provoca meno incidenti dei normali bus di linea guidati da autisti in carne ed ossa.

Il computer non capisce tutto, anzi

C’è poi la convinzione che il computer comprenda tutto quello che succede, ma non è così alla guida anche perché i computer sono molto stupidi in sé. Ad esempio, se un guidatore umano vede un gruppo di piccioni sulla carreggiata sa che al suo arrivo questi voleranno via. Lo stesso sanno anche gli autisti delle auto che lo seguono. Non c’è bisogno di inchiodare la macchina e nessuno lo fa anche perché una brusca frenata potrebbe facilmente provocare degli incidenti in questo contesto.