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Perché l’auto senza conducente è in stallo

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Uber mette in stand by il suo progetto di robotaxi e gli esperti frenano sul lancio dell'auto senza driverless: la sfida è più complessa del previsto.

Entro il 2021, secondo una moltitudine di esperti della Silicon Valley, frotte di politici e di produttori, l’auto senza conducente sarebbe dovuta essere realtà sulle strade americane e sulle autostrade britanniche. Compagnie di robotaxi avrebbero dovuto sfrecciare per le vie di Londra. Ma nella realtà dei fatti le cose non sono andate secondo le previsioni che vedevano le driverless car come un business sicuro in arrivo.

Ostacoli

Un’attenta analisi condotta dal Guardian ha messo in luce i problemi che hanno frenato l’avvento delle auto senza pilota. In primo luogo, nell’ultima settimana del 2020 Uber, uno dei principali sponsor dell’auto senza pilota, ha ritirato il progetto di lanciare la sua flotta di self driving taxi, vendendo ad Aurora la sua divisione interna dedicata per 4 miliardi di dollari. Circa metà prezzo rispetto alla valutazione che ne era stata fatta nel 2019.  

La decisione di rinunciare all’idea non sarebbe definitiva, ha detto il Ceo di Uber Dara Khosrowshahi. Ma i dubbi su questa dichiarazione sono legittimi.

Sfida complessa

Secondo il professor Nick Reed, consulente in ambito trasporti che ha condotto diversi progetti pilota nel Regno Unito, la complessità della sfida reale ha preso il posto dell’entusiasmo di qualche anno fa.  Il problema principale è il traffico cittadino. In una prima fase, l’auto senza conducente potrebbe funzionare in autostrada e sulle strade dove il traffico è tutto nella stessa direzione.

Il 90% degli incidenti stradali è dovuto a errori umani. Ed è per combattere questi errori che è stata concepita la guida autonoma. Ma le persone non si fidano ancora. I taxi autonomi circolano soltanto a

Robo taxi posticipati

Lo spin off di Google, si chiama Waimo, funziona anche se i progressi vanno a rilento. I robo taxi della flotta circolano soltanto nei suburbi di Phoenix, Arizona, dove ogni centimetro quadrato è stato mappato dall’azienda. Altri progetti di robotaxi sono finiti in soffitta, come ad esempio quello di Addison Leeche aveva siglato un accordo con Oxbotica nel 2018 per portare i robotaxi a Londra entro il 2021.

Automated Lane Keeping Systems (ALKS)

Anche il lancio di un servizio di taxi autonomi di Ford è stato posticipato al 2022 a causa della pandemia. Novità regolatorie potrebbero consentire il via libera a nuovi sviluppi come l’Automated Lane Keeping Systems (ALKS) sulle auto di uso quotidiano nel 2021.

“ALKS è la prima versione della tecnologia di guida automatizzata che potrebbe prevenire circa 47.000 incidenti gravi nel prossimo decennio, creando fino a 420.000 nuovi posti di lavoro”, ha detto Hawes.

Il sistema potrebbe consentire all’auto di assumere il controllo delle autostrade del Regno Unito già da quest’anno, sebbene gli assicuratori stiano cercando di convincere il governo a non dare il via libera.

Serve la fiducia

Ma onestamente quello che ancora manca in generale è la fiducia della gente, che è andata sotto zero dopo che nel 2018 un’auto senza conducente ha ucciso un pedone in Arizona. Fiducia sotto zero nonostante i proclami di Elon Musk per la Tesla e le indiscrezioni sul fatto che Apple ci stia ancora lavorando, in segreto, per il lancio di un’auto driverless nel 2024.