L’ascesa degli influencer creati dall’intelligenza artificiale sta trasformando il marketing digitale. Questi personaggi virtuali, programmati per apparire realistici, ottengono contratti pubblicitari e migliaia di follower pur non esistendo nella vita reale.
Un esempio è Milla Sofia, una modella artificiale nata in Finlandia che ha conquistato Instagram e X con centinaia di migliaia di seguaci. Grazie a software, luci digitali e prompt ben studiati, ha siglato accordi con aziende locali e attirato nuovi investimenti sul progetto.
Non si tratta di un caso isolato. Altri influencer come Lil Miquela hanno raggiunto milioni di follower e collaborazioni con grandi marchi della moda e della tecnologia, generando ricavi a sei zeri. Questi avatar artificiali non richiedono cachet, viaggi o pause. Offrono contenuti sempre coerenti e privi di scandali, diventando strumenti ideali per campagne pubblicitarie controllate e ripetibili.
In Corea del Sud gli influencer veri producono video interamente generati da AI, senza telecamere né attori
In Corea del Sud si sta affermando un’altra evoluzione. Una nuova generazione di creatori digitali produce video interamente generati da AI, senza telecamere né attori. Con un semplice comando testuale, strumenti come Veo 3 di Google o Sora di OpenAI realizzano clip che riproducono scene quotidiane o surreali.
Si vedono ragazze che giocano in spiaggia, mukbang virtuali, scivoli di tteokbokki o interviste a cani parlanti. Questa possibilità, accessibile anche a chi non ha competenze tecniche, ha permesso a molte persone comuni di diventare influencer artificiali.
L’iperrealismo di questi contenuti alimenta però nuovi rischi. Alcuni video mostrano scene sessualizzate o notizie false con una qualità visiva tale da confondere anche utenti esperti.
Per rispondere a queste criticità, la Corea del Sud introdurrà nel 2026 l’obbligo di etichettare chiaramente i materiali creati dall’AI. Studiosi e professionisti chiedono di investire in nuove forme di alfabetizzazione mediatica per aiutare le persone a riconoscere il confine tra vero e artificiale.