Una recente analisi condotta dai Democratici del Senato USA, basata su modelli sviluppati con ChatGPT, evidenzia un possibile scenario allarmante: l’AI e l’automazione potrebbero cancellare fino a 100 milioni di impieghi negli Stati Uniti nel corso del prossimo decennio.
Il rapporto, elaborato dal comitato Salute, Educazione, Lavoro e Pensioni, mette in evidenza l’emergere di un fenomeno definito ‘lavoro artificiale’, capace di trasformare radicalmente l’economia nazionale.
AI e posti di lavoro: ristorazione contabilità i settori più esposti
Le categorie più esposte includono il 89% degli impieghi nella ristorazione veloce, il 64% delle posizioni in contabilità e quasi la metà dei lavori nel settore dei trasporti su strada.
Il senatore Bernie Sanders, promotore del documento, accusa le grandi corporation tecnologiche di spingere verso un’automazione massiva per abbattere i costi del lavoro e aumentare i profitti, a discapito dei lavoratori.
Il rapporto punta il dito contro l’ex amministrazione Trump per aver deregolamentato il settore, favorendo la libertà d’azione delle aziende a scapito della protezione occupazionale. Tra le proposte avanzate: l’introduzione di una settimana lavorativa di 32 ore, sistemi di profit-sharing e una tassa sui robot.
I Repubblicani, dal canto loro, spingono per un’adozione accelerata dell’AI per garantire la leadership tecnologica americana, temendo che eccessivi vincoli normativi favoriscano potenze concorrenti come la Cina.
L’analisi suggerisce che il futuro dell’equilibrio economico e sociale degli Stati Uniti dipenderà in larga parte dalle scelte politiche prese oggi in merito alla regolazione dell’AI e alla tutela del lavoro umano.
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