Il percorso

Lagarde (BCE): “Due anni di indagini per arrivare all’euro digitale”. Si parte l’11 ottobre

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In questo periodo sarà fondamentale valutare il suo impatto sul mercato e realizzare un apposito quadro regolatorio, senza dimenticare l’individuazione di eventuali ripercussioni sul sistema bancario e finanziario europeo nel suo insieme. La sperimentazione partirà tra un mese.

Euro digitale, due anni di lavori

L’euro digitale potrebbe arrivare presto, ma non prima di due anni, ha annunciato in un tweet la Presidente della Banca centrale europea (BCE), Christine Lagarde. La valuta digitale europea, infatti, sarà sottoposta a indagine per valutarne sicurezza, facilità di utilizzo e capacità di soddisfare le attese dei cittadini.

Nel tweet si legge: “Noi della Bce dobbiamo essere pronti ed avere a disposizione questa tecnologia per rispondere alle esigenze delle persone. Questo è il motivo per cui stiamo avviando un’indagine di due anni sull’euro digitale”.

Ufficialmente, ha detto Lagarde in un’intervista rilasciata a Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum (WEF), l’indagine (che poi è una sperimentazione) partirà l’11 ottobre prossimo, per concludersi nel 2023.

I punti chiave della sperimentazione

Tra i punti più critici c’è la necessità di avviare uno studio approfondito sulla distribuzione e la diffusione dell’euro digitale presso cittadini e commercianti, valutare il suo impatto sul mercato e realizzare un apposito quadro regolatorio, senza dimenticare l’individuazione di eventuali ripercussioni sul sistema bancario e finanziario europeo nel suo insieme.

Sono solo alcune delle preoccupazioni a cui l’indagine dovrà tentare di rispondere, ma di certo sarà fondamentale raccoglierne i dati per elaborare una strategia finale vincente.

L’euro digitale non è alternativo all’euro in moneta o carta, semplicemente è una scelta in più. Sarà il consumatore a decidere quale delle due forme di pagamento preferirà.

Al termine dell’istruttoria, a cui parteciperà la stessa Banca d’Italia, come ha spiegato il Governatore Visco a luglio, sarà presa una decisione finale riguardo la sua emissione, che appare molto probabile, vista la crescente influenza esercitata dall’economia digitale sul consumatore.

Altro punto chiave sarà l’avvio delle consultazioni con i fornitori di tecnologie per i servizi di pagamento digitale, che dovranno favorire la circolazione della valuta virtuale, essere sicuri, in grado di tutelare al meglio la nostra privacy e facili da utilizzare.

Secondo molti analisti, infine, l’euro digitale potrebbe rappresentare un modo semplice ed efficace per riavvicinare le banche commerciali alle imprese e alle famiglie, in generale ai consumatori grandi e piccoli, ma anche a ridare fiato alla politica monetaria del vecchio continente.