La dichiarazione

Banca d’Italia, Visco: “Fortemente impegnati con la BCE per l’euro digitale”

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Piena collaborazione con Francoforte per l’implementazione del progetto euro digitale, “da affiancare agli strumenti di pagamento pubblici e privati già esistenti e in via di definizione”, ha dichiarato oggi il Governatore di Banca d'Italia.

L’idea dell’euro digitale

Esattamente una settimana fa il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) annunciava l’avvio di una fase di analisi del progetto per un euro digitale. Una fase istruttoria che durerà due anni e servirà a stabilire nel dettaglio le definizioni delle caratteristiche tecniche e il miglior processo di distribuzione.

L’Europa non poteva sottrarsi al confronto con l’esperienza dello yuan digitale cinese o del dollaro digitale americano. Pechino è molto più avanti con la sperimentazione, ma Bruxelles conta di recuperare rapidamente il terreno perduto.

Un euro digitale che è immaginato come in grado di poter rispondere pienamente alle esigenze dei cittadini europei, contribuendo nel contempo a prevenire attività illecite e scongiurare effetti indesiderati sulla stabilità finanziaria e sulla politica monetaria.

Quattro gli ambiti di testing dell’euro digitale: tecnologia per un euro digitale (digital euro ledger), privacy e contrasto al riciclaggio di denaro, limiti alla circolazione dell’euro digitale, accesso degli utenti finali in assenza di connessione a Internet e agevolazione dell’inclusività con dispositivi adeguati.

Al momento, ci tengono a sottolineare da Francoforte, la nuova moneta digitale affiancherebbe il contante, comunque senza sostituirlo.

Banca d’Italia al lavoro sul progetto

Stando a quanto riportato dall’Ansa stamattina, sull’argomento è tornato il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in occasione della presentazione del progetto “Milano Hub”, il centro di innovazione di Banca d’Italia: “Bankitalia è fortemente impegnata nella fase di investigazione, coordinata dalla Bce, per la realizzazione di un euro digitale, da affiancare agli strumenti di pagamento pubblici e privati già esistenti e in via di definizione”.

Sono trascorsi nove mesi dalla pubblicazione del nostro rapporto su un euro digitale, durante i quali abbiamo effettuato ulteriori analisi, sollecitato il contributo di cittadini e professionisti e condotto sperimentazioni, con risultati incoraggianti. Abbiamo quindi deciso di cambiare passo e di avviare il progetto per un euro digitale”, aveva dichiarato una settimana fa la Presidente della BCE, Christine Lagarde, aggiungendo: “Il nostro lavoro ha l’obiettivo di assicurare che nell’era digitale i cittadini e le imprese continuino ad avere accesso alla forma di moneta più sicura, la moneta di banca centrale”.

Ci confronteremo con il Parlamento europeo e gli altri organi decisionali europei informandoli regolarmente in merito ai risultati delle nostre analisi. Saranno coinvolti anche i cittadini, i commercianti e il settore dei pagamenti”, aveva precisato Fabio Panetta, Membro del Comitato esecutivo della BCE e Presidente della task force ad alto livello per un euro digitale.

C’è chi non è convinto

Qualche voce critica ovviamente non manca in Europa rispetto al progetto di valuta comunitaria digitale. Secondo quanto riportato da Euractive, Hugo Coelho, ex capo di gabinetto del presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno e partner di Forefront, avrebbe dichiarato che “il risultato finale non è ancora chiaro e potrebbe rimanere avvolto nell’incertezza per molto altro tempo”.

Per il momento l’euro digitale rimane palesemente mal definito e la sua prima versione potrebbe risultare più simile ad una carta prepagata che ad una valuta vera e propria”, ha spiegato Coelho.

In effetti, l’euro digitale non sarà in circolazione come una normale “moneta”, come l’attuale euro in nostro possesso, ma potrebbe prendere la forma appunto di una carta per i pagamenti emessa dalla Bce o potrebbe essere utilizzabile via smartphone.

Certamente, anche per aumentare i livelli di sicurezza, l’euro digitale sarà custodito dalla Bce stessa e non dalle normali banche commerciali.