La scalata

L’affaire RaiWay-Ei Towers apre la partita delle torri Tv in Italia

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La tentata scalata di Ei Towers su RaiWay apre in Italia la partita delle torri televisive. Questioni politiche ed esigenze di mercato si intrecciano mentre si guarda al consolidamento e ai futuri servizi LTE.

La vicenda di RaiWay continua a tenere banco tra favorevoli e contrari all’Opas da 1,22 miliardi di euro presentata da Ei Towers (Mediaset).

Tante le domande in attesa di una risposta mentre nessun chiarimento è arrivato né dal Cda Rai, che ieri ha approvato il nuovo piano per l’informazione, né tantomeno da quello di RaiWay convocato d’urgenza che si è risolto in un’informativa ai consiglieri sulle ultime vicende. Restano aperte tante questioni, specie quelle che riguardano i possibili problemi antitrust e con la Commissione Ue che non ha ancora chiuso il dossier sull’Italia dopo la Legge Gasparri.

Al momento l’unico elemento certo, a parte l’offerta di Ei Towers che punta ad avere il controllo totalitario della società delle torri che fa capo alla Rai che attualmente ne controlla il 65%, è la posizione del Governo che ricorda d’aver blindato il 51% con il decreto con cui dava l’OK alla privatizzazione di RaiWay.

Si attende adesso di sapere come si muoverà Ei Towers, dopo il ‘No’ dell’esecutivo del premier Renzi.

Un rifiuto che era già nero su bianco e che Mediaset, che controlla circa il 40% di Ei Towers, ben sapeva sarebbe arrivato.

Come mai allora il gruppo della famiglia Berlusconi ha deciso di fare un’offerta su tutta RaiWay, sapendo che il decreto stabilisce che la maggioranza debba restare in mano pubblica?

E se il Governo cambiasse idea? Se lo ha fatto per Enel, perché non potrebbe farlo con RaiWay?

Ei Towers rimodulerà l’offerta accontentandosi di quota minoritaria di RaiWay? O la sua è stata solo una mossa provocatoria oltre che strategica?

In attesa delle mosse del Biscione, RaiWay prende tempo e forse bisognerà attendere il prossimo Cda convocato per il 12 marzo. Ma nel frattempo forse qualche chiarimento potrebbe arrivare dall’Antitrust o dalla Consob che ieri ha chiesto delucidazioni alla Rai per capire se il limite del 51% possa essere rivisto. Secondo Repubblica, la Rai non chiederà al premier di sciogliere quel vincolo. Ma anche questo è da vedere.

Ricordiamo che nonostante la lotta intestina nel Cda Rai sulla quotazione di RaiWay, il direttore generale Luigi Gubitosi ebbe la meglio, spalleggiato dal Sottosegretario alle Tlc Antonello Giacomelli da sempre convinto che bisognasse “levare la società delle torri dall’immobilismo” nel quale continuava a rimanere.

Operazione strategica o politica?

Il premier Renzi bolla l’operazione come “di mercato e non politica”. Eppure qualche dubbio resta.

Quando si cominciò a parlare della quotazione di RaiWay da più parti politiche si sentì dire che Renzi stava facendo un piacere a Mediaset che sicuramente avrebbe provato a entrare nel capitale della società delle torri Rai.

Si arrivò a ipotizzare che l’operazione fosse già stata decisa tra Renzi e Berlusconi con il patto del Nazareno. Quel patto che è venuto meno con l’elezione del Presidente della Repubblica Mattarella che ha riaperto lo scontro tra Pd e Forza Italia a partire dalla questione dei canoni delle frequenze tv.

Berlusconi sapeva sicuramente che l’offerta su RaiWay avrebbe riacceso una forte polemica e che Renzi si sarebbe nuovamente trovato in mezzo al fuoco incrociato della politica. E forse è anche questa una delle ragioni che hanno spinto il Biscione a fare un’Opas su tutta RaiWay, sapendo che questo avrebbe accesso un forte dibattito nazionale.

Resta che, come osservava ieri l’amministratore delegato di Banca Imi (tra i global coordinator dell’Ipo di RaiWay) e direttore generale di Intesa Sanpaolo, Gaetano Micciché: “Le torri sono infrastrutture fisiche e le aziende considerano interessante scorporarle e poi metterle insieme per efficientare i costi”.

 

 I vantaggi dell’unione tra le torri

I vantaggi di un’unione tra Ei Towers e RaiWay sembrano ben chiari a tutti.

Lo conferma anche il professore della Sapienza Antonio Sassano, esperto di frequenze e reti tlc, che sull’opportunità di avere in Italia un unico operatore per le torri televisive nell’intervista a Italia Oggi risponde: “E’ opportuno, assolutamente“, perché “consentirebbe di razionalizzare le risorse distribuite sul territorio” così come avviene in “tutti gli altri paesi europei” dove “c’è sostanzialmente un grande operatore di rete televisivo che trasporta il segnale per tutti”.

Del resto lo stesso presidente di RaiWay, Camillo Rossotto, nel giorno dell’Ipo non escludeva accordi con Ei Towers anzi sosteneva “è un discorso che ci starebbe, però è futuribile”.

Qualcuno è arrivato a ipotizzare anche il coinvolgimento di Telecom Italia – che presto quoterà le sue oltre 11 mila delle sue torri racchiuse nella controllata Inwit, valutate oltre 1 miliardo –  in un grande polo delle torri dove confluirebbero anche RaiWay ed Ei Towers. Soluzione che consentirebbe di evitare il rischio che ci sia un unico soggetto con un peso predominante. Ma questo il Governo lo ha già stabilito, il soggetto predominante deve restare la Rai con quel 51% intoccabile. Cambierà idea?

Ricordiamo inoltre che RaiWay proprio per la sua capillarità su tutto il territorio nazionale è la più indicata a trasportare gli operatori tlc. Alcuni siti certificati, di buona qualità dal punto di vista tecnico, potrebbero ospitare anche antenne che trasmettono in banda 800 o in futuro in banda 700, quindi anche LTE.

Il mercato va ormai verso una disintegrazione verticale, verso società specializzate in torri e siti che possano ospitare sia il broadcasting televisivo che l’LTE.

Questo rende RaiWay molto appetibile.

Usigrai: ‘RaiWay è un bene di famiglia. Non va venduta’

Il sindacato dei giornalisti Rai ovviamente non ci sta. Usigrai da sempre contraria alla quotazione di RaiWay definisce oggi “grave che il Consiglio di amministrazione della Rai non ritenga di dir nulla sull’ipotesi di Opas di Ei Towers su RaiWay”.

Nelle ultime 24 ore grandi investitori, tra i quali concorrenti della nostra azienda, hanno guadagnato milioni di euro – prosegue la nota -. Siamo sempre stati contrari alla vendita di quote di RaiWay e oggi lo siamo ancora di più: Rai Way è un “bene di famiglia” costruito da chi ha usato con accortezza i soldi del canone versato dai cittadini per avere un Servizio Pubblico, certo non per far guadagnare Mediaset. Ennesima dimostrazione della necessità di rivedere le norme su conflitti di interesse e governance. Bene che il presidente del Consiglio ricordi che il decreto stabilisce che almeno il 51% di Rai Way resta in mani Rai. Ma noi riteniamo pericoloso che un competitor privato possa entrare nella compagine azionaria della società delle torri di trasmissione del servizio pubblico. Piuttosto ci chiediamo perché Ei Towers, quindi Mediaset, lanci un’Opas con condizioni irrealizzabili per legge”.

 

Cosa succederà adesso?

Le trattative andranno avanti. RaiWay dovrà nominare un advisor anche se non presto visto che ieri Rossotto ha detto che ‘è ancora prematuro’.

Il 27 marzo ci sarà il Cda di Ei Towers che probabilmente chiarirà meglio il da farsi.

Resta che la partita sul mercato italiano delle torri è aperta. All’orizzonte nuove e possibili operazioni di integrazione e consolidamento con occhi puntati sulle possibilità di sfruttare le antenne anche per i servizi tlc.