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Labriola (Asstel) a Governo e Agcom: “Il settore TLC salta in Italia senza azioni urgenti”. Urso e Butti aprono a rinnovo non oneroso frequenze

di Luigi Garofalo e Paolo Anastasio |

La videointervista a Pietro Labriola, presidente ASSTEL, in occasione del Forum Nazionale delle Telecomunicazioni in corso alla Luiss - Università di Roma. Butti: “Il rinnovo delle frequenze TLC non può essere automatico. Ma evitare approccio di cassa a fronte di un impegno scritto sulla pietra e sul sangue di investimenti precisi”.

Rangone (Politecnico di Milano): ‘La filiera delle Tlc non è più sostenibile’

La crisi del settore delle Telecomunicazioni sta tutta nei numeri, con un calo complessivo dei ricavi del 33% dal 2010 al 2024, pari a 13,9 miliardi di euro scomparsi, e il fatturato complessivo ristretto a 28 miliardi di euro. A fronte di questo crosso l’aumento clamoroso del traffico dati, aumentato del 2500% nello stesso periodo. Lo ha detto oggi in apertura del Forum Nazionale delle Telecomunicazioni 2025 organizzato da Asstel Andrea Rangone, professore ordinario di Digital Business e di Entrepreneurship al Politecnico di Milano, che ha illustrato i dati del “Rapporto sulla filiera delle telecomunicazioni in Italia 2025”, realizzato con gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.

Intanto, il ministro Adolfo Urso (Mimit) e il sottosegretario al Digitale Alessio Butti aprono al rinnovo non oneroso delle frequenze in scadenza nel 2029.

Tlc, Urso: ‘Allocazione frequenze al 2029 non per massimizzare entrate

Sui diritti d’uso delle frequenze in scadenza al 2029 il Mimit guarda con grande attenzione a lavoro Agcom che ha avviato una consultazione. Lo ha detto il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso. “L’allocazione dello spettro – ha aggiunto – non deve essere concepita come un’operazione di massimizzazione degli introiti” per le casse dello Stato, ma occorre conciliare il rigore dei conti pubblici con la sostenibilità per le imprese.

In altre parole, in 15 anni il crollo dei ricavi pari a 13,9 miliardi di euro ha visto gli operatori continuare ad investire 7 miliardi di euro all’anno, ma “siamo di fronte ad una filiera che non è più sostenibile perché non genera più cash flow”, ha detto Rangone.

Labriola (Asstel): “Più il digitale cresce, più ci impoveriamo”

Il paradosso delle telecomunicazioni sta tutto nel rapporto con le Big tech, che pur producendo la maggior parte del traffico non sono sottoposte alle stesse regole stringenti cui devono sottostare gli operatori.

L’asimmetria fra telecomunicazioni e Big Tech non è più sostenibile, “servono regole nuove per invertire la rotta”, ha detto Pietro Labriola, presidente di Asstel nonché AD di TIM, aggiungendo che in questo modo “stiamo dando via il digitale fuori dall’Europa”. La velocità di sviluppo del mercato è tale che la regolazione non riesce a stare al passo, “basti pensare che a ChatGPT per raggiungere 100 milioni di clienti sono bastati 6 mesi”.  

Un altro paradosso, ricorda Labriola, è il mancato riconoscimento delle telecomunicazioni come comparto energivoro pur essendo il primo o il secondo settore che consuma di più. Un concetto condiviso anche da Aurelio Regina, delegato Energia di Confindustria, che ricorda come il costo dell’energia nel nostro paese sia superiore dell’87% rispetto alla Spagna, del 72% rispetto alla Francia e del 37% rispetto alla Germania.

“Verizon sta mandando a casa 17mila persone”, aggiunge Labriola, sottolineando che con la firma recente del nuovo contratto delle Tlc non sono stati annunciati tagli di alcun genere in Italia. Ma “quanto possiamo resistere ancora? Il settore entro il 2028 salta se non prendiamo delle decisioni. Le Tlc le vogliamo difendere?”, domanda.

I punti salienti riguardano un mercato troppo frammentato, con più di 120 operatori in Europa; in Italia, il costo dell’energia più alto; il costo delle frequenze insostenibile. Ed è anche per questo che Labriola torna a chiedere il rinnovo non oneroso delle frequenze in scadenza nel 2029. Anche perché il 5G standalone nel nostro paese non c’è e senza di esso addio bassa latenza e servizi a valore aggiunto.    

Renna (Fastweb + Vodafone): ‘Asimmetrie normative ci impediscono di competere con gli OTT’

Walter Renna, Ceo Fastweb + Vodafone, intervenuto al Forum Asstel: “Ognuno di noi passa dalle 6 alle 7 ore collegato ad internet, e questo ci fa capire quanto sia vitale il settore delle telecomunicazioni, che tuttavia è anche molto fragile. Per sostenere le crescenti esigenze di connettività dei nostri clienti, garantendo qualità, ogni anno investiamo per le nostre reti mobili aggiungendo tra i 3000 e i 4000 siti, con costi via via crescenti per energia e manutenzione. Dobbiamo affrontare un traffico dati in continua crescita con l’85% del traffico di picco sviluppato dagli OTT ma non possiamo competere con gli OTT perché esistono asimmetrie normative tra noi e loro. La mancanza di condizioni normative paritarie incide sulla competitività delle nostre imprese, limitando capacità di investimento e innovazione. Le Telco giocano la stessa partita con gli OTT ma con regole diverse. Per questo accogliamo con grande favore la recente delibera AGCOM, che ha riconosciuto le CDN (Content Delivery Network) come vere e proprie reti, ospitate sulle nostre infrastrutture e soggette quindi ad autorizzazione”.

L’incertezza normativa su net neutrality e servizi specializzati, dice Elisabetta Cafforio, Partner Arthur D. Little, unita alla disparità regolatoria bloccano la nascita di nuovi servizi 5G.

Butti: “Per rinnovo frequenze evitare approccio di cassa, ma con impegni precisi per gli operatori Telco”

Il rinnovo delle frequenze “non può essere automatico, io sono uno dei sostenitori più accesi sulla politica di evitare un approccio di cassa da parte del governo a fronte però di un impegno a investire scritto con il sangue sulla pietra”. Lo ha detto il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti. “E’ importante che il tavolo che sta già sta lavorando arrivi a una conclusione con la massima soddisfazione per tutti, ora bisogna investire sul futuro aiutando un settore che oggettivamente ha qualche difficoltà”, ha aggiunto. Butti ha parlato di un approccio “do ut des” che porti ad una soluzione condivisa. Sempre in tema frequenze, Butti ha detto che alcune frequenze “sono usate male o non usate”, mentre sul 4G e il 5G c’è la questione dell’utilizzo fatto per espandere l’FWA ma “senza trasparenza”.

Il Sottosegretario ha poi detto che il consolidamento rappresenta una grossa occasione per le Tlc.

Butti: “Asimmetria normativa? Telco e Ott praticano sport diversi

“Su molte cose” relative all’asimmetria normativa “gli operatori hanno ragione, su altre no. Telco e Ott praticano sport diversi, poiché forniscono servizi diversi salvo per voce e messaggistica”, ha detto ancora Butti.

Le telco – ha proseguito – “offrono connettività che richiedono investimenti fisici importanti, gli Ott forniscono servizi internet e la loro forza è il bene immateriale. Tuttavia questi ultimi si stanno concentrando anche sulle questioni infrastrutturali, come cavi sottomarini, data center e satelliti. C’è una situazione che si sta evolvendo. Telco e Ott possono lavorare assieme: non c’è una relazione parassitaria, ma simbiotica”.

Per quanto riguarda il satellite, si tratta di una tecnologia che sarà fondamentale per il futuro e quindi complementare con le Telco, ha aggiunto Butti.

Urso: “Sosterremo comparto per favorire crescita

”Il settore Telco impiega più di 200.000 persone e genera il 2% del prodotto interno lordo, ma sono limitate le risorse che il sistema riesce a destinare per l’ammodernamente e lo sviluppo delle infrastrutture. Siete l’infrastruttura invisibile su cui poggia la competitività e l’innovazione dell’Italia. Il nostro è un Paese che ha bisogno di velocità di coperture di sicurezza per competere a livello globale. iI vostro settore ovviamente è stato uno dei quelli al centro dell’attenzione anche della riunione importante e significativa sulla resilienza che si è svolta ieri al Quirinale nel consiglio di sicurezza, proprio per questo la nostra azione di governo ha un obiettivo chiaro per sostenere il comparto, favorendone la crescita la sostenibilità economica e lo sviluppo tecnologico”, ha sottolineato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

”L’impegno del nostro ministero si traduce necessariamente in azioni concrete che si susseguono direi in maniera continuativa e fin dall’inizio del nostro mandato -ha continuato Urso- abbiamo voluto imprimere un’accelerazione decisa. Stiamo lavorando per attrarre l’infrastrutture digitali del futuro. Abbiamo lanciata la consultazione pubblica sulla strategia per l’attrazione unitaria dell’investimenti industriali esteri nei data center. L’obiettivo su cui puntiamo in sinergia con gli altri ministeri e col Dipartimento all’innovazione di Palazzo Chigi è trasformare l’Italia in un hub europeo per il data center”.

”Dobbiamo sostenere la crescita della domanda di cloud e dell’intelligenza artificiale, innovazione, connettività, semplificazione normativa, sovranità digitale sono i pilastri tra loro interconnessi su cui fondiamo la nostra strategia di politica industriale. Tuttavia siamo consci che un impegno istituzionale non basta se il quadro regolatore di mercato non garantisce equità e sostenibilità”, prosegue Urso. ”I ricavi del settore delle Tlc si sono contratti, mentre il traffico dati è esploso trainato dai servizi degli over the top e va individuato necessariamente un corretto equilibrio per il sostegno di questa evoluzione e il fabbisogno di rete – ha spiegato Urso-. Oggi più che mai bisogna programmare gli investimenti e per farlo è necessario assolutamente avere una stima, una proiezione dell’incremento che si prevede nei prossimi anni verso l’economia digitale e verso l’elaborazione dei dati”, ha aggiunge il ministro.

”Questo il ministero sostiene con urgenza di affrontare il tema della riforma, innanzitutto come sempre a livello europeo e parallelamente ci impegniamo per alleggerire il carico regolamentare sulle Tlc, ad esempio valutando la semplificazione o il superamento di obblighi che rallentano lo sviluppo -ha spiegato Urso-. Ci siamo fatti promotori delle riforme anche in questo campo in sede europea, un settore ad alta intensità di capitale, il vostro necessita certamente di certezza normativa. Riconosciamo le preoccupazioni emersa in merito all’interpretazione del codice delle comunicazioni, la giurisprudenza che impone oneri aggiuntivi come corrispettivi comunali per la concessione del suolo, che rischia di creare incertezza e quindi di rallentare l’installazione dell’infrastrutture, che invece noi dobbiamo necessariamente accelerare. Il ministero è pronto a valutare l’opportunità di promuovere una norma di interpretazione autentica al fine di chiarire definitivamente la corretta applicazione della normativa ed evitare che oneri non previsti in origine che compromettono i vostri piani di investimento”.

Eva Spina (MIMIT): ‘CDN assimilabili alle Tlc? Il tema è sul tavolo della Ue’

Il tema dell’asimmetria normativa “va deciso in Europa”, ha detto Eva Spina, Capo del Dipartimento per il Digitlae, la Connettività e le Nuove Tecnologie del MIMIT. Spina ha ricordato che a livello Ue è alle ultime battute il Digital Networks Act, che sarà presentato il 20 gennaio prossimo. “Il tema del fair share è all’attenzione della Commissione così come la questione della regolazione delle CDN, tema per il quale Agcom ha gettato il sasso nello stagno”, ha aggiunto, anche se il tema ha valenza europea ed è bene che sia così. Per quanto riguarda le frequenze in scadenza nel 2029, “L’introito dell’asta del 2018 non è ragionevole, noi siamo attivi a sostegno delle Tlc che svolgono ruolo strategico per il Paese”.

Aria (Agcom) ‘Senza 5G standalone non crescono servizi digitali a sovranità nazionale’

“Oggi è il momento di avere la gallina e non l’uovo. L’autorità è già partita rispetto alla scadenza del 2029 con due consultazioni pubbliche dove ha fatto capire chiaramente che il modello di massimizzare gli introiti per lo Stato oggi non è più praticabile, mentre oggi vorremmo avere il 5G standalone. Le frequenze date nel 2018 servivano per farlo, non si è realizzato per una serie di questioni di mercato. Però oggi si deve realizzare perché se non si realizza, non crescono i servizi digitali a sovranità nazionale e le telco non riescono a estrarre valore dalle reti come invece potranno fare di fronte a queste nuove tecnologie”, ha detto Laura Aria, commissario Agcom.

Durigon: “Nelle Tlc vanno rimossi i lacci e lacciuoli

In questo momento “è opportuno dare risposte importanti al settore in grande difficoltà”, ovvero quello delle tlc. Lo ha detto Claudio Durigon, sottosegretario al ministero del Lavoro.

“Ringrazio – ha detto – per il mantenimento dei livelli occupazionali” ma ora è “opportuno capire cosa serve a questo mondo. Lacci a lacciuoli devono essere messi da parte”. Durigon ha anche sottolineato la “grande contrattazione, il grande impegno economico da parte del vostro settore” per il rinnovo del contratto collettivo.

“Come governo – ha aggiunto – lavoriamo sulla contrattazione, siamo convinti salario minimo la soluzione del problema, ma occorre dare valore in più alla contrattazione collettiva, anche quanto messo in finanziaria va in questa direzione”.

Gola (Open Fiber): “Servono politiche industriali mirate

“La connettività non è solo una tecnologia: è il motore dell’innovazione sociale, culturale ed economica. Per crescere davvero serve un ecosistema solido, moderno e sostenibile, capace di accompagnare l’Italia e l’UE verso il loro pieno potenziale digitale”, ha sottolineato Giuseppe Gola, AD di Open Fiber.
“Una direzione confermata anche dal Rapporto Asstel 2025, che richiama l’urgenza di un’accelerazione reale: è il momento di mettere in campo tutto il nostro know-how ma servono politiche industriali mirate. Per noi significa spingere sull’adozione della rete in fibra FTTH e definire un percorso di switch-off delle vecchie reti in rame: in Italia, infatti, abbiamo un take up del 28% sulla rete FTTH, molto inferiore alla media europea che supera il 50%. Solo così la trasformazione digitale può avere attuazione concreta. Un percorso che richiede la cooperazione di tutti gli attori, un impegno condiviso per trasformare l’infrastruttura costruita in un motore di inclusione e crescita per cittadini, Pubbliche Amministrazioni e PMI”
, ha concluso Giuseppe Gola, AD di Open Fiber.

Sarmi (FiberCop): ‘Investire nelle infrastrutture per le imprese’

”Le infrastrutture di telecomunicazioni devono garantire sicurezza, resilienza e flessibilità, per poter modificare le capacità trasmissive in qualsiasi momento in tempo reale. Queste sono le caratteristiche di base che già oggi si praticano delle infrastrutture di rete, ma non è finita qua perché un ulteriore livello di capacità e di competenza risiede nel saper raccogliere i dati che vengono trasmessi per memorizzarli ed elaborarli e quindi restituirli nelle destinazioni di riferimento”. Lo sottolinea Massimo Sarmi, presidente e Ad di FiberCop nonché Past President di Asstel. “Non dimentichiamo che nel nostro paese ci sono 4.500.000 aziende medie piccole e micro e queste devono e dovranno essere i beneficiari dei modelli di intelligenza artificiale una volta che siano specializzati per dominio e naturalmente si sia raggiunta l’inferenza che permette di dare quel valore aggiunto – prosegue Sarmi – Dobbiamo avere ben presente che questo è il prossimo futuro e quindi garantire la vicinanza dei dati alle sedi delle aziende”. In questo contesto, Sarmi dice che “le infrastrutture satellitari vanno accolte non soltanto come algoritmi ma con regole del gioco nel level play field delle Tlc“.

Sindacati: “Dopo sigla contratto si apre fase nuova

“Il forum delle Tlc arriva a pochi giorni dalla firma dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto Nazionale di lavoro. Un rinnovo faticoso per il quale ci siamo battuti con fermezza. Ora si apra una fase nuova. Il settore ha bisogno urgente di interventi di politiche industriali e regolatorie da parte del Governo”, ha sottolineato Riccardo Saccone Segretario Generale di Slc Cgil.

”La transizione digitale del Paese passa da qui e non può più essere tollerata la disattenzione ed il pressappochismo che hanno contraddistinto l’azione dei governi che si sono succeduti sino ad oggi -ha proseguito Saccone -. Molto dipenderà però anche dalle scelte che le imprese faranno. La crisi dei ricavi non giustifica tutto. Si punti con decisione all’innovazione, a partire dalla valorizzazione delle professionalità presenti ed alla preparazione di quelle future, perché questo torni ad essere un settore che punta all’occupazione di qualità, a partire dalla parte più debole della filiera, i customer, combattendo insieme i contratti “pirata” e qualsiasi tentazione di scaricare sulla catena degli appalti i costi di scelte industriali sbagliate”.

Alessandro Faraoni, Segretario generale di Fistel Cisl ha sottolineato che “per la Fistel Cisl è arrivato il momento dei fatti e non più delle inutili parole. Da troppi anni al forum parliamo degli stessi argomenti è ora di un cambio di passo reale ed affrontare il cambiamento del nostro settore da attori protagonisti, avere il coraggio di pilotare con Asstel le sfide del futuro su A.I. e digitalizzazione. Saper educare ed indirizzare le lavoratrici ed i lavoratori alle reali necessità della filiera”.

Ugliarolo (Uilcom Uil): “Ora potenziare strumenti come il contratto di espansione

“Da questo Forum ribadiamo la necessità di avviare un confronto autentico tra Governo, imprese e organizzazioni sindacali. E’ indispensabile intervenire in modo concreto sulle numerose anomalie che caratterizzano il settore, così da garantire un reale rilancio dell’intera filiera e valorizzare il lavoro delle persone che ogni giorno contribuiscono al funzionamento dei servizi di telecomunicazione”. Questa la posizione di Salvo Ugliarolo, segretario generale della Uilcom Uil. “In questa prospettiva – ha aggiunto – diventa fondamentale potenziare anche gli strumenti a supporto della trasformazione, come il contratto di espansione, per accompagnare i processi di riorganizzazione, sostenere la piena occupazione e favorire un’evoluzione equilibrata e sostenibile del settore’.

Di Raimondo (Asstel): ‘Tentiamo di governare la trasformazione digitale in atto’

“Abbiamo usato la contrattazione che è un super potere per gestire la trasformazione e l’abbiamo usata come strumento – ha detto Laura Di Raimondo, Direttore generale di Asstel – abbiamo a disposizione un fondo di solidarietà del settore, noi abbiamo fatto la nostra parte mettendo al centro le competenze delle persone e la produttività. Ora ci serve una nuova cassetta degli attrezzi da parte del Governo per tentare di governare questa trasformazione”.

Manovra, Orsini: “Interlocuzione con governo positiva su aspetti che meno ci convincono

“Sulla manovra l’interlocuzione con il governo è positiva. Stiamo dialogando sugli aspetti che meno ci convincono”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini.

“In un momento come questo di grande competitività, dove da una parte ci sono gli Stati Uniti che cercano di portare le nostre aziende verso il loro continente, cambiando con un tweet le economie mondiali, e dall’altra ci sono i cinesi che provano a inondare coi propri prodotti l’Europa, il primo tema principale – ha spiegato Orsini – è essere competitivi per reagire a tutto questo. Per cui abbiamo chiesto di posticipare il rientro del debito, perché avremmo avuto più a disposizione per gli investimenti”. Al tempo stesso, ha però aggiunto, “andare all’estero con i conti in ordine sicuramente agevola la presentazione del mondo imprenditoriale”.

Peruffo (Luiss): “Collaborazione con Asstel per studio su regolamentazione TLC”

Enzo Peruffo, Prorettore per la Didattica con delega alle Lauree Magistrali e Professore Ordinario di Strategie d’impresa presso la Luiss ha dichiarato durante i saluti introduttivi: “AI, cloud e data center stanno cambiando il mondo del telco, nato con la connettività di base voce e SMS. Stanno mutando le dinamiche e il paradigma competitivo di un ecosistema che ha vissuto in un contesto regolatorio da sempre orientato ad alta concorrenza e prezzi bassi: un modello che ha portato diversi benefici, ma che nel tempo ha limitato le opportunità di investimento, con effetti sulla capacità competitiva e sulla crescita non solo degli attori del settore ma dell’intero sistema Paese. Allo stesso tempo, le piattaforme globali con integrazione verticale, a monte e a valle, stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante, sollevando questioni fondamentali soprattutto dal punto di vista regolatorio”. Proprio per analizzare l’impianto regolatorio al fine di analizzare e comprenderne gli effetti sulle dinamiche competitive, non solo a livello nazionale ma anche europeo, il Professor Peruffo ha annunciato l’avvio del progetto “Network Europe”, sviluppato dall’Università Luiss in collaborazione con Asstel. “A marzo presenteremo un position paper per proporre riflessioni regolatorie che guardino a un contesto ormai profondamente cambiato che richiede nuovi obiettivi” – ha concluso il docente Luiss.

Saccone e Ugliarolo giocano per alcuni minuti con lo smartphone mentre parla Urso

Infine, l’ultimo video registrato da Key4Biz: mostra Salvo Ugliarolo, Segretario Generale Uilcom Uil e Riccardo Saccone, Segretario Generale Slc Cgil, alle prese, rispettivamente, con un videogame sullo smartphone mentre dal podio parla il ministro Urso. 

Un fatto curioso: tutti e due in quel momento giocano per alcuni minuti sullo smartphone e quindi per noi diventa notiziabile. 

Ha giocato pochi minuti Saccone mentre il ministro parlava, ma ascoltandolo, perché – quando Urso cita il presidente della Calabria Roberto Occhiuto definendolo “un visionario”, Saccone muove la testa.

Ha giocato pochi minuti anche Ugliarolo mentre parlava Urso. Ugliarolo, che nel suo intervento dal palco aveva chiamato direttamente in causa il ministro: “In 3 anni”, ha detto, “il ministro Urso non ci ha mai incontrato – ha cambiato soltanto il nome del ministero da Sviluppo Economico a MIMIT, ma noi non sappiamo che cos’è il MIMIT -, perché lui è, comodamente, a fare altro e non gliele mando a dire…noi vogliamo un tavolo con il governo per affrontare i problemi del settore”.

Clicca qui per risentire le parole di Ugliarolo a Urso

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