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La subscription economy, il futuro è il noleggio a 360°

Viviamo nell’epoca della Subscription Economy. È già da alcuni anni che il concetto di proprietà privata è cambiato.

Oggi i giovani non sono più attratti dalla prospettiva di acquistare beni di proprietà.

Millennials, Generazione Z e subscription economy

La causa principale si può individuare nel fatto che la capacità di spesa di Millennials e Generazione Z è si è abbassata notevolmente.

Inoltre, l’acquisto rateizzato, dopo la crisi del 2008, ha perso di fascino sia agli occhi degli istituti di credito, sia a quelli del pubblico. La mancanza di sicurezze sul proprio futuro lavorativo, a causa dell’esplosione del lavoro precario, ha obbligato le persone a non prendere impegni di tipo economico.

Oltre a non poter sostenere le spese, ad esempio, di macchina o casa di proprietà, è anche cambiato il modo di rapportarsi con quegli stessi prodotti. Se precedentemente possedere una macchina era considerato uno status symbol, oggi viene visto principalmente come un peso, una responsabilità.

La proprietà come limite all’esperienza

Nella società odierna, dove tutto si evolve con grande rapidità, l’immutabile presenza della “proprietà” è vista dalle nuove generazioni (spesso) come un limite all’esperienza.

Il cambio delle prospettive economiche e sociali ha obbligato le aziende a ripensare il proprio modello di business in ottica Millennials e Generazione Z. La soluzione che hanno individuato è la Subscription Economy, ovvero trasformare i propri prodotti in servizi a noleggio.

La Subscription Economy si è sviluppata e ha abbracciato i settori più disparati, dalla mobilità alla moda, dal food al beauty. I vantaggi per chi utilizza i servizi a noleggio sono notevoli: oltre alla possibilità di recedere e di pagare solo quando se ne ha realmente bisogno, di solito nel prezzo vengono inclusi anche altri servizi, come assicurazione e manutenzione, che di solito spetterebbero al proprietario.

La Subscription Economy si è diffusa tra il pubblico grazie al fatto di essere pienamente in linea con i tempi “liberi” che viviamo oggi. Allo stesso tempo, però, ha permesso alle aziende di adottare un nuovo modello di business remunerativo e di diversificare il proprio portafoglio economico.

BMW e Mercedes

A riguardo, è interessante citare l’esempio di Share Now, uno dei principali operatori per lo sharing in mobilità in Italia e nel mondo. Di proprietà di BMW e Mercedes, utilizza solo veicoli delle due compagnie (Smart, Mini e BMW).

La cosa interessante di Share Now è che, oltre ai guadagni derivanti dal servizio di sharing, BMW e Mercedes ottengono altri due vantaggi pratici e rilevanti: il primo è che, utilizzando i propri veicoli, aumentano la propria quota nel mercato dell’automotive. Il secondo, il più importante, è che, permettendo alle persone di guidare i loro veicoli, portano avanti un’attività di branding molto efficace.

Siccome molti utenti del servizio, per vari motivi, non avrebbero mai potuto guidare una BMW, una Mini o una Smart, ora grazie a Share Now possono farlo e, di conseguenza, hanno più probabilità di innamorarsi e affezionarsi al brand.

In più, dato che la maggior parte degli utenti ha meno di 35 anni, in futuro questi potrebbero voler acquistare, o noleggiare a lungo termine, un veicolo dello stesso brand, avendo bene in mente l’ottima esperienza del servizio.

OYO Life

Un’altra iniziativa interessante, che delinea chiaramente il futuro della Subscription Economy, è quella di OYO LIFE, servizio nato l’anno scorso in Giappone.

Nel 2019 la società indiana OYO, già attiva nel paese del Sol Levante come provider di soluzioni abitative a noleggio, ha attivato una partnership con Yahoo! Japan, e insieme a questa ha lanciato un nuovo tipo di servizio, OYO LIFE, che unisce al suo interno la parte Living e OYO Passport.

Attraverso quest’ultimo “servizio ombrello”, ora gli utenti già iscritti a OYO Living hanno la possibilità di usufruire di tutto un insieme di servizi a noleggio o sharing a costo agevolato. Questi coprono quasi ogni ambito della vita dell’utente; dal food al beauty, dalla mobility alle pulizie, dalla palestra al parrucchiere, e così via.

La Subscription Economy sopravviverà

Il successo dell’iniziativa ha dimostrato che la Subscription Economy, almeno in alcune realtà territoriali e culturali, ha raggiunto una sua maturità; le prospettive di crescita sono ancora consistenti, soprattutto in occidente dove, per ovvie ragioni storiche, il concetto di proprietà privata è molto più forte.

Esiste però un altro punto di vista da tenere in considerazione. La Subscription Economy nasce a causa della crisi del 2008 e della successiva insicurezza economica che le giovani generazioni hanno sofferto.

Nata come una reazione a una situazione di difficoltà, riuscirà la Subscription Economy a sopravvivere quando (si spera) la situazione economica ci consentirà di sperare in migliori prospettive future? Quando infine potremo affermare di aver riguadagnato la solidità psicologica e umana che tanto ci sta mancando in questi anni?

Photo by simon peel on Unsplash

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