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La Spagna vuole regolare Whatsapp, Telegram e Google come le telco

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La Spagna vuole tassare Whatsapp, Telegram e tutti i servizi di messaggistica istantanea e vocali che non devono fornire numeri di telefono, inclusi Google e Facebook, alla stregua degli operatori di telecomunicazioni tradizionali come Vodafone, Telefonica, Orange e gli altri. La proposta di legge è stata avanzata dal sottosegretario alle Comunicazioni spagnolo Roberto Sanchez.

Una proposta analoga era stata avanzata un paio di anni fa anche in Germania.

OTT come le Telco

Di fatto, la proposta del governo spagnolo, che sarà ora in consultazione per un mese, prevede che tutti gli operatori che forniscono servizi di telecomunicazioni debbano registrarsi come operatori e debbano pagare le tasse in base ai ricavi. E’ previsto che la nuova tassa sia valida per tutti i provider che hanno un fatturato superiore a un milione di euro. La tassa non potrà comunque superare un euro ogni mille euro di fatturato.

Pochi mesi fa, il regolatore spagnolo CNMC ha chiesto a Microsoft di aggiungere Skype Out al registro nazionale degli operatori e ha proposto una sanzione per Microsoft Ireland per non aver pubblicamente comunicato la fornitura di servizi elettronici di comunicazione.

Operatori Tlc

Attualmente soltanto gli operatori telefonici che possono fornire un numero di telefono devono registrarsi come operatori Tlc, ma in base alla nuova proposta del governo spagnolo, che dovrà ottenere il via libera del Parlamento, anche le società Internet come Alphabet, Facebook (proprietaria di Whatsapp), dovrebbero rivelare i loro ricavi, derivanti dai servizi di messaggistica nei diversi paesi. Ma per le tech company come Facebook il grosso dei ricavi deriva dalla pubblicità.

Ricavi degli OTT

Visto che WhatsApp genera pochi ricavi per la casa madre, l’impatto della nuova legge (se passerà) sarebbe limitato, ha detto Ivan Feinseth, chief investment officer di Tigress Financial Partners.

Facebook ha rilevato WhatsApp per 19 miliardi nel 2014.

Per il momento, la maggior parte dei servizi di messaggistica come WhatsApp sono gratis, ma le cose potrebbero cambiare. Ed è per questo, secondo il ministro spagnolo, è fondamentale incorporare questi “nuovi” operatori nel quadro regolatorio al più presto.

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