Key4biz

La Regione Lazio fa autocritica dopo la denuncia di “Key4biz”, resa nota l’identità dei vincitori del bando da 4 milioni di euro

Tra Natale e l’Epifania, non poche sono le notizie degne di nota, nell’ambito del sistema culturale e mediale nazionale: abbiamo segnalato su queste colonne, lunedì scorso 2 gennaio, sia la surreale vicenda del “Bonus Cultura” alias “18App” (di cui era stata annunciata dapprima l’eliminazione, poi la rimodulazione) le cui modifiche strutturali sono state rimandate in extremis all’anno 2024, sia la notizia incredibile che la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva annunciato che in occasione della riunione a Palazzo Chigi del 21 dicembre la scadenza del “contratto di servizio” Rai 2018-2022 era stata prorogata a fine luglio 2023 (vedi il “Comunicato Stampa n. 11”), allorquando in Gazzetta Ufficiale – edizione del 29 dicembre 2022 – la data risulta essere invece fine settembre 2023 (notizia che è stata segnalata soltanto da “Key4biz”)… Si rimanda a “Key4biz” del 2 gennaio 2023, “Pasticcio Manovra 2023 e Milleproroghe: “Bonus Cultura” rimandato al 2024, “Contratto di servizio” Rai a settembre 2023”.

E, negli ultimi giorni, non può non essere segnalata la notizia (lanciata per primo dal quotidiano “La Verità” il 3 gennaio) della bocciatura, da parte della Corte dei Conti, di una parte – se non tutto – del programma predisposto da Cinecittà Luce per acquisire i 300 milioni di euro del “Recovery Plan” (Pnrr)… E che dire della notizia (sempre martedì 3) dell’annuncio della fine della controversa intrapresa di ItsArt (una “cronaca di una morte annunciata” cui IsICult ha dedicato molta attenzione sulle colonne di questo quotidiano)?!

Su queste notizie oggettivamente esplosive, torneremo presto, con il “mood” di approfondimento tecnico ed al contempo di giornalismo investigativo che caratterizza la rubrica curata da IsICult.

Oggi vogliamo soffermarci su una notizia “minore” ma anch’essa sintomatica, che ci ha provocato un qual certa soddisfazione – civica ed ideologica – sebbene altri se ne siano intestati il merito.

La denuncia del 19 dicembre 2022 di IsICult / Key4biz contro questo caso di “worst practice” della Pubblica Amministrazione

Il 19 dicembre 2022, il quotidiano online “Key4biz” ha pubblicato un articolo di denuncia, nell’economia della rubrica “ilprincipenudo” curata dall’Istituto italiano per l’Industria Culturale (IsICult), dal titolo inequivocabile: “Scandalo in Regione Lazio: bando per attività culturali con risultati pubblicati in forma anonima”.

Riassumiamo qui i termini essenziali della vicenda: il 28 ottobre 2022, LazioCrea società per azioni (società “in-house” della Regione Lazio) pubblica sul proprio sito web un “Avviso dedicato ai Comuni del Lazio e agli Enti privati, per le iniziative culturali, sociali e turistiche nel territorio della Regione Lazio da realizzare nel periodo tra l’8 dicembre 2022 ed il 28 febbraio 2023”.

Vengono messi a bando 4 milioni di euro, per la “concessione di contributi a favore di iniziative culturali dei Comuni del Lazio e degli Enti Privati (fondazioni, associazioni riconosciute e non, comitati di cui all’articolo 39 del Codice Civile, Cooperative sociali e Cooperative iscritte all’anagrafe delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (onlus), volte alla valorizzazione di iniziative culturali, sociali e turistiche nel territorio della Regione Lazio”.

Il bando (noto anche con la denominazione sintetica di “bando promozione territorio”) nasce da una delibera della Giunta Regionale (n. 871/2022), e reca una pluralità di firme di LazioCrea s.p.a.: Roberto Raffi, Responsabile del Procedimento (Rp); Fabio Di Marco, Responsabile Affari Legali; Giuseppe Tota, Direttore della Direzione Sviluppo e Promozione del Territorio. LazioCrea è presieduta da Luigi Pomponio, nominato durante il mandato dell’ex Presidente (ed ora parlamentare “dem”) Nicola Zingaretti.

Si noti bene: le “attività culturali e sociali e turistiche” di cui al bando vanno svolte tra l’8 dicembre 2022 ed il 28 febbraio 2023, ovvero nell’arco di poco meno di 4 mesi.

La scadenza per presentare le istanze viene fissata al 14 novembre 2022, a distanza di 2 settimane (due) dalla pubblicazione del bando (28 ottobre 2022): un lasso temporale veramente ristretto, che certamente non stimolava l’elaborazione di proposte progettuali di ampio respiro…

Probabilmente qualcuno acquisisce tardiva coscienza di questo limite temporale e decide una… proroga: ma, curiosamente, la proroga è di 2 (due!) giorni soltanto, da lunedì 14 novembre 2022 a mercoledì 16 novembre 2022 (!).

Molti soggetti attivi sul territorio laziale decidono di partecipare, ed ovviamente attendono con trepidazione l’esito delle decisioni della Commissione (tra parentesi: non risulta nota l’identità dei selezionatori, ma questa è un’altra storia…).

Naturalmente, i proponenti immaginano che i risultati vengano pubblicati in tempi utili per l’avvio delle iniziative, se l’arco temporale previsto parte dall’8 dicembre 2022… Ma questo sarebbe naturale in un Paese normale, quale l’Italia – ancora una volta – non si dimostra essere.

Tutto tace sul sito web di LazioCrea, fino al 16 dicembre 2022 (una settimana dopo… il possibile avvio delle concrete iniziative dall’8 dicembre!), allorquando viene pubblicata la “Graduatoria Finale dei candidati con i progetti idonei e finanziabili, dei progetti idonei ma non finanziabili per esaurimento dei fondi disponibili, e dei progetti non finanziabili”.

Meglio tardi che mai.  Però… Incredibile ma vero: i dati dei vincitori (e dei partecipanti) sono stati… “anonimizzati”!

Le centinaia e centinaia di soggetti (oltre un migliaio) che hanno partecipato all’avviso vanno ovviamente a consultare la succitata “graduatoria finale”, e… cosa scoprono?! Che i dati sono stati anonimizzati!

Si ricordi che, tecnicamente, si intende per “anonimizzazione” l’operazione di de-identificazione mirata a trasformare i dati personali in dati anonimi. In taluni e circoscritti casi, in base alla normativa sulla “privacy”, questa operazione può avere senso (anche nel rispetto del ben noto “Gdpr” ovvero il “Regolamento 2016/679”), ma, nel caso di una procedura per l’assegnazione di risorse pubbliche, quale sarebbe “l’interesse” da tutelare?! La procedura di anonimizzazione potrebbe avere senso, per esempio, nella diffusione di un set di dati personali (o – peggio – sensibili) di una persona che partecipa ad un concorso pubblico (violando gli obblighi e responsabilità imposti dalla normativa in materia di protezione dei dati personali), ma nel caso in ispecie riteniamo si tratti semplicemente di un abuso interpretativo della vigente normativa.

In sostanza, LazioCrea spa non ha reso pubbliche le identità dei soggetti vincitori, in quanto non ha pubblicato né i nomi e nemmeno i codici fiscali dei soggetti che hanno partecipato, ma semplicemente un codice ad uso interno (ovvero il “syscodice”: un codice alfanumerico) che la società ha trasmesso ad ogni singolo partecipante a seguito della trasmissione della istanza progettuale (soltanto il partecipante conosce il proprio codice alfanumerico).

Ovviamente non viene nemmeno indicato il titolo del progetto: sia mai!!!

La rete informale delle associazioni culturali indipendenti di Roma e del Lazio, “Rete A” poi ridenominatasi “Rete C” (guidata da Vincenzo Petrone, titolare del laboratorio artistico Mondrian Suite), già promotrice di battaglie per la trasparenza nella gestione della “res publica” in materia di cultura (vedi “Key4biz” del 1° luglio 2021, “ReteA, battaglia vinta con la Regione Lazio contro i ‘furbetti del ristoro’”), ha registrato le proteste di decine e decine di associazioni…

Fin qui, IsICult per “Key4biz”, martedì 19 dicembre 2022.

La notizia non viene rilanciata da nessuna testata giornalistica, né riceve attenzione sul web.

Però a distanza di 3 giorni dall’articolo-denuncia di “Key4biz”, venerdì 22 dicembre 2022 è il quotidiano online “Affari Italiani” (che si autodefinisce “il primo quotidiano digitale, dal 1986”, testata diretta da Angelo Maria Perrino) a rilanciarla, con un articolo intitolato “Regione Lazio: quando il nome di chi prende i soldi pubblici è criptato”, a firma di Antonio Amorosi.

L’articolo, dal tono ironico, in verità nulla aggiunge rispetto a quanto pubblicato da “Key4biz” tre giorni prima, e riporta una dichiarazione della Consigliera Regionale ex M5s ora Fratelli d’Italia Francesca De Vito: “ritengo questa graduatoria inaccettabile, specialmente a poche settimane dalle elezioni. Mi muoverò per fare chiarezza e piena luce sulla questione. L’amministrazione regionale a guida Pd/M5s dimostra ancora una volta di non saper gestire i soldi pubblici alla luce del sole, anche per rendere conto, agli interessati, chi siano i primi in graduatoria”.

La consigliera De Vito (passata nell’aprile 2022 dal gruppo Movimento 5 Stelle a Fratelli d’Italia) aveva prospettato anche una segnalazione all’Anac, il soggetto istituzionalmente preposto a verificare il rispetto della normativa in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza e la normativa in materia di contratti pubblici di appalto, concessione e sponsorizzazione.

Nulla accade per giorni.

Anche se, nel mentre, LazioCrea pubblica (senza data!), nella pagina del proprio sito dedicata al bando, una precisazione ridicola: “Tutte le Domande di Adesione associate a Codici Alfanumerici non presenti nella graduatoria pubblicata, corrispondono a Domande che non hanno superato la fase di Istruttoria formale. Al fine di garantire una gestione quanto più trasparente del Bando in oggetto, è prevista, ai sensi dell’art. 15 dell’Avviso, la possibilità di formulare richiesta di accesso agli atti scrivendo al seguente indirizzo Pec: accessi.Laziocrea@legalmail.it”.

Questa precisazione appare indispensabile anche perché molti dei partecipanti non comprendevano come mai i loro rispettivi “codici alfanumerici” non fossero nell’elenco… Sostenere però che questa precisazione sia avvenuta in nome di… “una gestione quanto più trasparente del Bando” (testuale!) sembra veramente una presa per il naso.

Dietro-front: il 3 gennaio 2023 la Regione Lazio ri-pubblica la graduatoria, questa volta con l’identità di vincitori, idonei, esclusi

Magicamente, però, martedì della scorsa settimana 3 gennaio 2023, LazioCrea ri-pubblica la graduatoria: il file reca come titolo “Graduatoria finale con nominativi” (sic): questa volta, non ci sono soltanto i misteriosi “syscode”, ma anche l’identità del soggetto richiedente!!! Naturalmente, non ci si degna di riportare magari anche il titolo della proposta progettuale sottoposta da ogni partecipante (troppa grazia, sarebbe, nevvero?!).

Il “file” reca tra le proprietà Cristina Sprocatti come “autore” e – udite – è questa volta in formato .pdf apribile (a differenza del precedente file, che era anch’esso in formato .pdf, ma risultato di una scansione del documento cartaceo, e quindi non operabile, non potendo consentire la ricerca “full-text”).

Una doppia autocritica è stata messa in atto, di sostanza (l’identità dei partecipanti) e di forma (un file in formato aperto), anche se – in casi come questo – la “forma” finisce per coincidere con la “sostanza”…

Bene.

Affari Italiani” pubblica l’indomani, mercoledì 4 gennaio 2023, un articolo nel quale si intesta la vittoria morale – ovvero civica – titolando (sempre a firma di Antonio Amorosi): “Regione Lazio rivela i nomi: dopo inchiesta di Affari ecco chi prende i soldi”.

Tardiva, ma comunque apprezzabile l’autocritica messa in atto dalla Regione Lazio / LazioCrea spa

In fondo – suvvia! – poco importa chi abbia provocato per primo il processo di autocritica da parte della Regione Lazio ovvero da parte di Lazio Crea (dapprima la denuncia di “Key4biz” del 19 dicembre, poi l’inchiesta di “Affari Italiani” del 22 dicembre): l’importante è che sia stato provocato un processo di revisione, rispetto ad una pratica bassa, arcaica ed opaca. Indegna di una amministrazione pubblica moderna nell’era della digitalizzazione…

Che si trattasse comunque di un bando anomalo è confermato anche da un altro “dettaglio”: dapprima, nella sua versione originaria, il bando era stato aperto soltanto ai “Comuni del Lazio” ed alle “associazioni culturali riconosciute”… Si osservi: l’avviso è stato pubblicato il 28 ottobre 2022, con scadenza inizialmente fissata al 14 novembre 2022… Il 7 novembre (ad una settimana dalla scadenza!) LazioCrea comunica sulla pagina dell’avviso: “Aggiornamento del 07/11/2022 – Si precisa che all’art. 2 “Beneficiari e Requisiti” era stato inizialmente riportato, al comma 1, paragrafo 2), lett. a), la dicitura “Associazioni riconosciute” anziché “Associazioni riconosciute e non”. La versione dell’Avviso pubblicata attualmente riporta la dicitura corretta”.

Da non crederci. Era semplicemente saltato un… “e non”?!

E, poi, il 14 novembre 2022 viene pubblicata la comunicazione che segnala che la scadenza viene prorogata dal 14 novembre 2022 al 16 novembre 2022. Da non crederci.

Approssimazione e sciatteria.

Si ricorda che sono risultati 269 vincitori finanziati, 724 partecipanti “idonei ma non finanziabili”, 72 soggetti del tutto esclusi.

Parrebbe che in Regione si stia ragionando su una integrazione del finanziamento – ovvero della dotazione budgetaria del bando – che consentirebbe uno slittamento della graduatoria: che sia determinata da una operazione “elettoralistica” o meno (si ricordi che nel Lazio si voterà per il rinnovo del Consiglio Regionale il 12 e 13 febbraio), si tratterebbe comunque di una iniziativa apprezzabile, considerando che lo “status” di soggetto “idoneo” (quindi rispondente al dettato del bando) ma “non finanziabile” (a causa del limite di budget deciso dall’Amministrazione) appare quasi una “contraddizione in termini”, se si crede in una politica cultura lungimirante e sana.

Si resta in attesa di aggiornamenti, ricordando che peraltro il bando prevede che le attività dei progetti che sono risultati idonei debbono concludersi entro il 28 febbraio 2023.

Per far risultare “vincitori” tutti gli “idonei”, la Regione deve integrare il budget di altri 8 milioni di euro

Il totale dei partecipanti al bando risulta essere di 1.068 soggetti: come abbiamo già segnalato nel dossier del 19 dicembre 2022, un 25 % è stato classificato come “idoneo” e riesce quindi ad acquisire il contributo della Regione, a fronte di un 68 % che “avrebbe” vinto il bando, teoricamente (in quanto con un punteggio superiore a quello minimo previsto), ma viene non finanziato per “carenza di fondi” (limitati a 4 milioni di euro), e, infine, un 7 % viene proprio escluso (per non aver raggiunto il punteggio minimo).

IsICult, nel dossier pubblicato il 19 dicembre 2022, aveva effettuato il calcolo del fabbisogno necessario per finanziare tutti gli “idonei”: il totale dei contributi assegnati ai 269 vincitori è ovviamente di 4 milioni di euro, e corrisponde esattamente a quanto richiesto dai vincitori. I 724 “ammessi ma non finanziabili” (per esaurimento delle risorse) hanno richiesto complessivamente circa 8,2 milioni di euro. E, infine, gli esclusi 1,2 milioni euro. Complessivamente, quindi, gli oltre 1.000 postulanti hanno presentato richieste per 13,4 milioni di euro.

Per fare “scorrere” la graduatoria, ovvero per finanziare tutti i progetti “idonei”, la Regione deve allocare altri 8 milioni di euro: nell’economia complessiva della Regione Lazio, si tratta comunque veramente di spiccioli. E potrebbe rappresentare anche una sorta di “compensazione” (autocritica) rispetto ad un bando che brilla per anomalie ed errori: una sorta di risarcimento materiale, oltre che morale, per centinaia di soggetti penalizzati dalla… “carenza di fondi”. Già in passato, ed in più di un’occasione, la Regione Lazio ha messo in atto integrazioni budgetarie su bandi di questo tipo.

Si attende di conoscere il pensiero di Daniele Leodori, divenuto Presidente Vicario a seguito delle dimissioni di Nicola Zingaretti. E sempre ricordando che negli ultimi anni l’ex Governatore Nicola Zingaretti curiosamente non ha assegnato le deleghe in materia di cultura, avocando a sé le competenze in materia…

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