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La Commissione Ue guarda al metaverso: proposta di regolamento europeo nel 2023

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La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il commissario del Mercato Interno Thierry Breton preannunciano l'arrivo di una proposta di regolamento europeo sul metaverso entro il 2023. Obiettivo interoperabilità evitando lock-in tecnologici e posizioni dominanti da parte di Meta.

La Commissione Ue volge lo sguardo al metaverso. La nuova tecnologia è troppo dirompente per lasciare indifferente l’esecutivo europeo. E’ per questo che l’anno prossimo la Commissione presenterà un’iniziativa sul metaverso. Lo ha annunciato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen due giorni fa in occasione del discorso annuale sullo Stato dell’Unione e ne ha scritto anche Thierry Breton, commissario del Mercato Interno.

Attualmente, scrive nella sua analisi Euractiv, sono numerosi i molteplici metaversi in fase di sviluppo oltre a quello sviluppato da Meta, casa madre di Facebook. Si tratta di nuove piattaforme digitali che promettono di offrire nuove opportunità di interazione più immersiva in real time alle persone.  

“Continueremo a guardare a nuove opportunità e trend nel digitale, come il metaverso”, ha detto la stessa presidente dell’esecutivo Ue Ursula von der Leyen in una lettera di intenti che accompagna il discorso annuale sullo Stato dell’Unione.

Una delle nuove iniziative chiave per il 2023 nell’ambito di un’Europa pronta per l’era digitale è un’iniziativa sui mondi virtuali, come il metaverso. La creazione di tali spazi virtuali solleva alcune domande a cui è difficile rispondere per i regolatori e i legislatori, poiché questo sviluppo futuro per una versione tridimensionale di Internet è ancora agli inizi.

Thierry Breton, commissario Ue per il Mercato Interno, ha segnalato tre aspetti cruciali per lo sviluppo di mondi virtuali in un post su Linkedin

Le persone

In primo luogo, Breton ha enfatizzato il ruolo centrale della componente umana e il fatto che il metaverso dovrebbe essere basato sui valori e le regole dell’Europa.

“Questo nuovo ambiente virtuale deve comprendere i valori europei fin dall’inizio. Le persone dovrebbero sentirsi tanto sicure nel mondo virtuale come lo sono in quello reale”, scrive Breton.

Sebbene di primo acchito venga in mente il metaverso di Mark Zuckerberg, nessun singolo attore privato dovrebbe detenere la chiave dello spazio pubblico o stabilirne i termini, ha affermato Breton. Dovrebbero esserci anche standard interoperabili sviluppati da metaversi privati.

È già stata creata un’organizzazione che lavora su standard che assicurerebbero l’interoperabilità del metaverso. Tuttavia, permangono preoccupazioni sul fatto che i giocatori dominanti continueranno a replicare i cosiddetti “giardini recintati” che usano nelle loro piattaforme per mantenere gli utenti bloccati.

Breton ha anche fatto riferimento al Digital Services Act e al Digital Markets Act dell’UE, affermando che il blocco dispone già di “strumenti normativi forti e a prova di futuro per lo spazio digitale”.

Piuttosto che entrare in un mondo non regolamentato di caos, i metaversi diventeranno spazi sicuri e gli standard saranno sviluppati attraverso uno sforzo collaborativo, ha sottolineato.

“Lanceremo un movimento creativo e interdisciplinare, con l’obiettivo di sviluppare standard, aumentare l’interoperabilità, massimizzando l’impatto con l’aiuto di esperti IT, esperti di regolamentazione, organizzazioni di cittadini e giovani”, ha scritto Breton.

Metaverso: come regolare uno spazio ancora da inventare?

Anche se promette grandi vantaggi dal punto di vista commerciale, il metaverso solleva una serie di quesiti che i regolatori e i legislatori stanno tentando di affrontare non senza difficoltà, visto che questa nuova rivoluzione di Internet si trova ancora ad uno stadio iniziale.  

In secondo luogo, la capacità dell’Europa di avere un impatto sui nuovi mondi virtuali dipenderà anche dalla sua capacità di sviluppare tecnologie all’avanguardia, e di costruire un ecosistema sostenibile, dice Breton, considerato uno dei principali sponsor della sovranità tecnologica della Comunità europea.

Mentre la industry esprime preoccupazioni sul gap di competenze digitali e sull’incapacità dell’Europa di attrarre talenti che lavorano nel settore IT, Breton è convinto che lavoratori e ricercatori skillati siano un asset forte dell’Europa.

“Un ecosistema sta già crescendo in tutta Europa: in Italia, Lettonia, Francia, Germania, Finlandia e altrove, fatto di big player e PMI innovative”, sottolinea Breton.

Mercoledì, il commissario ha lanciato la coalizione industriale della realtà virtuale e aumentata (Virtual and Augmented Reality Industrial Coalition) con 40 aziende per collegare le parti interessate dalle tecnologie cruciali del metaverso.

Con una tabella di marcia e investimenti in fotonica, semiconduttori o nuovi materiali, la Commissione mira a gettare le basi per questo ecosistema. Breton ha riconosciuto che sarebbe necessario un mix di finanziamenti privati, nazionali e dell’UE.

Poiché i mercati dei capitali stanno diventando più maturi in diversi paesi europei, la nuova sfida per le startup è assicurarsi i talenti. Tuttavia, il lavoro a distanza, le soluzioni aziendali e le imminenti politiche dell’UE potrebbero sconvolgere il panorama.

Infrastrutture

In terzo luogo, i metaversi aumenteranno la pressione sull’infrastruttura di connettività necessaria per consentire nuovi sviluppi, come i sistemi di pagamento o nuove forme di identificazione.

“La quantità di dati scambiati – e raccolti – attraverso queste tecnologie sarà più grande che mai”, ha affermato Breton.

Man mano che vengono scambiati maggiori volumi di dati, il commissario ha osservato che potrebbero esserci “ricavi in ​​diminuzione e propensione a investire per rafforzare [le infrastrutture] e renderle resilienti”.

A beneficio di tutti gli europei, il Commissario invita quindi gli attori del mercato che traggono vantaggio dalla trasformazione digitale a contribuire in modo equo ai beni pubblici, ai servizi e alle infrastrutture, facendo sì che le piattaforme online contribuiscano ai costi dell’infrastruttura digitale.

Con il supporto dei fornitori di telecomunicazioni europei, Breton sta spingendo per introdurre il principio secondo cui “il mittente paga”, per far contribuire anche le Big Tech al finanziamento delle reti Tlc europee. La proposta era stata inizialmente annunciata per la fine dell’anno, ma la consultazione pubblica è stata rinviata all’inizio del 2023, ha detto Breton in un’intervista a Le Monde del 9 settembre.