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Julie Sweet, il nuovo ad di Accenture per la parità di genere e l’innovazione: “Mai smettere di studiare”

Qualche giorno fa, il consiglio di amministrazione di Accenture ha nominato Julie Sweet come nuovo amministratore delegato del Gruppo. Già ad di Accenture in Nord America, la Sweet assumerà il nuovo incarico a partire dal 1° settembre, come prima donna in assoluto in questo ruolo nella storia della società di consulenza aziendale strategica più grande del mondo.

Una professionista che ha basato la propria brillante carriera su pochi ma determinanti principi: studiare tanto, lavorare sodo, migliorare la propria vita e lottare per i valori in cui si crede.
Il suo impegno per il rispetto di ogni tipo di diversità sociale, etnica e sessuale, ad esempio, è stato evidente sin dall’inizio: “quando, nel 2015, è diventata ceo di Accenture Nord America, ha posto l’obiettivo di assumere il 40% di donne e arrivare ad avere la parità di genere – 50% di donne – fra tutti i dipendenti e il 25% di donne fra i manager. Già ora le donne sono il 42% di tutti i 470.000 lavoratori di Accenture”, si legge in un articolo pubblicato oggi sul Corriere della Sera.
Questo perché anche se oggi Julie Sweet è a capo di un colosso della consulenza che vale 130 miliardi di dollari a Wall Street e conta su quasi mezzo milione di professionisti in 120 Paesi, non ha mai dimenticato quanto è stato difficile e quanto gli è costato arrivare sin qui, tra pregiudizi e stereotipi di genere fin troppo radicati nella società americana: “Ho capito sulla mia pelle quanto fosse importante battermi per migliorare la situazione delle altre donne”.

A portarla in Accenture è stata la sua carriera di avvocato d’affari in uno degli studi legali più prestigiosi di Wall Street, “Cravath, Swaine & Moore”. Sapendo bene che Accenture significa prima di tutto innovazione tecnologica, trasformazione digitale e creazione di valore attraverso nuove esperienze e percorsi sempre più sfidanti, la Sweet ha fin da subito compreso quanto fosse importante per il suo lavoro e per sé stessa continuare a studiare: “sapendo che il cuore della consulenza di questa azienda è la tecnologia e non avendo grandi conoscenze in questo campo, Sweet ha chiamato il responsabile del business tecnologico in India, Bhaskar Ghosh, per chiedergli di aiutarla a imparare. Per i successivi 18 mesi ha seguito lezioni settimanali di high-tech con Ghosh e un altro esperto e tuttora si mette in agenda sessioni trimestrali di aggiornamento”, si legge sul Corriere.
Un atteggiamento lavorativo che Sweet si porta dietro da lontano, perché a quanto pare uno dei suoi motti preferiti è: “Mai smettere di studiare, essere curiosi e aggiornarsi”.

Provenendo da una famiglia di umili origini, ha capito subito che per dare una mano a casa e allo stesso tempo crescere come persona e riuscire a raggiungere degli obiettivi professionali personali, doveva necessariamente avere una marcia in più rispetto agli altri, essere la migliore: “Quando nel 1988 era al Claremont McKenna college (California) e doveva studiare una lingua straniera, mentre tutti sceglievano francese o giapponese, lei ha optato per il mandarino e per impararlo bene è andata a vivere un anno a Pechino e Taiwan. «Quell’esperienza mi ha dato un’incredibile fiducia in me stessa», sottolinea. Laureata, Sweet ha deciso di diventare avvocato e nel 1992 ha ottenuto un dottorato in Legge alla Columbia Law School di New York. È stata subito assunta da Crawath, dove non c’erano quasi donne”, è raccontato dal Corsera.

Una lunga strada che l’ha portata a diventare una delle donne più potenti al mondo, secondo la classifica di Fortune, e che ora la vedrà impegnata in nuove sfide: dalla parità di genere “nella sua azienda” all’aiutare le imprese sul mercato ad adottare nuove tecnologie e nuovi modelli di business, a partire dall’impiego di soluzioni avanzate e rivoluzionarie, come l’intelligenza artificiale e il cloud: “«Ai nostri clienti diciamo: il mondo attorno a voi si sta rivoluzionando, noi faremo innovazione insieme a voi», spiega Sweet, che dentro Accenture ha guidato la creazione di una serie di centri dell’innovazione, da San Francisco a New York”.

Al di fuori di Accenture, Sweet dimostra tutta la sua competenza su temi quali l’innovazione, l’impatto della tecnologia sulle imprese, l’inclusione e la diversità, lavorando ad esempio con i leader del mondo degli affari, dell’istruzione e del Governo americano per creare un movimento nazionale di apprendistato professionale.
Sweet fa inoltre parte del consiglio di amministrazione di Catalyst, è membro del TechNet Executive Council e della Business Roundtable, che raggruppa gli amministratori delegati delle principali società americane allo scopo di promuovere politiche pubbliche a favore delle imprese, per la quale in passato ha fatto parte del consiglio di amministrazione e ha presieduto il Technology Committee.

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