La proposta

Italy WiFi Nation. Maurizio M. Dècina: ‘Hotspot aperti e senza password: una bomba sull’intero tessuto produttivo’

di Maurizio M. Dècina |

Il Wi-Fi disponibile e gratuito avrebbe un impatto enorme sul PIL e sullo stile di vita degli italiani a partire dalla scelta dei mezzi di trasporto, passando per il turismo e il settore delle telecomunicazioni.

Il Wi-Fi disponibile e gratuito avrebbe un impatto enorme sul PIL e sullo stile di vita degli italiani a partire dalla scelta dei mezzi di trasporto, passando per il turismo e il settore delle telecomunicazioni.

Per capire gli impatti macroeconomici della recente proposta di legge presentata dall’on. Sergio Boccadutri (PD) e già sottoscritta da oltre 110 parlamentari, basta chiedersi come cambierebbe lo stile di vita e di lavoro dei tanti pendolari che ogni giorno impiegano diverse ore per recarsi in ufficio nel caso in cui si potesse disporre di un Wi-Fi gratuito ed universalmente ubiquo.

 

Impatto sui trasporti

Nella scelta tra l’autovettura privata o i mezzi pubblici sarebbero privilegiati i secondi nel caso in cui l’accesso internet fosse accessibile anche in stazioni, treni, metropolitane ed autobus con enormi ricadute sociali sulla mobilità e sulla qualità della vita. Mentre negli spazi commerciali quali bar, ristoranti, uffici pubblici ed università questo progetto potrebbe stimolare la pratica del telelavoro favorendo i nuovi segmenti occupazionali alle prese con la crescente disoccupazione.

 

Impatto sull’occupazione

Noto a riguardo con molta amarezza che il tasso di disoccupazione giovanile registrato dall’ISTAT è salito al 44%, quasi un giovane su due è senza lavoro. Un dato incredibile se paragonato alla media europea del 22%: esattamente la metà. Mi domando se non siano forse i giovani quella parte di popolazione che dovrebbe trarre più vantaggio dalle nuove tecnologie della società dell’informazione. Il dato sulla disoccupazione giovanile, oltre ad un pessimo piazzamento nella classifica UE sulla qualità di banda, è quanto basta per far fronte ai possibili dubbi di natura economica sulla seguente proposta: “1. Entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge, al fine di facilitare l’accesso alla rete internet, tutti gli esercizi commerciali, le associazioni culturali aperte al pubblico, i taxi, gli esercenti attività di noleggio con conducente, i bus privati, i treni e gli aerei registrati in Italia hanno l’obbligo di dotarsi di collegamento alla rete internet e renderla disponibile tramite tecnologia wireless basata sulle specifiche dello standard IEEE 802.11 (Wi-Fi), consentendo l’accesso a tutti a titolo gratuito e senza necessità di utilizzare credenziali di accesso e password. 2. Sono esentati dall’obbligo di cui al comma 1 gli esercizi commerciali, le associazioni culturali e gli uffici pubblici con una superficie inferiore ai 100 metri quadri, nonché gli esercizi commerciali e le associazioni culturali con un organico inferiore ai due dipendenti”.

 

Impatto sul turismo

Ma un progetto di questa portata avrebbe importanti ricadute anche sul settore turistico.

Come emerge da un report della catena inglese Four Pillars Hotels, il 92% dei viaggiatori dichiara di affidarsi in primis ai pareri di conoscenti quando deve pianificare un viaggio, e il 70% a recensioni e commenti online, anche da parte di sconosciuti. Il 52% degli utenti di Facebook dichiara addirittura di avere cambiato i propri piani di viaggio, destinazione inclusa, dopo aver visto foto e commenti pubblicati dai propri amici in tempo reale.

Il viaggiatore stesso contribuisce alla scelta in base all’utilizzo di internet durante il viaggio: il 40% pubblica recensioni dei ristoranti e il 46% degli hotel visitati, più della metà (55%) diventa liker di una pagina social collegata al viaggio, e ben il 76% posta foto della propria esperienza su un social network. Statistiche che dimostrano l’importanza dell’utilizzo di internet sull’attività turistica.

A riguardo mi chiedo come sia possibile che il nostro Paese, il più bello e ricco del mondo in fatto di tesori, sia indietro a Spagna, Francia e Gran Bretagna come numero di visite annuali.

 

 

Impatto sul PIL

 

Ma quale sarebbe l’impatto sul PIL di una proposta di questo genere? I più autorevoli studi, tra i quali quello della Banca Mondiale (2011), concordano su di un aumento dell’1,21% del PIL per ogni 10% di penetrazione della larga banda ad alte velocità (almeno 30 mega).

Stime da prendere, tuttavia, in considerazione molto cautamente. In primo luogo perché a mio parere sono molto ottimiste. In secondo luogo perché nel progetto in esame la banda garantita sarebbe inferiore a quella della linea fissa. Ma questo problema potrebbe essere poco rilevante poiché il valore dell’accesso gratuito ed ubiquo è indipendente dalla quantità di banda. Un minuto di accesso per scaricare un file di lavoro o semplicemente per leggere la posta potrebbe avere un valore produttivo molto più elevato che due ore a 30 mega dentro casa.

 

Indipendentemente da queste considerazioni appare evidente come una proposta di legge del genere possa avere un impatto gigantesco sul traffico internet.

Nel caso si considerasse la metà della stima riportata dalla Banca Mondiale, in uno scenario di incremento del traffico del 10% il PIL crescerebbe dello 0,6%.

Impatto sugli esercenti

Non male per una misura che potrebbe favorire anche gli esercenti attraverso la fidelizzazione degli utenti o per mezzo di servizi di web marketing. L’esercente che si obbliga a fornire un accesso gratuito potrebbe avere la possibilità di inviare pubblicità sui suoi prodotti, registrare la transazione e fornire servizi addizionali quali mappe, ricette, informazioni, foto o anche video in download.

Impatto sulle telecomunicazioni

Non solo non si tratterebbe comunque di imposizione (poiché già oggi la quasi totalità degli spazi superiori a 100mq dispone di un accesso internet), ma sarebbe anche, nonostante quanto si possa pensare a primo avviso, una grossa opportunità per il settore delle telecomunicazioni. Si consideri che, da una prima analisi sulla segmentazione del territorio fornita dal censimento ISTAT del 2011 (imprese e servizi), il progetto potrebbe coinvolgere circa 500.000 hot spot Wi-Fi.

A mio parere questi sono i ragionamenti, da valutare per mezzo di accurati Business Plan, per il rilancio del settore e del Paese nel suo complesso.

Il nostro Paese sembra aver perso la progettualità di medio e lungo periodo, quella stessa che ha enormi ricadute economiche e sociali. Questa iniziativa contribuisce ad allungare l’orizzonte.