il Rapporto

IoT e IA a guardia dei confini nazionali, mercato globale da 70 miliardi di dollari entro il 2027. Il tema dei diritti

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Intelligenza artificiale, droni, sistemi di videosorveglianza e di monitoraggio in tempo reale delle linee di confine, robotica e IoT, sono queste le soluzioni preposte alla difesa di muri fisici e virtuali che si stanno alzando in tutto il mondo, in particolare in Europa. Si ripropone la questione umanitaria e della privacy di frontiera.

La tecnologia a difesa dei confini e delle frontiere Ue

Prima o poi la tecnologia doveva entrare nel confronto spesso aspro sulla sicurezza dei confini nazionali. Intelligenza artificiale (IA), videocamere, internet delle cose (IoT) applicata al rilevamento di intrusioni perimetrali, droni e altri sistemi di monitoraggio elettronico delle frontiere, anche automatizzati, sono le soluzioni tecnologiche più utilizzate in quest’ambito così delicato della politica nazionale.

Proprio in questi giorni stiamo vivendo lo scontro istituzionale tra Italia e Francia sulla questione dei migranti nel Mediterraneo. Il tema del confine è sempre più al centro di dibattiti interni ed internazionali, segno che il mondo globalizzato sta entrando in una nuova fase di cambiamento e di divisione in blocchi.

A livello mondiale, secondo un nuovo Rapporto pubblicato da Junier Research, la spesa in tecnologie per la sicurezza di frontiere e confini supererà i 70 miliardi di dollari entro il 2027, in crescita del 45% rispetto al dato atteso per la fine del 2022, cioè 48 miliardi di dollari.

Le torri di sorveglianza, l’IA e i muri virtuali

La domanda maggiore riguarderà le tecnologie di monitoraggio perimetrale, tra cui sistemi di videosorveglianza e di rilevamento in tempo reale di eventuali intrusioni o sconfinamenti, in particolar modo di quelli automatizzati.

Raddoppierà la spesa in torri di sorveglianza con intelligenza artificiale, in grado di creare un confine virtuale in cui rilevare tramite sensori dell’IoT ogni possibile violazione, anche su grandi distanze, che è stimata passare dai 10 miliardi di quest’anno ai 23 miliardi attesi per la fine del 2027.

Guerre, cambiamenti climatici, carestie, pandemie, spingono gli esseri umani a tentare di varcare questi confini, che invece, specialmente in Europa, si sta cercando di rafforzare, con muri fisici e muri virtuali.

E qui si aprono numerosi quesiti di natura storica e umanitaria: i migranti sono un problema di sicurezza nazionale o un problema umanitario? Parliamo di “minacce” o di esseri umani? Possiamo lasciare alla tecnologia questi interrogativi? È in grado l’intelligenza artificiale di comprendere che uomini e donne, con famigliari a carico, che tentano di passare un confine non sono una minaccia?

Chi garantirà il rispetto dei diritti umanitari, individuali e della privacy?

L’Unione europea investirà sempre di più in soluzioni per il controllo e la difesa delle frontiere esterne (ma anche dei confini interni), ed entro il 2027 è stimato spenderà non meno di 44 miliardi di dollari, con un aumento del 123% rispetto al budget del quinquennio precedente.

Il problema, è bene ribadirlo, è umanitario. Ad esempio, le torri di sorveglianza con integrate l’IA e la sensoristica ad alta definizione, saranno in grado di discernere il motivo per cui un essere umano decide di varcare un confine?

Oggi in tutto il mondo ci sono 100 milioni di “migranti forzati”, secondo il “Dossier Statistico Immigrazione 2022” diffuso da IDOS. Erano poco meno di 90 milioni a fine 2021, comunque in aumento dell’8% rispetto all’anno precedente, ma l’invasione russa dell’Ucraina ha contribuito ad aumentare questo dato. Tra queste persone in fuga, il numero di bambini e minori è altissimo.

Che garanzie di rispetto dei diritti umani ed individuali ci sono? Considerando che questi sistemi di monitoraggio ad alto contenuto tecnologico possono coprire zone molto vaste dei territori, al di qua e al di là delle linee di confine, chi garantirà alle persone il rispetto del diritto alla privacy e delle regole previste dal GDPR? Chi informerà le persone sui loro diritti, prima che si queste si espongano all’azione invasiva delle tecnologie?

IA e diritti umani fondamentali

L’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale coinvolge in maniera diretta una serie di diritti fondamentali, indipendentemente dal campo di applicazione. Tra questi figurano la vita privata, la protezione
dei dati, la non discriminazione e l’accesso alla giustizia, ma l’elenco non è esaustivo e per questo è fondamentale che il tavolo di lavoro rimanga ancora aperto: l’essere umano non può ridursi in nessun caso ad un mucchio di dati.

Il primo standard etico globale sull’IA è stato presentato dall’agenzia delle Nazioni unite nata per promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni con l’istruzione, la scienza, la cultura, la comunicazione e l’informazione (Unesco), che ha come obiettivo “il rispetto universale per la giustizia, per lo stato di diritto e per i diritti umani e le libertà fondamentali”.