Key4biz

Inwit, ricavi 2019 in crescita del 4,5% in attesa di Bruxelles

Inwit, la società delle torri Tlc controllata al 60% da Tim in procinto di fondersi con Vodafone Towers, ha chiuso il 2019 con un fatturato pari a 395,4 milioni, in aumento del 4,5% rispetto al 2018. Escludendo alcuni ricavi non ricorrenti (one-off) il fatturato è pari a 385 milioni (+2,9%). L’utile netto confrontabile è pari a 146,4 milioni, con un incremento del 4% (+3,5% al netto dei one-off).

Dividendo

Proposta la distribuzione di dividendi per 126,746 milioni. Il dividendo sarà pari a 0,132 euro per ognuna delle 960,2 milioni azioni ordinarie in circolazione dopo il perfezionamento della fusione di Vodafone Towers in Inwit, fermo restando che ove la fusione si dovesse perfezionare dopo la record date, il dividendo sarà pari a 0,211 euro per ognuna delle 599.777.882 azioni ordinarie in circolazione a quella data.

Investimenti

Gli investimenti industriali del periodo sono stati pari a 64,8 milioni di euro in aumento di 3 milioni di euro rispetto all’ esercizio 2018 (61,8 milioni di euro).

Indebitamento

L’indebitamento finanziario netto è pari a 712,1 milioni di euro, comprendendo in particolare l’incremento di 640 milioni di euro derivante dall’applicazione del nuovo principio contabile IFRS 16 (Leasing). Escludendo tale impatto, l’Indebitamento Finanziario Netto risulta pari a 72,4 milioni di euro, in aumento rispetto al 31 dicembre 2018 (48,1 milioni di euro). Si è registrato nel corso dell’anno anche un marcato incremento del numero dei tenants, grazie all’allargamento della base clienti non solo agli operatori mobili, ma a nuove realtà in grande espansione con un bisogno crescente di connettività (FWA e IoT): questo ha portato all’aumento del co-tenancy ratio a 1.95x (numero cliente per sito).

Giovanni Ferigo: con bilancio 2019 si chiude una fase nostra storia

Con l’approvazione del Bilancio 2019 si chiude una fase della storia di INWIT. A quattro anni dalla nascita e dalla quotazione in Borsa, possiamo vantare risultati eccellenti – ha sottolineato l’Amministratore Delegato, Giovanni Ferigo -. La società non solo ha allargato la propria customer base attraverso le nuove ospitalità ad altri operatori e ai nuovi attori delle tlc che utilizzano tecnologie e applicazioni diverse come il Fixed Wireless Access (FWA) o i servizi dell’Internet of Things (IoT), ma via via ha saputo valorizzare ancor di più le proprie infrastrutture di elevata qualità cogliendo le diverse opportunità tecnologiche emergenti e quindi ponendosi come leader in Italia nella realizzazione di Small Cell e di Distributed Antenna System (DAS).

“Oggi INWIT, forte di questa sua esperienza di successo – ha annunciato Ferigo – si appresta a intraprendere una nuova fase che la vedrà come big player del processo di consolidamento del settore delle infrastrutture per le telecomunicazioni. La nostra società sarà l’abilitatore di soluzioni innovative, dalle smart cities, all’industria 4.0, alle coperture indoor nelle aree e negli edifici con grande affollamento accelerando la diffusione del 5G e contribuendo in questo modo allo sviluppo del Paese. Questo accresciuto ruolo di INWIT nel panorama industriale italiano ci impone anche una nuova e più accentuata attenzione alla sostenibilità ambientale delle nostre attività. Per la prima volta la società – ha concluso l’Amministratore Delegato – presenterà un Piano triennale di Sostenibilità con precisi obiettivi da raggiungere tra quelli fissati dall’ONU, con iniziative per il benessere dei dipendenti, per l’utilizzo di energie pulite e per l’acquisto di prodotti e servizi a basso impatto ambientale”.  

Verdetto Antitrust Ue

Nel contempo, è atteso per oggi il via libera dell’Antitrust Ue alla fusione delle torri di Vodafone Towers in Inwit, portando a 22mila le torri condivise sul territorio nazionale. L’operazione prevede oltre al co-sharing dei siti anche un piano di co-investimenti per la realizzazione della nuova rete 5G.

L’istruttoria dell’Antitrust Ue, secondo indiscrezioni del Sole 24 Ore, si concluderebbe in Fase 1 consentendo di chiudere il deal entro l’estate. Sono previsti dei remedies, delle concessioni, per arrivare al via libera all’operazione, come in primis l’apertura di parte delle torri ai concorrenti. In particolare, sarebbero messi a disposizione su base annua dei rivali fra 400 e 630 siti in diverse città con più di 35mila abitanti, secondo la Reuters.

L’operazione sarebbe suddivisa in due parti: la fusine delle torri e la condivisione di parti attive della rete mobile fra Tim e Vodafone.

L’operazione

Una volta chiusa questa operazione da 10 miliardi, Tim e Vodafone deterranno una quota del 37,5% a testa e un controllo paritario della nuova società. Vodafone stima in 800 milioni le sinergie derivanti dall’operazione e proventi incrementali per un miliardo. Tim dal canto suo prevede sinergie per 800 milioni e un incremento di 200 milioni dell’Ebitda entro il 2026 e una riduzione del debito di 1,4 miliardi nello stesso periodo.

I soci hanno siglato inoltre un accordo triennale di lock up e prevedono di diminuire gradualmente le rispettive quote al 25% per aprire a nuovi soci, un procedimento quest’ultimo che sembra già avviato con la cessione del 25% a fondi infrastrutturali, in pole position ci sarebbe Ardian.

Exit mobile version