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Inwit promossa a Piazza Affari, entra nel FTSE MIB

Le azioni Inwit saranno quotate a partire da lunedì 22 giugno sul listino principale di Borsa Italiana, FTSE MIB.

A 5 anni esatti dal primo giorno di quotazione, la ‘promozione’ al listino principale (INWIT fa parte attualmente dell’indice FTSE ITALIA Mid Cap) è stata decisa dall’ FTSE Index Series Technical Commitee.

Il Technical Committee ogni tre mesi effettua una revisione dei titoli inseriti nei diversi Index in base a parametri tecnici legati alla capitalizzazione, al flottante e alla liquidità. Inwit, con una capitalizzazione di 8,8 miliardi di euro, prenderà così il posto del marchio del lusso Salvatore Ferragamo sul listino principale della Borsa di Milano.

Collocamento 5 anni fa

Inwit è sbarcata in Borsa esattamente 5 anni fa il 22 giugno del 2015. All’epoca, il prezzo di collocamento della Ipo fu di 3,436 euro e da allora il titolo ha registrato un incremento costante del 169%. Oggi il prezzo delle azioni Inwit è pari a 9,250 euro e l’attuale capitalizzazione del gruppo è di 8,8 miliardi di euro.

L’azienda è solida, visto che le sue torri di trasmissione saranno il veicolo del 5G, un business florido che garantirà lo sviluppo economico del futuro.

Ferigo: ‘Importante riconoscimento’

“L’ingresso di INWIT nel listino principale di Borsa Italiana –ha commentato l’Amministratore Delegato della società, Giovanni Ferigo è un importante riconoscimento alla solidità e alle potenzialità della realtà nata dall’incorporazione di Vodafone Towers. INWIT è ora il principale operatore infrastrutturale per le telecomunicazioni wireless in Italia e dispone di know how e risorse per supportare al meglio la crescita del settore e del Paese, ampliando il volume della sua attività grazie anche a business innovativi. Siamo certi che la società sarà in grado di rispondere alle aspettative degli azionisti e di tutti i suoi stakeholders”.

Tim e Inwit hanno completato il merger alla fine di marzo, creando così il principale tower operator italiano con più di 22mila siti nel paese. Le due società ora controllano una quota del 33,2% a testa avendo ceduto l’8,6% delle quote sul mercato per un controvalore di 800 milioni.

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