l'analisi

Internet in Italia? Costa poco, ma potrebbe andare meglio

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Secondo il Digital Quality of Life Index del 2021, l'indice che misura la velocità e la stabilità della connessione, l’Italia risulta infatti ventisettesima in classifica, tra la Polonia e la Repubblica Ceca.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Italia, nazione di smartphone e, di conseguenza, di offerte di telefonia mobile: ma per quanto tradizionalmente nel nostro Paese i cellulari di ultima generazione siano praticamente ovunque e l’affermazione di questa tecnologia sia stata rapidissima, fin dai primi anni della sua introduzione, ciò non sempre si traduce con una buona qualità di ciò che oggi è più importante quando si prende un telefonino in mano: la stabilità e la velocità della connessione. È questo il quadro che emerge dalla ricerca di Surfshark sul Digital Quality of Life Index del 2021, che indica appunto il livello a cui è arrivato quest’anno il 90% della popolazione mondiale (più di 110 nazioni) in materia di connessioni sia mobili che fisse.

Internet: mediocri in Europa e nel mondo, e va peggio del 2020

L’Italia risulta infatti ventisettesima in classifica, tra la Polonia e la Repubblica Ceca. Un risultato non particolarmente lusinghiero, e soprattutto ben lontano dalle vette della Danimarca – primo Paese al mondo – ma anche della Francia (settima), della Svizzera (ottava), della Germania (nona), del Regno Unito (decimo), dell’Olanda (undicesima), della Svezia (tredicesima), della Norvegia (quattordicesima). Fanno meglio di noi anche il Lussemburgo, la Lituania, la Spagna, l’Austria, l’Irlanda e il Belgio; nel resto del mondo, da segnalare la Corea del Sud al secondo posto, Israele al quarto, gli Stati Uniti al quinto e Singapore al sesto.

Le cattive notizie non sono finite: abbiamo perso ben sette posti rispetto al 2020, a dimostrare che il digital divide è ancora un fattore che non si può ignorare nel nostro Paese, con buona pace di tutti gli sforzi fatti per portare Internet veloce nei mesi più duri della pandemia per far fronte alle richieste dovute alla didattica a distanza e allo smart working.

In quanto a Internet Affordability siamo al quarantunesimo posto, ma va molto meglio per quanto riguarda le connessioni mobili, misurate come il tempo di lavoro necessario per permettersi la meno cara tra le possibili offerte (dodicesimo posto), rispetto a quelle fisse (quarantaseiesimo). I comparatori come SOSTariffe.it offrono proprio in questi casi un grande aiuto, permettendo di paragonare tra di loro, a seconda della città in cui si intende sottoscrivere un nuovo abbonamento, le tante tariffe che oggi gli operatori sia mobili che fissi mettono sul mercato.

Singapore fa quasi sei volte meglio di noi

Male anche la qualità di Internet (quarantesimo posto complessivo), con risultati disastrosi sulla stabilità delle connessioni mobili (ottantacinquesimi, nostra performance peggiore in assoluto). Meglio vanno i miglioramenti della banda larga, dove siamo ventiquattresimi, ma anche in questo caso la stabilità è tutta da rivedere (cinquantottesimo posto).

Parlando delle infrastrutture elettroniche, siamo al ventesimo posto – meglio quindi della nostra media – riguardo al numero di individui che utilizzano la Rete ogni 100 abitanti, 92,5. E andiamo meglio del previsto anche per quanto riguarda la sicurezza informatica: siamo infatti diciannovesimi, con un buon risultato anche per quanto riguarda la valutazione delle leggi sulla protezione dei dati.

E per quanto concerne la velocità media? Anche qui i risultati sono abbastanza sconfortanti: la velocità media di Internet mobile è di 40,92 Mbps (quarantaquattresimo posto), la banda larga fissa arriva a 74,60 Mbps (quarantaduesimi), un altro dato che fa notare quanto siano ancora diffuse in Italia le connessioni in fibra “ibrida” FTTC, che nominalmente sono fibra ma in pratica utilizzano ancora parzialmente la linea telefonica in rame, con performance più simili a quelle di una vecchia ADSL che non della fibra “vera” FTTH quando l’armadio stradale è lontano dal domicilio dell’utente. Per fare un paragone, basti pensare che Singapore può vantare una media di ben 230,22 Mbps per quanto riguarda la banda larga fissa.

In Italia il digital divide è di casa

Già, ma che cosa ne pensano gli utenti italiani delle loro connessioni? È facile immaginare che non siano soddisfatti, ma bisogna ricordare che i valori medi non aiutano a restituire un’immagine efficace del nostro Paese, che a differenza di Paesi superurbanizzati (Singapore, appunto), o fondamentalmente “piatti” (la Danimarca non supera i 170 metri di altitudine), anche prescindendo da tutte le considerazioni possibili sul PIL e sulla qualità e flessibilità del sistema legislativo, presenta delle difficoltà oggettive: due grandi catene montuose come le Alpi e gli Appennini (che nel secondo caso “spaccano” il Paese in due), una presenza molto forte di piccoli centri, magari difficili da raggiungere, diverse isole. Ecco perché nelle grandi metropoli come Milano è molto frequente sfrecciare al massimo della velocità senza alcun problema di qualità della rete, mentre in zone con una densità di popolazione molto bassa, magari al Centro-Sud, interi Comuni non possono contare nemmeno sulla FTTC, figuriamoci la FTTH, rimanendo confinati all’ADSL o, nel caso in cui la ricezione mobile sia buona, al 4G.

Per gli utenti, il meglio è low-cost

Secondo una recente ricerca di Altroconsumo, la soddisfazione globale degli utenti per quanto riguarda la telefonia fissa, e quindi Internet mobile, è almeno buona per la fibra ottica di Sky Wifi, Fastweb, Tiscali, Vodafone, Wind Tre, Eolo e TIM, mentre scende prevedibilmente quando si parla delle ADSL. In particolare, chi si aggiudica il miglior risultato in assoluto (una soddisfazione da 77 punti su 100) è proprio Sky Wifi, che sembra avere già conquistato i suoi utenti per la qualità di Internet (79 punti, un po’ meno bene le telefonate a 72), mentre al secondo posto resta salda Fastweb con una media di 76 punti, divisi più o meno egualmente tra la qualità di connessione (76) e quella delle chiamate (70).

E per quanto riguarda la telefonia mobile? La più soddisfacente in assoluto è un po’ a sorpresa Coopvoce, con un ragguardevole 81 (83 telefonate, 76 Internet), seguita da quasi tutte le altre low-cost: Ho (79 punti di soddisfazione globale), Iliad (78), Uno Mobile (77), Kena Mobile (76) e Fastweb (75). La soddisfazione scende con gli operatori maggiori: Tiscali è a 73, un punto più di Vodafone e due più di Postemobile; seguono Very Mobile a 70 e, fanalini di coda, TIM e Wind Tre a 68.

Infine lo streaming TV: vanno benissimo Netflix e Disney+ (79 e 77), si difendono bene Amazon Prime Video (74), Eurosport (71), Sky (70), Chili TV (70), NOW TV (66) e Apple TV (65); molto meno bene Infinity, DAZN, TIMVision e Vodafone TV, a dimostrazione che i bundle televisione-telefonia non sembrano trovare un favorevole riscontro di pubblico.