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A tutta fibra: chi sale e chi scende tra gli operatori

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Fibra forse non ancora per tutti, ma per molti sì, mentre si sviluppano nuove tecnologie che miglioreranno molto la situazione anche per chi ha contro una situazione geografica poco favorevole per l’alta velocità delle connessioni.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Fibra ottica mon amour. Le sfide della pandemia hanno convinto tutti, o quasi, sulla necessità di avere una connessione Internet casa affidabile e dalle alte performance, con un costo accettabile (su SOSTariffe.it si possono trovare tutte le offerte più convenienti attualmente disponibili sul mercato).

A confermarlo è il periodico report dell’Osservatorio sulle Comunicazioni di Agcom, che segnala come gli accessi tramite FTTH a marzo 2021 abbiano superato i 2,1 milioni. In quattro anni, fa notare l’Autorità, il panorama Internet italiano è cambiato profondamente: dopo gli interminabili discorsi fatti sul digital divide – fenomeno tutt’altro che risolto – siamo passati da marzo 2017, quanto l’80% degli accessi alla rete fissa era in rame – a oggi, quattro anni più tardi, quando le vecchie ADSL sono scese al 33%, ben 9,93 milioni di linee in meno, malgrado il numero complessivo degli accessi alla Rete in banda ultralarga sia aumentato.

Fibra: aumenta la velocità, scendono le linee fisse

Tutto questo si traduce, ovviamente, in una velocità media molto più elevata per quanto riguarda le connessioni in Italia: sempre nel 2017 le linee con una velocità pari o superiore a 100 Mbit/s (la FTTC “standard”) erano il 5,6% del totale; oggi sono più della metà del totale, il 55,1%. Insomma, fibra forse non ancora per tutti, ma per molti sì, mentre si sviluppano nuove tecnologie che miglioreranno molto la situazione anche per chi ha contro una situazione geografica poco favorevole per l’alta velocità delle connessioni (zone montane, isole e così via).

Da segnalare poi il fatto che se le connessioni broadband e ultrabroadband, cioè dall’ADSL in su, sono cresciute (a marzo 2017 erano 15,94 milioni, oggi 18,37 milioni) il numero di accessi diretti alla rete fissa si sta lentamente contraendo: 20,42 milioni di accessi a marzo 2017, 19,95 milioni oggi, segno che molti stanno disattivando le proprie linee fisse per connettersi via smartphone o modem portatili a Internet: un’ottima alternativa, se si ha una buona copertura, considerando quanti sono gli operatori che offrono dotazioni di gigabyte mensili più che generose.

Fibra, addio ADSL. Arrivano FTTH e FWA

Leggendo il rapporto Agcom, per quanto riguarda le tipologie di accesso alla rete, continua quindi il crollo dell’ADSL, tecnologia ormai non più utilizzabile per la gran parte degli impieghi più avidi di banda, dallo streaming ad alta definizione ad attività come la didattica a distanza e lo smart working, che, con il lockdown ma soprattutto con la persistenza di forme ibride (un po’ a distanza, un po’ in presenza) anche dopo la fine dell’emergenza, sono ormai fondamentali per sempre più famiglie. Secondo i dati Agcom, infatti, a marzo 2021 la variazione è stata, rispetto a marzo 2021, del -26,0%; è aumentata la quota di TIM ma sono scese molto sia Vodafone che Wind, sempre più concentrate sulla fibra ottica.

Va ricordato che ancora alcune zone d’Italia sono così isolate e impervie da non poter accedere nemmeno alla FTTC, e quindi fino a poco tempo fa potevano contare soltanto sull’ADSL; adesso, però, c’è anche la FWA, che consente di unire la fibra ottica con il wireless, ovviando così ai problemi di chi proprio non è raggiunto neppure dalla normale telefonica. E infatti le FWA sono cresciute, con un +16,9% rispetto a un anno fa. Dominatori del settore sono sempre Linkem ed Eolo, che però hanno perso un po’ di mercato (soprattutto la prima) a favore di TIM, che ha cominciato a offrire la sua proposta FWA (TIM Super FWA), idem per Vodafone (con la Giga Network FWA).

Boom della fiber to the home: +54,8%

È però la fibra ottica propriamente detta – quella cioè che arriva fino al domicilio dell’utente, sia con l’ultimo tratto su rame (FTTC) sia con un collegamento tutto in fibra (FTTH) – a crescere di più. Molto bene la FTTC, che oggi è la forma di accesso alla rete in assoluto più diffusa, con 9,62 milioni di accessi: una variazione, tra marzo 2020 e marzo 2021, del +18,2%, in un mercato sostanzialmente in equilibrio (scendono un po’ Vodafone e TIM, salgono WindTre e Fastweb). Ma i migliori risultati in assoluto sono quelli della FTTH, per velocità da 1 Gbit/s in su: l’aumento in un anno è stato addirittura del +54,8%, per un totale attuale, come si è detto, di 2,11 milioni di accessi, a testimonianza di un ingente investimento nella cablatura in tutto il Paese (rispetto alla FTTC, la FTTH richiede più tempo e lavori più invasivi, pur garantendo performance nettamente migliori). Qui Fastweb è crollata (la sua quota di mercato, sempre maggioritaria, è precipitata al 27,5%, 6,5 punti percentuali in meno rispetto a un anno fa) contro una crescita di TIM (+3,6, ora al 17,6%) e WindTre (+2,4, ora al 22,7%). Ora WindTre insidia da vicino il secondo posto di Vodafone, le cui linee rappresentano il 23,7% delle connessioni FTTH in tutto il Paese (in discesa di 1,5 punti rispetto a marzo 2020).

Nella banda larga TIM continua a dominare, sale Eolo

Le linee in più a banda larga e ultralarga nell’ultimo trimestre sono state 244mila (+1,3%), per una variazione totale di 695mila linee all’anno (+3,9%), risultato del bilancio più che positivo tra i nuovi accessi (più di due milioni e mezzo, per l’esattezza 2.457.000, il 22,6% in più) e le ADSL ormai dismesse (1 milione e 762mila linee in meno, una discesa del -26%).

Per quanto riguarda le quote di mercato complessive, il più grande operatore italiano nel settore delle connessioni Internet casa rimane, senza rivali, TIM, che ha una quota di mercato pari quasi al secondo, terzo e quarto operatore italiano messi insieme: il 42,2%, seguita da Vodafone (16,4%), Fastweb (15,1%) e WindTre (13,9%). Per TIM si tratta comunque di una discesa di 0,6 punti, mentre Vodafone, Fastweb e WindTre sono o rimaste costante o cresciute leggermente; chi ha mostrato il maggior incremento è stata Eolo, che ora tallona Linkem come quinto operatore italiano (al 3,1% di quota di mercato, contro il 3,7% di Linkem); proprio l’aver puntato sulla FWA, tecnologia sempre più paragonabile alla fibra ottica rispetto al “vecchio” Wimax in quanto a prestazioni, ha sicuramente giocato a favore dell’operatore. 

Fonti: https://www.agcom.it/documents/10179/23499052/Documento+generico+12-07-2021/573032b9-d1c1-4aec-a316-1ab0e1844e47?version=1.0