Frequenze tv

Interferenze tv: pronto il Decreto. Al via la consultazione

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Pronto il decreto ministeriale sulla dismissione delle frequenze televisive che creano interferenze agli Stati confinanti. Parte oggi la consultazione che durerà fino al 10 dicembre.

Pronto il decreto del Ministero dello Sviluppo economico che farà chiarezza sulla grave questione delle interferenze televisive sui Paesi confinanti. Il provvedimento è online da oggi ed è stata avviata sempre in data odierna la consultazione che durerà fino al 10 dicembre per dar modo alle emittenti locali che dovranno dismettere le frequenze di formulare le proprie osservazioni.

La consultazione delle tv locali – ha dichiarato il Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli –  è un altro passo in direzione dell’obiettivo che ci siamo dati fin dall’inizio, di superare l’eccessiva saturazione dello spettro e risolvere il problema delle interferenze con i paesi confinanti: il punto di arrivo finale è registrare tutte le frequenze, nazionali e locali, a Ginevra”.

Sono circa un’ottantina le frequenze televisive, già individuate dalla delibera Agcom del settembre scorso, che provocano interferenze e che saranno disattivate entro la data del 31 dicembre secondo quanto prevede la legge 9 del 2014.

Il decreto del MiSE era atteso da tempo ormai. Considerati i tempi tecnici che passeranno tra la consultazione e l’approvazione, facile dedurre che possa esserci una proroga della deadline.

La battaglia si prospetta già molto dura, in quanto non solo le misure colpiranno pesantemente tutte le emittenti della fascia adriatica (secondo le previsioni solo per Puglia si prevede la disattivazione di 2/3 delle frequenze), ma gli indennizzi previsi dalla legge 9 che ammontano a 20 milioni di euro sono considerati dalle tv locali insufficienti a compensare i danni subiti dagli operatori di rete colpiti dal provvedimento di sfratto. Al momento, infatti, sebbene si era parlato dell’intenzione di portare la cifra a 50-60 milioni di euro, non c’è alcuna novità a riguardo.

A questo si aggiunga che parliamo di frequenze che erano state assegnate per venti anni a seguito di gare svoltesi negli anni 2011 e 2012.

Aeranti-Corallo, associazione nazionale di categoria delle imprese radiotelevisive locali, ha ribadito oggi di ritenere le norme “inaccettabili in quanto lo Stato italiano, a fronte di proprie evidenti responsabilità politiche e legali sulla problematica, avrebbe dovuto individuare soluzioni adeguate per tutelare la posizione di imprese che hanno realizzato investimenti e sviluppato occupazione confidando in assegnazioni frequenziali rimesse in discussione poco tempo dopo il relativo rilascio”.

Secondo Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti-Corallo, “lo Stato Italiano avrebbe dovuto individuare soluzioni adeguate per tutelare la posizione di imprese che hanno realizzato investimenti e sviluppato occupazione confidando in assegnazioni frequenziali rimesse in discussione poco tempo dopo il relativo rilascio”.

“Dobbiamo purtroppo constatare – ha proseguito Rossignoli – che ad oggi il Governo non ha assunto alcuna iniziativa per cercare di dare soluzione al problema, nonostante che vi siano numerosi canali televisivi liberi tra quelli esclusi dall’ex beauty contest e quelli non assegnati in sede di beauty contest”.

Per Rossignoli, infatti, “tali canali liberi potrebbero essere assegnati in sostituzione di eventuali canali da dismettere”.

La situazione è difficile, perché se da un lato c’è in gioco il futuro di molte Tv locali che sono già in stato di agitazione, dall’altro c’è da rispettare gli impegni che l’Italia ha preso con l’ITU per risolvere i problemi interferenziali, in primis con Slovenia e Croazia, ma anche con Francia, Malta, Svizzera e San Marino.