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Intelligenza artificiale, nessuno parla dei suoi limiti. I casi di insuccesso

Fino a qualche anno fa si diceva “c’è un’app per fare tutto” mentre oggi il nuovo mantra è “può farlo l’intelligenza artificiale al posto dell’essere umano”. E la stessa Silicon Valley sta cambiando pelle: è a caccia di nuovi apparecchi robotizzati basati sull’intelligenza artificiale. Nella Valley ci sono al momento 19 aziende che progettano auto e camion senza conducente, il triplo rispetto a pochi anni fa.

Secondo stime di CB Insight, gli investimenti in startup specializzate in intelligenza artificiale sono quadruplicati a 681 milioni di dollari nel 2015, a fronte dei 145 milioni del 2011. Secondo la società di analisi gli investimenti hanno raggiunto quota 1,2 miliardi di dollari nel 2016, in aumento del 76% rispetto al 2015. Le previsioni per quest’anno sono rosee.

In particolare le imprese che in Europa si occupano di cognitive technology e intelligenza artificiale (IA) hanno registrato quest’anno un aumento dei ricavi del 40% sul 2016. Grazie ad un mercato di oltre 1,5 miliardi di dollari, tali tecnologie fino al 2020 mostreranno un tasso di crescita annuo (Carg) di oltre il 42%, fino a raggiungere un valore complessivo di 4,3 miliardi di dollari.

Anche i big dei social media si stanno avvicinando all’intelligenza artificiale. Facebook la sfrutta per migliorare i suoi prodotti, Google per sfidare Amazon Echo e Apple Siri, ha da poco lanciato Home che consente di ascoltare tutto ciò che avviene in casa, di rispondere a domande e di fare ordini tramite eCommerce. Microsoft ci sta lavorando e il settore auto è presente nella Valley per capire come integrare l’intelligenza artificiale a bordo.

E il rovescio della medaglia qual è se ci mettiamo nei panni dei lavoratori in carne e ossa? Il 41% pensa di perdere il posto di lavoro a causa dell’intelligenza artificiale, secondo un sondaggio di Telecoms.com. Ma queste persone farebbero sonni tranquilli se sapessero che anche l’IA non è infallibile.

Gli insuccessi dell’Intelligenza artificiale

Microsoft è stata costretta a chiudere l’account su Twitter del chat-bot Tay perché scriveva frasi razziste. Come mai si era arrivato a questo punto? L’algoritmo, dotato di intelligenza artificiale, imparara dalle conversazioni degli utenti per poi scrivere delle sue frasi, cercando di avere sul social una normale conversazione. Ma molti utenti si sono presi gioco di Tay e le hanno insegnato frasi razziste che lei, come un pappagallo, ha scritto.

Anche Facebook è stata costretta a rivedere i suoi chat-bot dopo, secondo The Information, il 70% d’insoddisfazione raggiunta dagli utenti.

Questi due semplici esempi di insuccesso dell’intelligenza artificiale, rispetto ai tanti casi di successo in diversi settori, dimostrano che il capitale umano non verrà di colpo sostituito dai robot dotati di AI e un’altra conferma deriva dall’annuncio dello stesso Facebook di assumere 3mila moderatori per filtrare hate speech e contenuti inappropriati.

Come dire ci sono lavori che possono essere svolti dall’intelligenza artificiale e lavori dove l’intelligenza umana è insostituibile, fortunatamente.

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