Il Piano

Infrastrutture per la mobilità sostenibile: stanziati 25,3 miliardi nel PNRR, -50% rispetto all’annuncio di Giovannini

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Stanziato un volume di risorse inferiore del 50% rispetto a quanto annunciato fino a pochi giorni fa dal ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini. Ma si tratta di investimenti comunque strategici e non rinviabili, necessari per unità del Paese, crescita e competitività delle imprese.

I trasporti rappresentano un capitolo strategico per la crescita di un Paese. consentono la circolazione di persone e merci, favoriscono scambi commerciali e culturali, costituiscono una base di partenza per ogni processo di unificazione, che per noi significa Unione europea.

PNRR e infrastrutture sostenibili

Per questo il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR) ha fissato diversi obiettivi relativi ai trasporti su strada, su ferrovia, aerei e marittimi (via acqua in generale, raccolti nella terza missione dal titolo “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”.

In totale la missione potrà contare su 25,33 miliardi di euro, molti in meno rispetto alle prime indiscrezioni stampa, che stimavano le risorse a 31,5 miliardi di euro. Solo una settimana fa il ministro dei Trasporti e della mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, dichiarava ai microfoni di Radio Rai Uno di attendersi almeno 50 miliardi di euro dal PNRR, con l’intenzione di destinare il 50% del fondo alle regioni del Sud.
Oltretutto c’è ora da verificare se questa percentuale sostanziosa di risorse sarà mantenuta per la ripresa del Mezzogiorno d’Italia.

Schema generale della spesa

Un deciso ridimensionamento, quindi, per un piano che comunque vede fissati obiettivi fondamentali per lo sviluppo di una rete di trasporti moderna, sicura, efficiente e sostenibile ovviamente dal punto di vista ambientale.

Sulla centralità strategica delle nuove infrastrutture era intervenuto anche il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, definendole necessarie, ma anche costose, proprio per richiamare l’attenzione di tutti su questo passaggio centrale del piano.

Gli obiettivi primari

Il significativo potenziamento nell’offerta di trasporto modificherà radicalmente le scelte di viaggio dei passeggeri, dei lavoratori e dei giovani. Per questi ultimi, dal punto di vista generazionale le opportunità di mobilità sono fondamentali per la loro formazione e per il loro corretto collocamento nel framework lavorativo”, è spiegato nel commento alla missione.

Sono misure come detto strategiche, anche per potenziare la mobilità delle donne, le quali utilizzano più degli uomini i trasporti collettivi e meno l’auto privata. Poi c’è il territorio, che va tutelato, ripopolato e rilanciato, motivo per cui “si auspica che gli investimenti produrranno un’inversione dei fenomeni di depauperamento demografico e socio-economico dei territori meno collegati, fungendo da fattore di coesione territoriale”.

Una migliore e più estesa rete ferroviaria e una rete stradale smart sono imprescindibili per contribuire ad aumentare la competitività del Paese, colmare il divario tra il nord e il Mezzogiorno, garantire collegamenti rapidi ed efficienti tra l’est e l’ovest della penisola e uniformare la qualità dei servizi di trasporto su tutto il territorio nazionale.

Questo è quanto si legge dalle 318 pagine della bozza del PNRR che il Consiglio dei ministri deve limare, in vista della presentazione alle Camere nei primi giorni della prossima settimana e della successiva chiusura per arrivare a spedirlo a Bruxelles entro il 30 aprile.