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Infrastrutture digitali, l’Antitrust affossa la rete unica verticalmente integrata

banda larga

Un intero capitolo, il primo, dedicato alle reti e agli investimenti per la digitalizzazione del Paese. Questo lo spazio da protagonista dedicato dall’Antitrust al tema delle infrastrutture di rete contenuto nella segnalazione inviata al Governo Draghi in vista della legge annuale sulla concorrenza. Quello che emerge è una bocciatura della rete unica, a maggior ragione verticalmente integrata, a favore invece di una concorrenza infrastrutturale che serve da stimolo imprescindibile per la realizzazione delle nuove reti fisse e mobili.

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Concorrenza infrastrutturale fondamentale

Il primo punto imprescindibile per l’Antitrust riguarda la “Promozione della concorrenza infrastrutturale”; Il secondo punto “La riduzione degli oneri amministrativi e autorizzatori per velocizzare le tempistiche di realizzazione delle reti di telecomunicazione fissa e mobile”; e ancora, l’Autorità esorta il Governo a recepire (finalmente) il Nuovo Codice delle Comunicazioni Elettroniche, il cui termine di recepimento è scaduto il 21 dicembre scorso. Il Nuovo Codice contiene le misure che privilegiano il modello di operatore wholesale only e le forme di co-investimento previste dalla nuova normativa. E infine, dedica un passaggio alla promozione dei voucher, per promuovere la domanda dormiente di connessioni a banda ultralarga.

“E’ del tutto evidente che le reti digitali costituiscano l’infrastruttura portante dell’economia contemporanea e il loro sviluppo sia una priorità nel pacchetto di stimolo all’economia del Next generation EU”, si legge nel documento.

Per l’Autorità, “la concorrenza infrastrutturale è il principale motore per lo sviluppo delle reti” perché “una maggiore pressione concorrenziale induce gli operatori a migliorare la qualità e la velocità del servizio, mantenendo altresì prezzi bassi”.

Anche un confronto geografico, aggiunge l’Autorità, “suggerisce che gli operatori all’ingrosso tendono a sviluppare le proprie reti in modo più veloce nelle aree soggette a maggiore concorrenza: questo è il caso sia di TIM che di Open Fiber“.

Più concorrenza, più copertura

Voucher

Il Governo deve ricorrere a “politiche pubbliche di sostegno” per chiudere il gap infrastrutturale nelle aree a parziale fallimento di mercato (aree grigie) tramite l’individuazione di procedure competitive per l’attribuzione degli aiuti pubblici “che privilegino modelli di investimento in grado di assicurare” un’efficace competizione fra gli operatori.

L’azione di Governo, prosegue l’Autorità, dovrebbe altresì essere indirizzata a preservare e tutelare la concorrenza infrastrutturale e la pluralità delle reti di comunicazione e delle tecnologie disponibili nelle aree in cui non ci sono fallimenti di mercati (aree nere).

Voucher soltanto per connessioni da 100 Mbps in su

Creare un sistema di voucher per la banda ultralarga che sia di “semplice adozione” e premi gli investimenti per le reti più performanti. L’Antitrust propone che “i piani di incentivazione della domanda” individuati dal piano voucher per la connettività in banda ultralarga di famiglie con Isee fino a 50mila euro e imprese, messo in consultazione in data 31 luglio 2020, dovrebbero prevedere il beneficio “per le sole reti in grado di raggiungere una velocità di almeno 100 Mbps e privilegiando il sostegno alla domanda per le connessioni con tecnologia Gigabit”.

Telefonia mobile

Nell’ambito della telefonia mobile, l’Autorità ribadisce l’esigenza di “adottare un quadro di regole certe e di lungo periodo nella gestione delle risorse frequenziali scarse; verificare la validità dei limiti emissivi previsti; adottare una disciplina che consenta e assicuri l’effettività dell’azione delle ARPA per la risoluzione delle situazioni di inquinamento elettromagnetico dovuto al contributo di impianti esistenti e di impianti di nuova costruzione”. Infine, per stimolare la domanda di connessioni a banda ultra-larga, l’Autorità segnala “l’esigenza di limitare il ricorso, da parte degli operatori, a soluzioni tariffarie che determinano meccanismi di lock-in contrattuale e ostacolano la mobilità tra fornitori, tecnologie e reti differenti” e di adottare “politiche di stimolo alla domanda – ad esempio, attraverso l’erogazione dei voucher – che premino effettivamente gli investimenti in reti “a prova di futuro” con tecnologia Gigabit”. L’Autorità auspica infine una revisione dei limiti di emissione elettromagnetica, in linea con l’Europa.

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