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Industria culturale: ‘Fai la cosa giusta’, campagna britannica a difesa del copyright

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Email dal proprio provider per chi scarica illecitamente contenuti protetti da diritto d’autore. In Gran Bretagna c’è la campagna ‘Get it right’, fai la cosa giusta, per promuovere la cultura del consumo legale di contenuti digitali tra i giovani.

Le industrie culturali e creative contribuiscono per il 2,96% al Pil italiano e, dato ancora più importante, rappresentano il 4,6% della forza lavoro. Parliamo di un settore che ha generato, nel 2015, un valore economico complessivo di 47,9 miliardi di euro secondo lo studio “Italia Creativa”.

Di questi, l’86% sono diretti, cioè derivanti da attività legate direttamente alla filiera creativa, quali la concezione, la produzione e la distribuzione di opere e servizi culturali e creativi.

Un’industria, nel suo complesso, che dà lavoro a più di 880 mila persone nel nostro Paese.

Un mercato variegato, in cui si va dalla musica al cinema, dall’editoria ai videogiochi, che a livello europeo genera un fatturato pari a 914 miliardi di euro, per 11 milioni di posti di lavoro, posizionandosi come terza più significativa area economica.

Come ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, segretario generale Fapav, la pirateria digitale causa solo in Italia ogni anno oltre 500 milioni di euro di danni al comparto audiovisivo, senza contare la perdita per l’erario, l’evasione fiscale e il danno in termini occupazionali. Un patrimonio da tutelare e proteggere, con leggi adeguate e più efficaci, e certamente da valorizzare, anche con un’offerta legale e accessibile a tutti.

In Gran Bretagna, la campagna “Get it Right from a Genuine Site” rappresenta un approccio completamente nuovo al problema della violazione del copyright, cercando di coinvolgere i consumatori più giovani in una modalità a loro più vicina. Per la prima volta i creatori di contenuti del mondo del cinema, della televisione e della musica, con il sostegno del governo e delle associazioni di categoria, i rivenditori e gli altri settori creativi, tra cui giochi, libri, media e sport, si uniscono con gli Internet Service Provider (ISP) per promuovere il valore della creatività e per ridurre le violazioni online del copyright.

Un’azione di comunicazione partita nel 2015 e che punta a raggiungere gli utenti della rete, sia chi usa generalmente il Pc, sia chi sfrutta il proprio smartphone, suggerendogli di “fare la cosa giusta” e illustrando le tante alternative valide e legali (genuine sites) per consumare tranquillamente e nel rispetto del copyright i più disparati contenuti multimediali: dalla musica al cinema, passando per l’editoria digitale.

La nostra campagna supporta i molteplici settori delle industrie creative del Regno Unito, tra cui musica, televisione, cinema, libri e riviste, sport, giochi e fotografia. Alcuni dei maggiori talenti creativi del Regno Unito, dall’attrice e YouTuber Carrie Hope Fletcher al poeta Benjamin Zephaniah, fino al giocatore di rugby, James Haskell, e molti altri ancora, hanno preso parte all’iniziativa, condividendo quanto tempo hanno dovuto impiegare nella loro arte utilizzando l’hashtag #GetitRight“, spiega Marianne Grant, portavoce della campagna Get It Right from a Genuine Site.

Come spiegato anche nel sito ufficiale della campagna, a cui hanno aderito Istituzioni centrali, imprese e associazioni di settore, sono oltre 2 milioni i lavoratori britannici direttamente occupati nell’industria creativa.

Proteggere il diritto d’autore significa tutelare questi posti di lavoro e il valore intrinseco dell’industria in questione, che un giorno potrebbe rappresentare un’opportunità professionale di rilievo per gli stessi giovani che oggi scaricano film illegalmente.

Tra le misure adottate c’è anche l’invio tramite email di “avvisi agli utenti” che si considera abbiano fruito e condiviso illegalmente tali contenuti, dei classici warnings. È lo stesso internet provider a provvedere, evidenziando giorno e ora della violazione e il tipo di contenuto scambiato, suggerendo infine dei link a siti dove è possibile legalmente vedere film o ascoltare musica, pagando un abbonamento o il noleggio online del singolo contenuto.

Ovviamente, fino a prova contraria, sono tutti innocenti e per questo si è scelta la strada dell’avvertimento. Come spesso accade, infatti, l’account del genitore potrebbe essere stato utilizzato a sua insaputa dal figlio. Ecco allora che l’elemento comunicativo e formativo è importante, quanto quello giuridico, perché è chiaro che la pirateria e le “cattive abitudini” su internet si possono combattere prima di tutto con la cultura della legalità, che oggi ha dalla sua parte un’ampia offerta online di film, musica e videogiochi, tramite numerose piattaforme di distribuzione online, sia in streaming, sia in download.