Convegni

ilprincipenudo. Quanti inutili convegni (parte seconda): effimere kermesse senza seguiti

di Angelo Zaccone Teodosi (Presidente Istituto italiano per l’Industria Culturale - IsICult) |

Lo Stato italiano e la Commissione Europea promuovono importanti convegni, ma senza prevedere né streaming né video degli eventi. È questo il risultato dell’Agenda Digitale italiana e del Semestre di presidenza Ue?

#ilprincipenudo è una rubrica settimanale di ragionamenti eterodossi di politica culturale e economia mediale, promossa da Key4biz a cura di Angelo Zaccone Teodosi, Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult.
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Ne abbiamo già scritto su queste colonne (vedi #ilprincipenudo. “Dalle Tlc al cinema, quanti inutili convegni. Ma i budget per la ricerca sono azzerati”), ma, dato che la patologia si sta aggravando giorno dopo giorno, torniamo a lamentare l’assurdità di un Paese che si riempie la bocca di “digitalizzazione”, e che poi casca sulla buccia di banana delle contraddizioni tra belle intenzioni e realtà fattuali.

Se abbiamo segnalato, sempre su “Key4biz” (vedi#ilprincipenudo. “La (non) politica turistica del Governo Renzi: dallo scandalo Italia.it alla confusione del Td Lab”), che mercoledì 17 c’è stata a Roma una prima sortita pubblica (“pubblica”…) del TdLab, ovvero del laboratorio per il turismo digitale promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, e che sarebbe stata auspicabile una “diretta” dei suoi lavori (che naturalmente non c’è stata, e nulla o quasi s’è saputo della kermesse, se non in blog semiclandestini…), che dire un “mega-convegno” che s’è tenuto alMaxxi di Roma, nel silenzio dei più (nessun articolo sulla stampa quotidiana, due dispacci di agenzia stampa due, ricaduta inesistente su web…), venerdì 11 e sabato 12 settembre, dal titolo altisonante“The Promise of Eu”, anch’esso caratterizzatosi per l’assenza di fruibilità per chi non ha avuto chance di partecipare di persona alla kermesse?!

Quel che segnalavamo in relazione alla inflazione di convegni del Festival del Cinema di Venezia (ed alla loro non accessibilità digitale), è qui ancor più grave: il convegno “The Promise of the Eu”, è stato organizzato dal Dipartimento per le Politiche Europee e Commissione Europea, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, la Rai, l’European Broadcasting Union – Ebu, la Fondazione Maxxi e Formez Pa.

Possibile che una simile iniziativa non venga promossa e comunicata adeguatamente, e, soprattutto, condivisa con le comunità professionali di riferimento?!

Che senso hanno queste iniziative, se non si utilizzano le tecnologie digitali per stimolare la loro disseminazione?!

Finiscono per essere riunioni quasi… “a porte chiuse”, kermesse “ad invito”, iniziative di passerella per la solita “compagnia di giro”.

Qual è il loro senso?

Consentire incontri tra rappresentanti istituzionali ed esponenti di organizzazioni e lobby, che peraltro potrebbero comunque incontrarsi “privatamente” a cena, a casa loro o in altri consessi prandiali, per sviluppare i loro ragionamenti e conversari?!

Ha senso organizzare, nel 2014, un convegno, un seminario, un laboratorio, e non renderlo accessibile digitalmente?! Non consentire lo “streaming live”, né la possibilità di fruire delle videoregistrazioni?!

Siamo forse un Paese così digitalmente arretrato, e culturalmente primitivo?!

In occasione del Semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, numerose sono le iniziative promosse anche in materia di politiche culturali e mediali: perché non esiste un coordinamento per aree tematiche?

Abbiamo rivolto questa domanda, nel luglio scorso, a Federico Garimberti, Portavoce della Presidenza Italiana del Consiglio Ue, e trascriviamo qui la sua gentile risposta: “Per gli eventi ‘culturali’ saranno le singole amministrazioni che li organizzano (o che danno il semplice patrocinio) a gestire la comunicazione nei modi e nelle forme che riterranno più opportuni. A noi, che gestiamo il coordinamento della comunicazione relativa al Semestre, spetta il compito di metterli in evidenza sul portale della Presidenza, ma sempre sulla base delle indicazioni delle singole amministrazioni. E ciò sarà fatto anche usando il calendario che trova sulla destra del sito”.

Il sito che Garimberti ci segnala è il seguente: http://italia2014.eu/it/. Ed il calendario non prevede alcuna classificazione tematica. Non vogliamo infierire, ma ci domandiamo poi chi è il web designer (non firma…) e chi è il web editor (anche lui anonimo…) di questo sito, che dovrebbe essere il portolano per i naviganti che bussano alla porta della Presidenza del Consiglio, per conoscere le iniziative italiane del Semestre. Il sito brilla per un’architettura che non sappiamo se definire sgangherata o surreale, ovvero frutto di un consulente di quelli che “realizzano” siti per duecento euro…

Basti segnalare che le iniziative riportate sul sito non sono classificate per area tematica, quindi il cittadino e l’operatore debbono andare ad effettuare una ricerca, andando nelle simpatiche sezioni: “Consiglio d’Europa”, “Consiglio Ue”, “Coreper e Cops”, “Riunioni informali”, “Parlamento Europeo”, “Altri eventi istituzionali”, “Calendario istituzionale completo”, “Eventi paralleli”.

E provate a veder fuori cosa esce fuori digitando “cultura” nel motore di ricerca interno del sito…

Da non crederci.

Torniamo per un attimo al convegno di venerdì e sabato scorsi al Maxxi. Questa la tematica: l’importanza dell’integrazione culturale europea e il ruolo strategico rappresentato dai public service. Un tema discretamente interessante. Alto anche il livello dei relatori: Gregory Paulger, Direttore Generale della Comunicazione della Commissione Ue; Silvia Costa, Presidente della Commissione Cultura e Educazione del Parlamento europeo; Jean-Paul Philippot, Presidente di Ebu; Antonello Giacomelli, Sottosegretario alle Comunicazioni; Sandro Gozi, Sottosegretario agli Affari Europei;Anna Maria Tarantola, Presidente della Rai… è stata anche illustrata una edizione del famoso“Eurobarometro”.

La ricaduta mediatica dell’evento è stata quasi… zero! Se si va sul sito del Formez, si possono trovare: il programma del convegno (oh, perbacco!), ed alcune video-interviste ai relatori (bontà loro!). Punto. Ah, dimenticavamo: scavando in rete, qualche traccia dell’evento si trova, sul sito della Rai (un comunicato stampa) e sul blog di Silvia Costa (copia del testo della sua relazione)…

Perché un’occasione di questo tipo deve restare una iniziativa sostanzialmente chiusa, riservata alla eletta schiera dei partecipanti, ovvero di coloro che sono stati invitati (e vai a capire le alchimie con cui vengono composti gli indirizzari) o che comunque ne hanno ricevuto notizia (direttamente dai promotori o per tam-tam relazionale)?!

È questo il modo di fare comunicazione, cultura, democrazia nell’Europa e nell’Italia 2014?

È questo il risultato concreto delle “agende digitali” europea ed italiana?!

Quanti danari pubblici vengono assegnati dallo Stato italiano per le iniziative del Semestre Europeo?

Quali sono i criteri con cui vengono assegnati?

Esistono dei pre-requisiti “comunicazionali” che dovrebbero essere imposti dalla Presidenza del Consiglio alle varie amministrazioni, affinché ogni iniziativa sia oggetto di fruibilità in “streaming”, e possa essere successivamente fruita con “download” delle videoregistrazioni? Non si pretende la“pubblicazione degli atti”, ovvero traccia cartacea e memoria storica su pergamena di queste iniziative, ma – di grazia! – almeno una annotazione digitale!

Stiamo pretendendo troppo, da cittadini e professionisti?!

E rappresenta ardita ed oscena istanza richiedere un calendario che sia ordinato, schematico, semplice, e non si debba andare ad effettuare ricerche da topo di biblioteca in portali e siti web impostati con logiche paleo-burocratiche da cultura analogica ottocentesca?!

Chi ha interesse a mantenere questa situazione confusionale ed arcaica?!

Non dovrebbe essere interesse collettivo stimolare flussi di comunicazione moderni e garantire la massima trasparenza informativa?!

Ci piacerebbe ricevere risposta dai responsabili della comunicazione della Presidenza del Consiglio e dell’Agenzia per l’Italia Digitale. Temiamo che dovremo sopportare il loro assordante silenzio.

Così va il Semestre italiano…

Quanti inutili convegni…