Il dibattito

ilprincipenudo. Fake news: l’autoregolamentazione non basta, ma ‘impegni concreti’ solo a parole

di Angelo Zaccone Teodosi (Presidente Istituto italiano per l’Industria Culturale - IsICult) |

Oggi a Montecitorio la presidente Laura Boldrini ha fatto il punto dei tavoli di lavoro in corso sulle fake news. Richard Allen, Vice President di Facebook Europe: ‘Sappiate che siamo in buona fede’.

ilprincipenudo ragionamenti eterodossi di politica culturale e economia mediale, a cura di Angelo Zaccone Teodosi, Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) per Key4biz. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Questa mattina a Roma, nella “Sala della Regina” di Montecitorio, la Presidente della Camera Laura Boldrini ha presentato una sorta di sintesi dei “tavoli di lavoro” che si sono tenuti il 21 aprile scorso, in materia di lotta alle “fake news” (ne abbiamo ampiamente scritto su Key4biz: vedi “Laura Boldrini sprona i social, ‘media company fa la differenza’”), ed ha ritenuto di confrontarli con alcuni interlocutori, in primis Richard Allen, Vice President of Public Affairs Europe di Facebook.

Ed è sull’intervento di Allen che andremo a concentrare la nostra attenzione, perché gli altri relatori hanno proposto argomentazioni che francamente ci sono parse piuttosto pregne di retorica e per lo più tutt’altro che innovative.

Da segnalare un’eterodossa conduzione, elegante ed arguta, di una scoppiettante (come sempre) Geppi Cucciari, che ha lanciato tante frecciatine mirate cogliendo spesso nel segno.

Uno dei quattro esperti di fiducia della Presidente su queste materie (i quattro che avevano coordinato i tavoli di lavoro del 21 aprile), Paolo Attivissimo, “debunker” di professione, ha sintetizzato efficacemente i lavori, con fare molto equilibrato. Ha sostenuto che i fenomeni in atto non hanno più a che fare soltanto con la sana libertà conversazionale della “piazza” internet, ma si assiste ormai a processi sempre più complessi di “disinformazione pilotata”, manovrati da agenti misteriosi che utilizzano “strumenti chirurgici per la manipolazione commerciale o politica” del discorso in rete. Si deve combattere “i like a pagamento” e “lo spam generato da macchine”, così come la crescente diffusione degli “algoritmi arcani”. Si devono attivare “strumenti tecnici per contrastare il… falso palese”. Ci sono comunque contraddizioni interne, ovviamente, come una qual certa resistenza dei media stessi a riconoscere di aver rilanciato “bufale” acquisite dal web, allorquando esse emergono nella loro stessa evidenza: “le rettifiche latitano, si registra una sorta di fastidio da parte delle redazioni”, ha sostenuto…

Dai 39 rappresentanti dei media tradizionali, della scuola, dell’industria e dei social network coinvolti nei tavoli del 21 aprile, è emersa una coscienza diffusa delle problematiche, anzi ormai “una consapevolezza universale”, ma al tempo stesso – ha rimarcato Attivissimo – una qual certa lentezza e difficoltà nel concretizzare interventi risolutivi. Insomma, la lotta contro “i cinici algoritmi che diminuiscono la democrazia” è appena iniziata.

La Presidente della Camera Laura Boldrini ha proposto, una volta ancora, l’origine della sua sensibilità – personale ed istituzionale al contempo – su queste tematiche, ed ha ricordato l’appello “#bastabufale” che ha registrato finora l’adesione di 21mila cittadini, rivendicando il format innovativo per un processo di “coscienza digitale”, ribadendo l’esigenza di azioni operative, e non a caso l’incontro odierno è stato intitolato “Impegni concreti”. Anche se – ahinoi – di impegni realmente concreti, se ne sono apprezzati veramente ben pochi! La Presidente ha confermato l’intenzione di avviare una “indagine conoscitiva”, emulando una “Enquire” già avviata dalla omologa britannica, la House of Commons, perché non dobbiamo rappresentare “quattro chiacchiere tra amici, ma dobbiamo essere scientifici”. Ottimo intendimento, attendiamo di comprendere quale sarà l’architettura della ricerca e come verrà sviluppata metodologicamente. Ha ribadito, conclusivamente, che “le fake inquinano il discorso pubblico”.

La Ministra Valeria Fedeli ha manifestato la disponibilità del proprio dicastero a sostenere la battaglia promossa dalla Presidente Boldrini, ha ricordato il fondo di 80 milioni di euro per stimolare la “cultura digitale” in 5mila scuole italiane, ed ha rivendicato l’esperimento del progetto europeo “Generazioni connesse” (di cui abbiamo già scritto: vedi “Key4biz” del 4 febbraio 2017, “Il Miur contro il cyberbullismo (ma perché senza la Rai?), annunciando per settembre 2017 l’avvio di un “gruppo di lavoro-obiettivo”, al quale inviterà tutti gli “stakeholder”.

Il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha evidenziato i buoni propositi dell’associazione imprenditoriale che rappresenta, invitando gli utenti pubblicitari a non acquistare annunci su siti che si caratterizzano magari per alto traffico, ma al contempo per bassa qualità informativa, ed ha segnalato come quasi-reato il comportamento di alcuni siti che, se si riduce o taglia l’investimento pubblicitario, minacciano di promuovere “fake news” (“se è così, Presidente, vogliamo i nomi, e li denunci alla magistratura…”, ci è venuto da commentare).

Maurizio Costa, Presidente della Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg), ha riproposto tesi note sui differenti ruoli e quindi paradigmi culturali ed economici che caratterizzano i media tradizionali e i social network – definendo i primi “società dell’informazione” ed i secondi “società della conversazione” – segnalando l’esigenza di interventi che vadano oltre l’apologia dell’auto-controllo tanto cara ai padroni delle piattaforme. “Non basta l’autocontrollo”, ha sostenuto: emerge l’esigenza di un “eterocontrollo da parte di organismi indipendenti”, ed abbiamo notato in sala un guizzo di dissenso sia da parte di Laura Bononcini di Facebook (Responsabile Relazioni Istituzionali Italia) sia da parte di Diego Ciulli di Google (Public Manager Italia). Ha proposto due soluzioni concrete (ben vengano!): o una authority indipendente, istituita a livello europeo, come proposto dal Presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella, oppure un soggetto terzo che segua il modello dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (Iap), che combatta le “fake news” con sistemi simili a quelli di contrasto alla “pubblicità ingannevole”.

La Presidente della Rai Monica Maggioni ha sostenuto la necessità di tornare, per quanto riguarda i media tradizionali, ai fondamentali del giornalismo, in primis “incrociare le fonti”, stimolando la produzione di informazione “di qualità”, ancor più nell’ambito del servizio pubblico radiotelevisivo. Al di là di una generica dichiarazione di sostegno all’iniziativa della Boldrini, non ci sembra abbia manifestato – ci si consenta – alcun “impegno concreto”, se non l’idea di dedicare la prossima edizione del Prix Italia (che si terrà a Milano il 29 settembre 2017), dal titolo “Back to fact”, ad uno studio della fenomenologia delle “fake news” ed una giornata di dibattito.

Alberto Contri è intervenuto per un breve saluto, nella veste di Presidente di Pubblicità Progresso, sostenendo che la campagna attualmente in corso a favore della “sostenibilità” sia in qualche modo coerente con l’oggetto dell’iniziativa boldriniana. Ha proposto di ideare una campagna di “gamification”, che potrebbe divenire uno strumento di sensibilizzazione per coinvolgere al meglio le giovani generazioni su queste tematiche.

Piace qui segnalare il fumetto proposto da Marco Dambrosio in arte Makkox, il geniale fumettista del programma di Diego Bianchi alias ZoroGazebo” (Rai3), che, in poche battute, ha inquadrato in modo proprio efficace quanto possa interessare realmente al “dominus” di Facebook Mark Zuckerberg l’iniziativa della Presidente della Camera, e, più in generale, la sensibilità che l’Italia mostra su queste tematiche: eccezionale intervento, la cui fruizione consigliamo vivamente a tutti i lettori di “Key4biz”. Vale, da solo, tutto il convegno odierno.

L’intervento più atteso è stato naturalmente quello giustappunto del dirigente Facebook Europe, che in sintesi potremmo definire… simpaticamente elusivo! La stessa Cucciari ha ricordato come Allen sia anche noto come Richard Beecroft Allan, Baron Allan of Hallam, ed abbia svolto negli anni scorsi un ruolo ben attivo come esponente politico nel Conservative Party britannico.

Curioso osservare come Richard Allen abbia due volte sostenuto, in modo accorato, “sappiate che noi siamo in buona fede”: quasi una “excusatio non petita”. In modo molto cortese, ha sostenuto che Boldrini avrà una “leadership nell’agenda digitale”, essendo “l’Italia il Paese dal quale vengono molte delle idee migliori in materia”. Allen ha poi proposto, in modo molto abile, una distinzione tra “false news”, pratica che intendono combattere, e “fake news”, termine che non amano granché perché sostengono che possa confondersi con le notizie – per quanto “cattive” – che possano “non piacere”.

Al di là del tentativo di focalizzazione semantica (comunque interessante, indipendentemente dalla strumentalità auto-difensiva), ha sostenuto che è interesse di Facebook stimolare la crescita di “comunità informate”, nonché di “aumentare la democrazia”. Ha rimarcato: “noi condividiamo i vostri valori”. Con tecnica tipicamente americana, ha giocato sulla metafora, sostenendo che “sì, è vero! fino a poche settimane fa, non siamo stati disponibili ad iscriverci in… palestra (in effetti, soltanto nel febbraio 2017 Zuckerberg ha riconosciuto pubblicamente che il problema “fake news” esiste, con la lettera aperta il cui incipit recitava “Stiamo costruendo il mondo che tutti vogliamo?”, ndr), ma ormai abbiamo messo in moto un programma di allenamenti (si riferisce ai processi di “fact-checking” interno, ndr), che dovrebbe garantire in breve tempo una muscolatura adeguata a combattere il fenomeno”.

Si noti che, alla conclusione dell’intervento di Allen, la simpaticissima Cucciari ha segnalato che le adesioni dell’appello boldriniano, nell’arco di un paio di ore, erano salite da quota 21mila a quota 34mila: potenza mediatica della web tv della Camera dei Deputati, che ha trasmesso l’evento in diretta streaming?!

Al termine della mattinata, sono state premiate le scuole vincitrici del concorso “Bufale in rete: come riconoscerle!”, bandito dalla Ibsa Foundation for Scientific Research e dall’Istituto Pasteur Italia: l’iniziativa prevedeva la realizzazione di un fumetto, a colori o in bianco e nero. Iniziativa senza dubbio lodevole, ma – ancora una volta – una tra le tante che sono state già messe in campo, e che richiedono una migliore organizzazione ed una organica promozione.

Conclusivamente, un’iniziativa di rinnovata sensibilizzazione, senza dubbio utile per la opportuna ulteriore semina di… pubblica coscienza, ma siamo veramente ancora ben lontani dalla concretezza di un intervento di portata adeguata alla gravità dei fenomeni in atto.

[ Ha collaborato Martina Paliani. ]

Clicca qui, per la videoregistrazione, sul sito della web tv della Camera dei Deputati, dell’iniziativa “#Bastabufale. Impegni concreti”, tenutasi oggi martedì 2 maggio 2017 presso la Camera dei Deputati (l’intervento di Richard Allen di Facebook è al momento 1h:42’:00’’, mentre quello del fumettista Makkox al 1h:39’:30’’).