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Parler è (quasi) online

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Il social network sovranista sta cercando di ritornare online. Al momento è ospitato da Epik, una società di hosting che supporta anche siti di estrema destra come Gab e 8chan.

 Il social network Parler è tornato online ieri, 17 gennaio, con un messaggio del suo amministratore delegato, John Matze: “Ciao mondo. Questo aggeggio funziona?”.

La piattaforma alternativa a Twitter che all’inizio di questo mese aveva subito il boicottaggio di Apple, Google e Amazon, finendo oscurato da Internet, aveva visto un afflusso di utenti senza precedenti dopo l’espulsione del presidente Usa Donald Trump e di decine di migliaia di utenti conservatori da Twitter. Apple, Google e Amazon hanno giustificato il loro boicottaggio accusando la piattaforma emergente di non aver moderato istigazioni all’odio e disinformazione.

Fonte: Parler.com

Ieri Maze ha fornito un aggiornamento in merito allo stato di Parler: “Mi sembra il momento giusto per ricordare a tutti voi perché abbiamo fondato questa piattaforma”, ha scritto l’ad. “Crediamo che la privacy sia fondamentale, così come la libertà di parola, specie sui social media. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di fornire uno spazio pubblico imparziale dove gli individui possano godere ed esercitare i loro diritti. Affronteremo tutte le sfide che ci si parano innanzi, e intendiamo riaccogliervi molto presto. Non lasceremo che il discorso civile perisca!”, ha scritto Matze.

Il sito è ora ospitato da Epik, come riporta la CNN, una società di hosting che supporta anche siti di estrema destra come Gab e 8chan.

La guerra tra Amazon e Parler

Amazon ha escluso Parler dalla sua piattaforma di hosting all’inizio di questo mese, affermando in una lettera che “non può fornire servizi a un cliente che non è in grado di identificare e rimuovere efficacemente i contenuti che incoraggiano o incitano alla violenza”.

Parler ha citato in giudizio Amazon per aver interrotto il suo hosting e, in una risposta, Amazon ha fornito i dettagli delle violente pubblicate sul sito che hanno portato alla sua rimozione, inclusi post che chiedevano di sparare agli agenti di polizia, uccidere neri ed ebrei.

Parler è stato lanciato nel 2018 e il numero di utenti è salito alle stelle dopo il giorno delle elezioni negli Stati Uniti, poiché altre piattaforme social hanno rafforzato le loro politiche di moderazione. Le sue politiche di moderazione meno rigide di Parler hanno attirato molti nuovi utenti.

Prima che il sito venisse oscurato da Amazon, un gruppo di hacker capitanati da donk_enby, hanno archiviato il 99% del sito inclusi video informazioni GPS. Quell’archivio è stato utilizzato per creare una mappa interattiva dell’attacco al Campidoglio lo scorso 6 gennaio da parte dell’FBI.

Apple giustifica la rimozione

“Non vedo punti di contatto tra diritto di opinione e capacità di provocare violenza”. Abbiamo controllato la portata del loro linguaggio – ha spiegato il Ceo di Apple, Tim Cook, parlando a Fox Newse visto che era molto violento. Non lo consideriamo un diritto d’opinione e non vediamo cosa c’entri con l’istigazione alla violenza. Noi, naturalmente, non vogliamo controllare internet, ma non crediamo che la piattaforma debba essere considerata solo una replica di internet”. Ci sono regole da rispettare, ha concluso Cook, ed è “ciò che chiediamo alla gente”.

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