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Il Governo vuole tutelare il made in Italy anche con la blockchain. Il commento degli esperti

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Nel disegno di legge sul Made in Italy, approvato dal Consiglio dei ministri, è previsto "l'utilizzo della Blockchain per la certificazione delle filiere". L'analisi.

Il Governo ha previsto anche l’uso della blockchain per tutelare il made in Italy.

Infatti, nel disegno di legge sul Made in Italy, approvato dal Consiglio dei ministri, si legge “…utilizzo della Blockchain per la certificazione delle filiere e la creazione di un catalogo nazionale per il censimento delle soluzioni conformi alla normativa in vigore per la tracciabilità delle filiere e per sostenere e promuovere la ricerca applicata, lo sviluppo e l’utilizzo della tecnologia basata sui registri distribuiti (DLT) utile ai fini informativi per i consumatori”.

Abbiamo chiesto un commento a due esperti del settore. 

Fulvio Sarzana (Università LUM di Bari): “Ottima iniziativa, ma prima prevedere un valore giuridico, perché ancora non introdotto”

“È un’ottima iniziativa, ma prima occorre completare il processo normativo, perché la certificazione delle filiere con la blockchain deve prima prevedere un valore giuridico”, ha commentato a Key4biz Fulvio Saranza, avvocato, professore a contratto di diritto della

Blockchain e cybersecurity all’Università LUM di Bari. “Perché, allo stato attuale”, ha aggiunto, “non è stato definitivamente introdotto. Mancano, dopo le norme del decreto semplificazioni del 2018, le disposizioni di attuazione senza le quali il valore giuridico rimane di fatto sospeso”.

Guido Traficante (Università Europea di Roma): “Ci saranno effetti positivi sia per i consumatori, che saranno più informati, sia per le imprese italiane, che avranno una maggiore possibilità di “fare sistema”

“La tecnologia blockchain si adatta a molti settori dell’economia, e quindi può servire a contrastare la contraffazione. In tal senso si inquadra il disegno di legge del governo che intende utilizzare la Blockchain per la certificazione delle filiere e garantire la tracciabilità delle filiere. Credo che l’utilizzo di questa tecnologia”, ha detto a Key4biz Guido Traficante, Professore Associato di Politica Economica all’Università Europea di Roma e specializzato in politica ed economia monetaria, “possa produrre effetti positivi sia per i consumatori che saranno più informati, sia per le imprese italiane, che avranno una maggiore possibilità di ‘fare sistema’ in un contesto internazionale dove le tensioni geopolitiche rendono più importante l’intervento dello Stato rispetto al passato”. 

“Ritengo”, ha concluso, “che bisognerebbe sfruttare i vantaggi della tecnologia blockchain a tutto tondo, in particolare nei settori con un più elevato valore aggiunto, non solo per il Made in Italy dei prodotti artigianali e dell’agroalimentare. In altri termini, la tecnologia Blockchain deve essere vista come uno strumento per accrescere la dimensione media aziendale delle imprese italiane e permettere loro di competere meglio nell’economia internazionale”.

Esistono elementi di deterrenza per smascherare le frodi e tutelare il Made in Italy?

La blockchain è un sistema di tracciabilità: serve per registrare le varie movimentazioni o ricostruire all’indietro ciò che ha portato al bene finito. 

Un prodotto fisico per essere identificato univocamente e quindi affinché sia possibile registrare su un sistema di tracciabilità, come la blockchain, è necessario apporre sul bene un seriale o un codice univoco. 

Se però quel codice viene stampato sul prodotto, che garanzia c’è che non venga copiato su altri prodotti falsi? 

In altri termini che elementi di deterrenza esistono per smascherare le frodi? 

Per esempio, le soluzioni del Poligrafico e Zecca dello Stato, che usano qualsiasi sistema di tracciabilità, compresa la blockchain, aggiungono un elemento di anticontraffazione dove è stampato l’identificativo univoco. 

La soluzione è usata per i contrassegni vino docg o doc o i bollini farmaceutici o i tasselli tabacchi o i contrassegni alcolici: questi elementi fisici apposti sul prodotto permettono di identificare univocamente il bene a prova di contraffazione e possono essere usati per registrare le informazioni di tracciabilità in ogni ambito, anche una blockchain.