l'intervista

Il futuro dell’identità digitale? Moreira: “Transnazionale e nel totale controllo dell’individuo”

a cura di Raffaele Barberio |

Abbiamo incontrato Carlos Moreira pochi giorni fa in Vaticano, dove è intervenuto alla"Trans Human Code Conference" un importante evento internazionale che si è tenuto presso il Collegio Teutonico a Città del Vaticano.

Pioniere delle tecnologie dell’informazione e imprenditore di successo, con una grande esperienza nel settore della sicurezza online e nei servizi innovativi costruiti su “relazioni di fiducia” in ambito sia di Nazioni Unite che di Organizzazione Mondiale del Commercio.

Parliamo di Carlos Moreira fondatore, oltre vent’anni fa, di una delle prime aziende di cybersecurity del mondo, WISeKey, ora quotata al Nasdaq e in Svizzera. Oggi Carlos Moreira è anche un membro attivo di diverse istituzioni e organizzazioni focalizzate sul progresso dell’innovazione tecnologica e sulla conservazione e sviluppo dell’identità umana. Coautore del libro “Trans Human Code, un volume centrato sulla necessità di che è un manifesto mitigare gli effetti collaterali negativi dell’intelligenza artificiale, valorizzandone tutte le straordinarie opportunità. Lo abbiamo incontrato pochi giorni fa in Vaticano, dove è intervenuto alla “Trans Human Code Conference” un importante evento internazionale che si è tenuto presso il Collegio Teutonico a Città del Vaticano. È stata anche l’occasione per anticipare, alcune idee che faranno parte del prossimo libro dal titolo “The Code To The Metaverse“, scritto a quattro mani con David Fergusson.

Key4Biz. In numerose interviste ha sottolineato che “The Trans Human Code” è un manifesto per aumentare la consapevolezza dell’importanza della protezione e tutela dell’essere umano nel dispiegamento delle tecnologie. È un concetto forte quanto vasto. Cosa intende esattamente?

Carlos Moreira. Nel libro ho centrato ogni attenzione su un tema cruciale ovvero quale ruolo assegnare all’essere umano nello sviluppo esponenziale delle tecnologie. Se gli esseri umani non trovano il loro posto in modo coerente, rischiano di patire l’obsolescenza della specie; rischiano di diventare una specie del passato, perché la tecnologia che l’uomo stesso produce, può conferire al proprio sviluppo una velocità ben superiore. Noi avanziamo lentamente e in modo lineare, mentre le tecnologie crescono in modo esponenziale, quindi diventeranno rapidamente più intelligenti e più decisive di noi. Ma l’essere umano ha condizioni uniche che non possono essere sostituite dalla tecnologia. Mi riferisco alle emozioni, all’empatia, all’amore, ai sentimenti, tutte caratteristiche che sono uniche per noi ma che in parte possono essere rappresentate nella tecnologia. L’unico modo per farlo è connettersi con esso attraverso la nostra identità digitale, è come una sorta di avatar che ci permette di avere un controllo all’interno del Metaverso, un interruttore che si può accendere o spegnere solo con il nostro consenso. Se si procederà così, l’essere umano dominerà le tecnologie e le supervisionerà.  Le trasformerà in utensili per la realizzazione delle azioni promosse dagli individui. Altrimenti le tecnologie prenderanno il controllo su di noi e ci renderanno in un certo senso loro schiavi. Il problema oggi è che l’essere umano è già un prodotto delle tecnologie perchéé le piattaforme ci vendono già come se fossimo semplici oggetti di consumo. La neutralizzazione di questo modello di business è una priorità assoluta e si devono mettere in atto tutte le regole necessarie per impedire questa forma spinta di monetizzazione dei comportamenti e dei sentimenti dell’essere umano.

Key4Biz. E cosa potremmo fare in conreto per proteggere la gente?

Carlos Moreira. Riconoscere alle persone il potere di intervenire. Dare loro quella chiave di sistema, quel controllo di quell’interruttore di cui parlavo prima e allo stesso tempo programmare i codici necessari usando le architetture tecnologiche più sofisticate ed efficaci, come la Blockchain, in modo che l’identificazione della persona sia sempre sotto il loro controllo dell’interessato. Si tratta fondamentalmente di un modello di iniziazione del consenso. Se qualcuno vuole il mio consenso deve chiedermelo e io stesso deciderò se rilasciarlo o meno. Se lo permetto, allora ci sarà uno scambio di valore dalla piattaforma all’utente.

Key4Biz. Se l’identità digitale è un fattore così centrale, perché non sono stati fatti progressi determinanti in merito?

Carlos Moreira. Come è noto, l’identità digitale esiste da molto tempo, ma solo all’interno delle piattaforme che forniscono l’accesso e non è nella disponibilità soggettiva della persona che vuole accedere. Poiché la persona è l’oggetto delle attenzioni della piattaforma, è evidente che la piattaforma non ha interesse a dare alla persona la sua indipendenza e a fidelizzarla controllando la sua identità. Questo è il modello della pubblicità e delle reti sociali. Solo in un modello Blockchain di decentralizzazione può cambiare e decentralizzare i controlli di accesso.

Key4Biz. E quale ruolo potrebbe giocare l’Europa nel nuovo quadro di identità digitale che viene proposto?

Carlos Moreira. L’Europa è molto avanzata sul tema dell’identità digitale, ma non ancora al livello di controllo diretto della persona. La posizione europea è ancora quella di creare identità digitali per la protezione dei consumatori, ma è un passo troppo timido. L’Europa che difende i diritti umani fondamentali come la privacy, il diritto ai contenuti, la possibilità di lasciare una piattaforma se non si vuole più esserci, deve andare oltre. E questo non è stato ancora attuato perché continuiamo a classificare le identità come nazionali. L’identità digitale di una persona non è una cosa riconoscibile all’interno delle procedure di una sola nazione, perché quanto dico esiste già per il suo conto corrente, il suo certificato di assicurazione, ed altri esempi che rappresentano tutti attributi della sua identità e sono in mano all’interessato. C’è solo un’identità umana digitale che permette l’accesso all’intero universo nel quale la persona opera, senza distinzioni di confini o di amministrazioni nazionali, sempre sotto il controllo della persona e solo con il suo consenso.

Key4Biz. Il suo prossimo libro riguarda il mondo del “Metaverso”, può dirci di cosa si tratta e perché è così importante?

Carlos Moreira. Il “Metaverso” è un’estensione di Internet che è possibile solo grazie all’evoluzione esponenziale delle tecnologie. Il “Metaverso” è uno spazio dove si vive virtualmente e dove la persona non è più la persona umana, ma il suo avatar. In questo spazio virtuale idilliaco non ci sono guerre o problemi e il contenitore diventa, soprattutto per i giovani, una sorta di mondo immaginario dove la vita è molto migliore che nel mondo fisico. Questo implica che in questo mondo virtuale si vivrà meglio che nel mondo fisico reale. Le società di social networking creano questo modello, ma come un’estensione delle interazioni sociali tra esseri umani. Al contrario, per accedere al Metaverso bisogna lasciare uno spazio fisico. La prima porta è dal fisico al virtuale. Lo stadio successivo, il modello futuro, potrebbe essere che si dovrebbe uscire dal virtuale per entrare nel fisico alla fine è un login nel fisico uscendo dal virtuale.

Key4Biz.Perché il confronto su questi temi è stato portato nel Collegio Teutonico all’interno della Città del Vaticano?

Carlos Moreira. L’evento al Collegio Teutonico è stato un’occasione di confronto sui temi della umanizzazione della tecnologia; e questo è avvenuto tra persone provenienti da mondi diversi, che hanno portato diverse esperienze e messaggi umanistici per allargare l’identità umana con i passi necessari per la creazione di questo modello.