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Il centenario della nascita di Vittorio Frosini (9 marzo 1922), fondatore dell’Informatica Giuridica in Italia

di Donato A. Limone, già ordinario di informatica giuridica, direttore della “Rivista elettronica di diritto, economia, management” |

Un filosofo e giurista che approccia (per primo tra i giuristi) un’area tematica (quella dell’informatica giuridica) che avrà un enorme sviluppo nel mondo attuale.

Perché questo centenario è significativo? Perché il prof. Vittorio Frosini, professore di Filosofia del diritto, prima a Catania e poi nella facoltà di Giurisprudenza di Roma Sapienza, nella metà degli anni 60 inizia ad occuparsi della incidenza delle nuove tecnologie informatiche sul sistema sociale e quindi sul diritto.

Un filosofo e giurista che approccia (per primo tra i giuristi) un’area tematica (quella dell’informatica giuridica) che avrà un enorme sviluppo nel mondo attuale. L’informatica giuridica infatti si occupa delle applicazioni delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione al diritto (in particolare al sistema normativo, alle banche dati giuridici, al sistema giudiziario e delle pubbliche amministrazioni). Il volume che esprime l’avvio di questo nuovo percorso scientifico, culturale e sociale è “Cibernetica, diritto e società (1968, edizioni di Comunità). Ci rifaremo a questo volume e al pensiero di Frosini per comprendere l’importanza dell’opera di Frosini e il ruolo dell’Informatica giuridica oggi. Frosini pubblica, dopo il 1968, diversi libri ed articoli di informatica giuridica ma “Cibernetica, diritto e società” resta il contributo più emblematico del pensiero di Frosini. Il prof. Frosini ci lascia il 24.9.2001. Per tutti rinvio agli atti del convegno  “Vittorio Frosini: una coscienza giuridica aperta al futuro” (Roma, Luiss, 27 ottobre 2017). Ma questo centenario cade proprio nell’anno dell’avvio del PNRR che attribuisce al digitale (come paradigma della società di oggi) una fondamentale centralità e un ruolo primario di promozione sociale, culturale, economico, istituzionale.  

54 anni di futuro…..ovvero la fortuna di un «piccolo» volume …..

Cibernetica diritto e società: certamente un “piccolo” volume ma denso di riflessioni.

Un volume che ha dato una prima «sistematica anticipazione» dei profondi cambiamenti della società che aveva iniziato il suo percorso verso la Società dell’informazione (in Europa: rapporto Bangemann, 1990; eEurope- Una Società dell’Informazione per tutti«, 1999). Con Vittorio Frosini ho dialogato e parlato molto in pubblico e soprattutto in privato dell’ evoluzione verso un “nuovo mondo”.  Il “piccolo” volume sicuramente è da considerare “centrale” nella cultura italiana degli anni ’70. Come è centrale un altro «volumetto»: quello di Thomas Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, 1962, Einaudi, 1979 (la formazione e l’alternanza di paradigmi per spiegare l’evoluzione della scienza). Due volumi “piccoli” (nelle pagine) ma grandi per il contenuto. Due volumi che per quanto mi riguarda hanno costituito una “guida” costante nello sviluppo della mia ricerca scientifica (teorie ed applicazioni): verso l’amministrazione digitale, la robotica, l’intelligenza artificiale.

Il volume di Frosini apre la stagione degli studi e degli insegnamenti di Informatica Giuridica e Diritto dell’informatica: nel 1985 (dopo 17 anni dalla edizione del ’68) la prima università italiana (Camerino) attivò l’insegnamento di Informatica Giuridica con il primo professore di ruolo di Informatica giuridica (l’autore di questo articolo). Un ritardo molto forte ma che corona l’impegno di Frosini anche sul piano della didattica universitaria: sviluppare e diffondere l’insegnamento della Informatica Giuridica in Italia. Nel 1988 con Frosini ed altri amici fondammo l’Associazione Nazionale dei Docenti di Informatica Giuridica (ANDIG) dopo un convegno tenuto a Camerino (organizzato a chi scrive) proprio sull’insegnamento dell’informatica giuridica in Italia. L’Andig è stata “rifondata” nel 2012 e nella qualità di presidente dell’Associazione ho promosso l’apertura della stessa associazione ai docenti di diritto dell’informatica, alle imprese, agli esperti, ai dirigenti pubblici responsabili delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ai giovani laureati con un master in Informatica giuridica e diritto dell’informatica.

Cibernetica diritto e società: la mappatura delle cose “previste” e non realizzate

Il “piccolo” volume (continuerò a chiamarlo così)  a mio parere costituisce la prima «mappatura» concettuale e scientifica del diritto della società dell’informazione in Italia: le diverse tematiche che sono state analizzate da Frosini nel volume del 1968 hanno avuto un “lento” sviluppo nei 54 anni successivi e con significativi “ritardi”.

Questa mappatura è finalizzata anche ad evidenziare l’attualità del pensiero di Vittorio Frosini.

La parola chiave: cibernetica

Il titolo del volumetto di Frosini comprende tre parole importanti: Cibernetica, diritto, società. Non a caso la prima parola-chiave è “cibernetica”: la cibernetica come scienza che studia i sistemi di regolazione, di controllo e comunicazione (nei sistemi fisici e non) ed il diritto è per sua natura “regolazione”.

Frosini riprende la definizione di diritto  di Norbert Wiener  in “Introduzione alla cibernetica” (1950): “i problemi giuridici sono per loro natura problemi di comunicazione e di cibernetica, e cioè sono problemi relativi al regolato e ripetibile governo di certe situazioni critiche”. Delle pagine di Wiener Frosini scrive che si tratta di pagine “che hanno un fermo splendore intellettuale che traluce nel terso linguaggio…”. Come non essere d’accordo!

A mio avviso quella di Wiener è la più bella definizione di diritto data da un non giurista.

La cibernetica “oggi” è di nuovo di “attualità” perché la regolazione dei sistemi caratterizza ed è alla base delle teorie e delle applicazioni tecnologiche in internet delle cose (IOT), nella robotica, nella intelligenza artificiale (IA). Come la cybersicurezza oggi esprime pienamente un nuovo approccio alla sicurezza nel mondo del digitale.

Cibernetica come scienza della regolazione; diritto come “regolatore” dei sistemi sociali; società come sistema in perenne situazione di omeostasi (equilibrio e riequilibrio vitale senza i quali i sistemi sociali collassano per eccessiva omeostasi). Su questi concetti Frosini contribuisce ad una nuova visione del mondo contemporaneo; definisce alcune direttrici lungo le quali sviluppare teorie, metodologie, applicazioni. Oggi queste direttrici sono significative realtà.

E il “piccolo volume” costituisce ancora un punto fermo.

Vittorio Frosini: la mappatura delle cose da fare e non fatte

Nel suo volume Vittorio Frosini ha presentato, con uno stile chiaro, conciso, efficace, una serie di tematiche/problematiche:

  1. sviluppo delle banche dati giuridici;
  2. automazione giudiziaria;
  3. sistemi esperti applicati nei sistemi giudiziari;
  4. le macchine intelligenti;
  5. l’automazione amministrativa;
  6. la protezione dei dati personali.

La mappatura culturale e scientifica come evidenziata nel volume Cibernetica diritto e società (1968) ci permette di fare qualche considerazione, dopo 54 anni dalla pubblicazione di questo volume:

  1. sono state realizzate molte banche dati giuridici ed è stato sviluppata la c.d. cultura del dato giuridico globale; questa cultura ha interessato sicuramente gli operatori del diritto ma è necessario che questa cultura abbia una diffusione anche tra i cittadini e le imprese;
  2. sviluppare di più le applicazioni di legimatica (a tutti i livelli decisionali pubblici) per

costruire un sistema normativo/regolatorio trasparente, accessibile, funzionale, digitale; siamo in grave ritardo, oggi il sistema di regolazione e normativo non rispetta i principi della semplificazione, della trasparenza, della comprensibilità, della piena fruibilità;

  • transitare finalmente verso amministrazioni nativamente digitali (siamo ancora legati all’automazione amministrativa (l’automazione per singoli applicativi), che ha prodotto sistemi amministrativi e documentali analogico-digitali che costituiscono un vero vincolo allo sviluppo di amministrazioni moderne, trasparenti, semplificate, digitalizzate); siamo in grave ritardo (siamo ancora legati al “digitale finto”, l’analogico che diventa digitale);
  • è aperta la stagione dell’IA applicabile ai sistemi giuridici; necessario oggi dare un forte impulso di sviluppo; è in arrivo il Regolamento UE (Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce regole armonizzate sull’intelligenza artificiale e modifica di alcuni atti legislativi dell’Unione).
  • applicare realmente la regolamentazione UE sulla protezione dei dati personali; oggi siamo ancora vincolati, soprattutto nel settore pubblico, ad un’applicazione formale (la logica dell’ adempimento).

Oggi l’Informatica Giuridica ha ottenuto un riconoscimento da parte del legislatore proprio nel Codice dell’amministrazione digitale. Infatti secondo l’art. 8 le PA devono promuovere e favorire lo sviluppo di competenze di informatica giuridica; secondo l’art. 13 la definizione ed attuazione di politiche di formazione che devono supportare lo sviluppo tra l’altro delle competenze di informatica giuridica e manageriali dei dirigenti. Ai sensi dell’art. 17 il responsabile della transizione digitale deve essere dotato di competenze di informatica giuridica, manageriali e tecnologiche.

L’università italiana non ha contribuito alla diffusione della disciplina dell’informatica giuridica: l’informatica giuridica è un “nuovo modo di pensare il diritto” nella sua applicazione concreta nella vita quotidiana delle persone, delle imprese e delle amministrazioni pubbliche. L’accademia italiana ha considerato, in modo miope, l’informatica giuridica solo come una disciplina e non anche (e soprattutto) come un nuovo paradigma giuridico di grande portata socio-culturale.

Vittorio Frosini ha insegnato ai giuristi ad essere aperti verso il futuro, ad essere “visionari”; il rischio che si corre senza visioni e strategie: distacco più significativo (e sempre più incolmabile) tra diritto e tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Tra diritto e nuovo mondo “artificiale”; tra diritto e la civiltà delle macchine.