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Idroelettrico, Uncem e FederBim al Mise ‘No all’esclusione dagli incentivi della più affidabile e consolidata tecnologia energetica’

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Continua la discussione sulla piattaforma, lanciata da Key4biz insieme a CimsCom, sul settore idroelettrico raccogliendo i commenti e le reazioni degli stakeholder al Question time del ministro Di Maio in Senato.

Continua la discussione sulla piattaforma, lanciata da Key4biz insieme a CimsCom, sul settore idroelettrico raccogliendo i commenti e le reazioni degli stakeholder al Question time del ministro Di Maio in Senato.

Uncem e FederBim, la Federazione Nazionale dei Consorzi di bacino Imbrifero Montano, vista la bozza di Decreto sulle Fonti energetiche rinnovabili, esprimono forte contrarietà nella parte in cui il documento norma criteri, contingenti e incentivi riguardanti il settore idroelettrico.

Infatti, così come previsto oggi, il decreto determinerebbe l’esclusione dell’idroelettrico pressoché totale dagli incentivi e una forte penalizzazione del miniidro; una drastica riduzione dei contingenti di potenza messi a disposizione da 70 megawatt a 10 per finestra (- 85%) per i registri, mentre per le aste si passa dai 150 megawatt a 20 per finestra (- 87%). Ancora, nel testo attuale vi è una drastica riduzione degli incentivi da 150 euro a megawattora a 120 euro da scontare in sede di offerta fino a 86 euro a megawattora (- 42%) per gli impianti fino a 1000 chilowatt con il sistema delle aste si passa da un valore base di 125 euro megawattora a 80 euro (- 36%).

Questo scenario comporterebbe l’esclusione della più affidabile e consolidata tecnologia energetica interamente dipendente da filiera industriale italiana, con ciclo di vita superiore ai cento anni e senza necessità di processi di smaltimento. L’attuale decreto venire meno un fondamentale strumento di sostegno all’economia montana e all’occupazione. E comporterebbe un abbassamento delle difese idrogeologiche legate alla regolazione dei flussi e alle opere di compensazione ambientale, oltre che la diminuzione del presidio territoriale della montagna.

Le realtà economiche, istituzionali e sociali che le nostre associazioni rappresentano, ritengono che la Strategia energetica nazionale non possa fare a meno del contributo che il settore idroelettrico, da oltre cento anni, garantisce all’economia nazionale in termini energetici, ambientali, economici e sociali e che, per questo, debba essere riconosciuto al pari delle altre fonti energetiche rinnovabili.

All’interno del necessario processo di revisione degli incentivi, che deve tenere conto delle innovazioni tecnologiche e della relativa riduzione dei costi riguardanti impianti fotovoltaici ed eolici, segnaliamo che l’idroelettrico è connotato da una tecnologia matura che ha ridotti margini di miglioramento. Scarsa attenzione nel decreto anche alla opportuna incentivazione dei rifacimenti degli impianti esistenti rendendo così impossibile il loro efficientamento e miglioramento ambientale.

La mancata possibilità e convenienza di accedere a una tariffa incentivante adeguata, comporterà una drastica riduzione di entrate autonome per le comunità locali con evidenti implicazioni allo sviluppo socio economico del territorio.

Con le opportune modifiche, riteniamo che il decreto potrà essere inteso come un segnale importante alle comunità locali che vivono e governano gran parte del territorio italiano ma che ancora oggi hanno l’urgenza di credere che sia ancora possibile progettare e realizzare un futuro in questi territori.

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