L'appuntamento

ICC 2023, il 6G parte da Roma con il primo drone nei cieli dell’Eur

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La possibilità di trasmettere dati ad altissima velocità da 50-100 metri di altezza apre infatti la strada a nuove applicazioni.

La rubrica, a cura del Prof. Roberto Verdone, Ordinario di telecomunicazioni dell’Università di Bologna e Direttore del Laboratorio Nazionale di Comunicazioni Wireless (WiLab) del CNIT, illustra progetti e iniziative sostenute dal WiLab. Per consultare tutti gli articoli clicca qui.

Il 6G è sceso dal cielo di Roma.

ICC (International Conference on Communications), una delle più importanti e prestigiose conferenze del mondo nel settore delle telecomunicazioni, si sta tenendo a Roma, presso il centro congressi La Nuvola. Circa 2500 iscritti da tutti i continenti partecipano alle sessioni scientifiche ed industriali. Il sottoscritto ricopre il ruolo di Executive Chairman ed il WiLab ha contribuito in maniera determinante all’organizzazione della conferenza.

Durante la cerimonia di apertura, lunedì 29 maggio, i partecipanti hanno assistito ad una dimostrazione di tecnologia pre-6G. Un drone ha sollevato sui cieli di Roma un dispositivo radio a 72 GHz in grado di trasmettere verso terra immagini ad altissima definizione riprese da una telecamera a bordo. Le immagini sono state riportate sullo schermo dell’auditorium della Nuvola, dove i partecipanti hanno misurato lo throughput del collegamento messo in piedi, superiore a 15 Gbit/s.

La demo

La demo è il risultato dello sforzo di numerosi partner: WiLab si è occupato dell’integrazione e coordinamento, oltre che delle procedure autorizzative. Huawei ha messo a disposizione la strumentazione radio, mentre FlyingBasket, costruttore e operatore di droni cargo, ha curato la parte relativa alla piattaforma di volo che si è dimostrata in grado di trasportare un carico di oltre 80 Kg. L’iniziativa si è svolta sotto l’egida dell’ENAC e del MIMIT, che hanno concesso le autorizzazioni per il volo in città e l’uso sperimentale delle frequenze, oltre che con il supporto di EUR SpA e di UrbanV, società co-fondata da AdR, Aeroporti di Roma, che prevede di offrire servizi di taxi drone nei cieli di Roma per i prossimi anni.

La dimostrazione in tempo reale ha impressionato i partecipanti ed ha posto le basi per un percorso che confluirà nei prossimi anni nella standardizzazione del 6G. La possibilità di trasmettere dati ad altissima velocità da 50-100 metri di altezza apre infatti la strada a nuove applicazioni. Ad esempio, l’augmented sensing prevede che automobili in un’area molto trafficata possano scambiarsi i dati prelevati dai sensori di bordo, per aumentare la sicurezza della guida e l’efficienza degli spostamenti. In un contesto tale, la trasmissione diretta via radio di auto in auto può esser ostacolata dalle vetture stesse; un collegamento che usi il drone come ripetitore risulta molto più efficace. In questo caso il collegamento dal drone verso terra richiede che per ogni veicolo si trasmetta fino a 0.5 Gbit/s, ottenendo in presenza di molte auto, appunto, la necessità di throughput superiori ai 10-20 Gbit/s.

Insomma, il 6G parte da Roma.