la lezione

iCar. Dopo Hyundai, anche Nissan dice no: “Non diamo la nostra anima e nostri profitti ad Apple”

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Da Hyundai e da Nissan arriva una bella lezione: non si sono fatte affascinare dal richiamo delle sirene di Apple. Hanno difeso la loro storia, il know how e le proprie fette di mercato. Non rischiano di cedere anche l’automotive a Cupertino

È sempre fermo ai “box”, il progetto di Apple di realizzare la sua prima auto elettrica (iCar), a guida autonoma, entro il 2027.  Dopo il no di Hyundai alla partnership, anche Nissan non ha accettato la collaborazione con la società guidata da Tim Cook.

Perché Nissan ha detto no ad Apple

Il motivo è condivisibile. Apple vorrebbe cannibalizzare anche il settore delle auto elettriche. Secondo il Financial Times, recentemente Apple e Nissan avevano discusso di una possibile collaborazione ma la trattativa si è interrotta presto perché la big tech avrebbe voluto soltanto la mela morsicata come marchio dei veicoli.

Nissan: “Non diamo la nostra anima e nostri profitti ad Apple”

“Quando realizzi un oggetto con il marchio Apple, dai la tua anima e i tuoi margini di profitto ad Apple”, ha detto una fonte vicina a Nissan. “Sarebbe inutile dare ad Apple il meglio di noi stessi. Dovrebbe essere fornito con il marchio Nissan“, ha aggiunto questa fonte. “Non abbiamo bisogno di Apple per vendere le nostre auto”, ha concluso.

Un elemento centrale che ha fatto naufragare le trattative sembra proprio essere quello sul branding, con la casa automobilistica che non vuole partecipare alla creazione di un prodotto che sarebbe commercializzato con il marchio Apple.

Sulla scia di questa decisione il titolo Nissan ha chiuso in calo del 2,83% alla Borsa di Tokyo. Allo stesso tempo, la casa d’auto nipponica ha dimostrato personalità e ha cercato di difendere l’automotive da Apple, che ora punta a monopolizzare anche questo settore.

Nissan è una pioniera nel campo dei veicoli elettrici e non può concedere a una Big Tech di oscurarla: di lavorare per lei come mero assemblatore, senza avere la giusta riconoscibilità.

“In nessun modo cambieremo il modo in cui produciamo le auto – ha detto al quotidiano britannico Ashwani Gupta, il chief operating officer di Nissan – Il modo in cui progettiamo, il modo in cui sviluppiamo e il modo in cui produciamo sarà come produttore di automobili, come Nissan”.

Una bella lezione da Nissan e Hyundai per evitare

Dunque, da Hyundai e da Nissan arriva una bella lezione: le due case automobilistiche non si sono fatte affascinare dal richiamo delle sirene di Apple. Hanno difeso la loro storia, il loro know how e le proprie fette di mercato. Molte case automobilistiche hanno espresso il timore di diventare “la Foxconn dell’industria automobilistica”, un riferimento al gruppo manifatturiero taiwanese che assembla gli iPhone.

Nel digitale, i big tech hanno ‘mangiato’ 550 aziende per eliminare la concorrenza e soffocare l’innovazione

Se questa opposizione si fosse avuta anche nella digital economy, oggi non avremmo avuto l’oligopolio dei GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft). Negli ultimi anni le Big Tech si sono ‘mangiate’ 550 aziende per eliminare la concorrenza e soffocare l’innovazione.

Il dato eclatante emerge dal rapporto, di 449 pagine, redatto dal comitato dem del sottocomitato Antitrust della Camera Usa. Secondo un articolo del Finantial Timesdal 1995 ad oggi, Google, Amazon, Facebook, Apple e Microsoft hanno speso più di 200 miliardi di dollari per acquisire aziende più piccole. Sostanzialmente, ogni volta che emergeva un concorrente questo veniva acquisito per assicurarsi il dominio del settore. 
In Europa commissaria europea alla concorrenza Margrethe Vestager è al lavoro su una norma contro le killer acquisition (Facebook che mangia Instagram e WhatsApp, e Google pigliatutto). Staremo a vedere.