Intelligenza artificiale

IA, Trump lancia piano nazionale ma la Cina è sempre un passo avanti

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Questa settimana il Presidente Usa ha annunciato l’“American AI Initiative” e il Dipartimento della Difesa un nuovo piano sull’AI per la sicurezza nazionale e non solo. Pechino vuole diventare leader mondiale del settore entro il 2030.

Tutte le agenzie federali degli Stati Uniti devono dare massima priorità ai programmi di ricerca, sviluppo e innovazione dedicati all’intelligenza artificiale (IA). L’ordine esecutivo è arrivato direttamente dal Presidente Donald Trump.

Il Piano, chiamato “American AI Initiative”, è stato annunciato lunedì alla Casa Bianca e al momento non sono stati diffusi dettagli relativi ulteriori relativi ad esempio ai finanziamenti.

L’amministrazione Trump si è limitata a commentare che le risorse finanziarie saranno decise dal Congresso americano.

Un’iniziativa importante e una buona notizia, “visto che l’infrastruttura di ricerca americana per l’intellgenza artificiale è una delle migliori al mondo”, ha spiegato a ecnmag.com Erik Brynjolfsson, docente al Massachusetts Institute of Technology.

Il problema è che non siamo soli, altri Paesi stanno investendo massicciamente in questa tecnologia e stanno rapidamente colmando il gap, in special modo la Cina”.

Nel 2017 Pechino ha lanciato il “Next Generation Artificial Intelligence Development Plan”, con l’obiettivo dichiarato di voler diventare il Paese leader nel settore dell’IA entro il 2030 e per favorire tale percorso sono stati annunciati investimenti per 150 miliardi di dollari.

Il primo step del programma di ricerca e innovazione è proprio aumentare il livello di competitività delle imprese cinesi nel settore e raggiungere gli Stati Uniti entro il 2020.

La Cina in tal senso ha già messo a segno un primo risultato, risultava infatti suo il 48% del totale dei fondi di investimento per startup a fine 2017 (nel 2016 era all’11,3%), contro il 38% americano e il 13% del resto del mondo.

Altri due step del piano di Pechino sono: sviluppare nuove soluzioni e applicazioni per l’IA in diversi settori strategici, tra cui sanità e medicina, infrastrutture per la smart city, industria manifatturiera, agricoltura, Difesa ed edilizia; raggiungere un ulteriore livello di sviluppo della tecnologia per applicazioni di nuova concezione, come il Governo del Paese, strutture militari difensive e innovare l’intera catena del valore industriale (dal marketing alla logistica, dall’assistenza ai clienti agli approvvigionamenti).

Proprio ieri il Pentagono ha reso noto il suo nuovo piano per l’intelligenza artificiale, a conferma che oltre l’industria e l’economia, l’altra grande area di investimenti è quella della Difesa nazionale. La motivazione è stata spiegata da Dana Deasy, chief information officer del Dipartimento della Difesa: “è la risposta degli Stati Uniti ad un panorama globale in rapida trasformazione, con Cina e Russia che stanno aumentando i propri investimenti in intelligenza artificiale per modernizzare le proprie forze”.

Gli Stati Uniti, assieme agli alleati, devono adottare nuove soluzioni di IA per mantenere le proprie posizioni strategiche e di vantaggio nella competizione globale e sui futuri campi di battaglia per salvaguardare l’ordine mondiale”, ha dichiarato infine Deasy.

Non è più solo una corsa alla conquista dei mercati mondiali per l’eHealth, la mobilità autonoma, la robotica, il settore dei chip, la fintech, le nuove applicazioni retail, il machine learning, il riconoscimenti facciale e le nuove interfacce uomo-macchina, ma anche agli armamenti, alle nuove tecnologie militari che in un futuro prossimo (speriamo mai) potremmo vedere in azione nei campi di battaglia globali (anche virtuali).

L’anno scorso, il Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) del Pentagono poteva contare su 2 miliardi di dollari di finanziamenti per lo sviluppo di una ventina di soluzioni di intelligenza artificiale applicate a robot e droni, in particolare linguaggio naturale, machine learning e interfacce uomo-macchina, da sviluppare entro il 2023.