Intelligenza Artificiale

IA generativa e videogiochi, il 31% dei programmatori sfrutta le potenzialità offerte dalla nuova tecnologia

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Dal report, che anticipa la Game Developers Conference (il raduno annuale degli sviluppatori di videogiochi, in agenda a San Francisco dal 18 al 22 marzo), si evince l'incremento dei professionisti del settore che utilizzano strumenti basati sull’intelligenza artificiale generativa.

Il report annuale State of the Game Industry, che anticipa la Games Developers Conference (in agenda a marzo negli States), rivela: il 50% dei game developer è a conoscenza dell’uso di strumenti basati sull’intelligenza artificiale generativa all’interno dell’azienda per cui lavorano. L’84% afferma di essere in apprensione circa il loro utilizzo. L’indagine riguarda un campione di oltre 3.000 sviluppatori.

IA generativa e videogiochi (un settore che, rivela il Rapporto Annuale di IIDEA, nel 2021 in Italia ha avuto un mercato di 2,3 miliardi di euro). Il sondaggio della società Omdia non accetta interpretazioni: il 31% dei programmatori di videogame dichiara di avere già usato strumenti di intelligenza artificiale generativa. Il 18% degli intervistati spiega di non averlo fatto personalmente ma di essere a conoscenza di colleghi che ne fanno ricorso.

E ancora, il 15% degli interpellati riconosce che l’IA non viene utilizzata nell’azienda per cui lavorano ma che c’è dell’interesse (di contro, il 23% afferma che non c’è alcuna curiosità, allo stato attuale, a voler impiegare strumenti simili). Presa di posizione, quest’ultima, che sembra andare controcorrente. Non è un mistero, infatti, che il lancio di GPT-4 di OpenAI stia inducendo diverse grandi aziende sviluppatrici di videogiochi – tra cui Blizzard Entertainment, Square Enix e UbiSoft – a voler sfruttare le nuove opportunità offerte della tecnologia. Quantomeno, ad approfondire l’argomento.

Studi indie più aperti all’uso dell’IA

Il rapporto State of the Game Industry rivela inoltre che gli studi indipendenti sono più propensi all’uso dell’IA. Il 37% dei professionisti che provengono da realtà “di nicchia”, ammette infatti di farne uso in prima persona, contro il 21% di chi lavora in studi “importanti” che sviluppano giochi AAA (videogame contraddistinti da un budget elevatissimo).

E ancora, il 51% degli interpellati ammette che nel proprio posto di lavoro ci sono già delle regole interne sull’uso di strumenti basati sull’IA; il 30% afferma che sono facoltativi, il 12% che non ne è permesso alcun uso, il 7% che sono ammessi esclusivamente strumenti selezionati e il 2% che sono obbligatori.

Preoccupazioni più comuni sull’IA generativa

Nell’ambito del sondaggio (in realtà molto più ampio sul settore videoludico) su IA e videogiochi, viene chiesto agli sviluppatori anche quanto sono preoccupati circa l’uso delle nuove tecnologie di IA generativa nell’industria dei videogame: il 42% è “molto preoccupato”, mentre un altro 42% è “mediamente preoccupato”.

Infine, gli sviluppatori coinvolti illustrano in che modo vorrebbero che l’intelligenza artificiale generativa venisse usata in futuro nel loro lavoro. La maggior parte si dice particolarmente allettata dall’assistenza nel coding (“lo sviluppo del codice rappresenta uno degli ambiti migliori in cui può essere utile”, le parole di uno dei professionisti coinvolti nel sondaggio), dalla maggiore rapidità nel creare contenuti e dall’automazione di attività ripetitive.