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IA, 97 milioni di nuovi posti di lavoro nel mondo entro il 2035 e 3,8 trilioni per il manifatturiero

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Presentato alla Fiera Internazionale A&T Automation and Testing all'Oval Lingotto di Torino il nuovo studio “L'Intelligenza Artificiale per l'industria, Scenari e linee guida per le imprese del Made in Italy”. Un mercato globale da 150 miliardi di dollari, ma servono più competenze per far decollare l’industria, in particolare le piccole e medie imprese, che poco utilizzano questa tecnologia.

La crescita dell’IA e il suo impatto su imprese e occupazione, lo studio

L’intelligenza artificiale (IA) offre numerosi vantaggi alle imprese e all’industria, soprattutto in termini di automazione dei processi, la personalizzazione di prodotti e servizi, l’aumento dell’efficienza e della produttività, la riduzione dei costi e l’ottimizzazione delle operazioni, fino all’innovazione continua.

Per questo il mercato mondiale dell’IA è stato stimato attorno ai 150 miliardi di dollari a livello globale nel 2023, con un tasso di crescita annuo atteso attorno al +37% sino alla fine del 2030, secondo il nuovo Rapporto dal titolo “L’Intelligenza Artificiale per l’industria, Scenari e linee guida per le imprese del Made in Italy”, illustrato oggi dal Competence Center Nazionale CIM4.0 in occasione della Fiera Internazionale A&T Automation and Testing all’Oval Lingotto di Torino.

Molto si è anche detto sull’impatto che questa tecnologia potrebbe avere sul mondo del lavoro, ma al momento i dati sono contrastanti a livello mondiale. Stando al Report, si potrebbero creare fino a 97 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2035.

Il settore dell’industria manifatturiera si ritiene possa sfruttare al meglio questa tecnologia, con benefici attesi nell’ordine di 3,8 trilioni di dollari entro i prossimi 10 anni.

Più difficile, invece, il rapporto tra IA e piccole e medie imprese. Se le organizzazioni più grandi dichiarano di utilizzare le applicazioni IA nella produzione e nella logistica rispettivamente nel 26% e nel 32% dei casi, per le Pmi si scende all’8% e al 6%.

Il problema di base, come spiegato nel documento, rimane sempre la mancanza di competenze digitali e formazione per l’industria 4.0/5.0.

Il problema delle competenze

La mancanza di competenze nell’ambito dell’intelligenza artificiale è una sfida significativa che molte organizzazioni e individui devono affrontare. Questa carenza può avere diverse cause e impatti:

  • comprensione limitata dell’IA e delle sue applicazioni, problema che può ostacolare l’adozione e l’implementazione efficace all’interno delle organizzazioni;
  • mancanza di competenze tecniche, l’IA ne richiede una vasta gamma, tra cui conoscenze di programmazione, matematica, statistica e machine learning. La mancanza di personale con queste competenze può limitare la capacità delle organizzazioni di sviluppare e implementare soluzioni basate sull’IA;
  • scarsa conoscenza degli strumenti e delle tecnologie, anche se le competenze tecniche sono presenti, molte persone potrebbero non aver familiarità con gli strumenti e le tecnologie specifiche utilizzate nell’IA, come framework di machine learning, piattaforme di analisi dei dati e linguaggi di programmazione specifici;
  • oltre alle competenze tecniche, l’IA richiede una comprensione approfondita del dominio in cui viene applicata. Ad esempio, nell’ambito della sanità, è necessario comprendere sia i principi dell’IA che i concetti medici specifici;
  • la crescente domanda di professionisti con competenze nell’IA ha reso la concorrenza per il reclutamento di talenti qualificati molto intensa. Le organizzazioni potrebbero lottare per attrarre e trattenere persone con le giuste competenze;
  • la mancanza di competenze nell’IA potrebbe aumentare la disuguaglianza digitale, con alcune persone e organizzazioni che hanno accesso e capacità per sfruttare appieno le tecnologie dell’IA, mentre altre restano indietro.

Per tutte queste ragioni, affrontare la mancanza di competenze nell’IA significa investire in programmi di formazione e sviluppo delle competenze, sia per gli individui che per le organizzazioni.