Usa vs Cina

Huawei spera in una ‘apertura’ da parte dell’amministrazione Biden

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Appello alla distensione di Huawei nei confronti del nuovo presidente degli Usa Joe Biden. Il fondatore Ren Zhengfei rassicura il mercato sulla capacità di sopravvivenza dell'azienda che ha chiuso il 2020 in crescita nonostante le sanzioni americane.

Appello alla distensione da parte di Huawei nei confronti del nuovo presidente degli Usa Joe Biden. E’ questo in estrema sintesi il messaggio che arriva dal fondatore dell’azienda cinese Ren Zhengfei, che ha voluto rassicurare il mercato sulla tenuta, anzi sulla crescita del gruppo nonostante le sanzioni americane. Zhengfei ha voluto anche inviare un messaggio diretto al nuovo inquilino della Casa Bianca, con un appello “all’apertura” dopo i colpi dell’era Trump.

Huawei era stata inserita nella lista nera dall’ex presidente Donald Trump con l’accusa mai comprovata di spionaggio.

L’auspicio di Huawei

“Ci auguriamo che la nuova amministrazione Usa attui una politica aperta a beneficio delle imprese americane e dello sviluppo economico degli Stati Uniti “, ha detto Ren Zhengfei, 76 anni, che ha fondato il gruppo nel 1987, in un incontro con la stampa, il primo dallo scorso mese di marzo.

Il gruppo cinese, specializzato in apparecchiature di rete e smartphone, si trova da tempo al centro del conflitto sino-americano, sullo sfondo della guerra commerciale e tecnologica fra le due super potenze globali.

Trump ha messo il veto alle tecnologie cinesi per le reti 5G, accusando l’azienda di collaborare con le autorità di Pechino in attività di spionaggio all’estero tramite le sue reti. Accuse avanzate senza tuttavia il supporto di alcuna prova, che hanno comunque portato Huawei nella lista nera delle sanzioni Usa, che impediscono al gruppo cinese di acquistare alcuna tecnologia made in Usa, in particolare chip, indispensabile per i suoi prodotti.

La pressione di Washington ha di certo pesato lo scorso anno sul gruppo cinese.

Secondo stime di Canalys, nel 2020 le vendite globali di smartphone da parte di Huawei sono diminuite del 22%, mentre quelle del rivale Xiaomi sono aumentate del 19%.

La produzione di smartphone continuerà

In seguito alle sanzioni americane, Huawei non ha più tra le altre cose accesso agli aggiornamenti di Android, il sistema operativo di Google. Ren Zhengfei ha detto ieri che la divisione smart devices non verrà mai ceduta dal gruppo, che continuerà a produrre smartpho0ne anche nell’era Biden.

Huawei deve inoltre far fronte ad una crescente pressione sul 5G, dopo il pressing martellante dell’amministrazione Trump nei confronti degli alleati per indurle a mettere al bando le tecnologie cinesi dal rollout delle nuove reti anche nella Ue e nei paesi alleati.

Risultati in crescita nel 2020 nonostante le sanzioni

A questo proposito, il fondatore di Huawei si è detto fiducioso per il futuro dell’azienda. Malgrado le pressioni di Washington, “la capacità di sopravvivenza di Huawei si è rafforzata”, ha detto Ren Zhengfei, aggiungendo che il gruppo ha chiuso il 2020 con ricavi e utile netto in aumento.

Nel contempo, Re ha rassicurato sul fatto che Huawei è in grado di “aumentare la sua produzione” nonostante le restrizioni americane.

Tuttavia, la speranza ribadita è sempre quella “di poter acquistare grandi volumi di materiali, componenti e apparecchiature americane” ha aggiunto il fondatore di Huawei.

Mercato domestico

C’è da dire che anche sul mercato domestico Huawei è stato penalizzato dalle sanzioni americane: nel quarto trimestre 2020, le vendite sarebbero diminuite del 44% in un anno, penalizzate appunto dalle difficoltà di approvigionamento e di tecnologie americane, secondo stime di Canalys.

Huawei oggi è presente in 170 paesi e occupa 194mila persone. Per fronteggiare i mutamenti del mercato, sta diversificando la sua attività e si è posizionato anche sul Cloud e guarda a potenziali partecipazioni in produttori alternativi di semiconduttori, per affrancarsi dai vendor americani.

Non è ancora chiaro in che misura Biden intenda modificare l’approccio di Washington nei confronti di Huawei. Al momento non si vedono all’orizzonte cambiamenti concreti nel breve periodo.

Risultati

Secondo i dati trapelati sulla stampa cinese, non ultimo il Global Times, nonostante le sanzioni americane Huawei è riuscita a chiudere il 2020 con ricavi in aumento dell’11,2% a 136,7 miliardi di dollari, a fronte di un utile netto di 9,9 miliardi in crescita del 10%. Altri dettagli non sono disponibili e la comunicazione ufficiale del bilancio è prevista a marzo o aprile. A ottobre 2020 l’azienda ha comunicato i risultati dei primi nove mesi del 2020 con ricavi in aumento del 9,9% a 100,15 miliardi di dollari. A spingere i ricavi certamente il mercato domestico del 5G, con la Cina che è partita di gran carriera nel rollout delle nuove reti.