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Governance dei dati, al via la nuova strategia dell’Ue con il “Data Governance Act”

di Davide Maniscalco – avvocato e componente D&L NET |

L'obiettivo prioritario del nuovo strumento regolatorio è quello di promuovere l’istituzione di solidi meccanismi, nell’ambito di un comune framework di intermediazione fiduciaria, volti a favorire la disponibilità di dati e, in particolare, il riuso di determinate categorie di dati protetti, detenuti da enti pubblici.

Il Consiglio europeo ha recentemente concordato un mandato negoziale relativo alla proposta di RegolamentoData Governance Act, afferente alla condivisione dei dati nell’UE.

Nel nuovo testo emendato dal Consiglio europeo, il termine dilatorio per l’applicazione del Regolamento è stato esteso da 12 a 18 mesi dopo la sua entrata in vigore, ritenuto più congruo per l’adeguamento del mercato alle nuove disposizioni regolatorie.

L’obiettivo prioritario del nuovo strumento regolatorio è quello di promuovere l’istituzione di solidi meccanismi, nell’ambito di un comune framework di intermediazione fiduciaria, volti a favorire la disponibilità di dati e, in particolare, il riuso di determinate categorie di dati protetti, detenuti da enti pubblici, attraverso lo sviluppo di applicazioni e soluzioni avanzate in materia di intelligenza artificiale, medicina personalizzata, mobilità verde, produzione intelligente ed altri numerosi settori.

Del resto, negli ultimi anni le tecnologie digitali hanno trasformato l’economia e la società, interessando tutti i settori di attività e la vita quotidiana. In tale scenario i dati sono sempre più al centro di questa trasformazione che ha enormi potenzialità prospettiche.

Tuttavia, se è vero che la trasformazione digitale richiede un forte investimento nell’innovazione basata sui dati è altrettanto vero che non vi può essere una concreta trasformazione senza la loro concreta disponibilità.

Governance dei dati: la strategia Ue

Su questo logico presupposto, la Commissione Europea al fine di assicurare all’UE un vantaggio competitivo nella nuova economia data driven, ha disegnato nella sua Strategia sui dati la visione di uno spazio comune europeo dei dati, ossia un mercato unico in cui i dati possano essere utilizzati indipendentemente dalla loro ubicazione fisica di conservazione nell’Unione, in conformità con la legge applicabile, per coprire aree quali salute, mobilità, produzione, servizi finanziari, energia o agricoltura o aree tematiche, come il Green Deal europeo o gli spazi di dati europei per la pubblica amministrazione o le competenze, come così come una combinazione di queste aree, ad es energia e clima.

Altro importante corollario della strategia è il libero e sicuro flusso di dati con i paesi terzi, fatte salve eccezioni e restrizioni per la sicurezza pubblica, l’ordine pubblico e altri legittimi obiettivi di politica pubblica dell’Unione europea, in linea con gli obblighi internazionali.

Orbene, già nella riunione straordinaria del Consiglio europeo dell’1 e 2 ottobre 2020, i leaders dell’UE avevano invitato la Commissione a presentare una “bussola per il digitale” completa, che definisse le ambizioni digitali concrete dell’UE all’orizzonte 2030.

La proposta è stata poi presentata nel marzo del 2021 ed ha affrontato tra gli altri, i seguenti temi:

  • dati e intelligenza artificiale
  • pacchetto relativo alla legge sui servizi digitali
  • Data Governance Act

Anche in questo caso, l’obiettivo prioritario è quello di migliorare le condizioni per la condivisione dei dati nel mercato interno, creando un quadro armonizzato per lo scambio sulla base di determinati requisiti di governance che assicurino la messa a disposizione sicura dei dati senza tuttavia perderne il controllo.

Per questo occorrerà creare un nuovo modello commerciale per l’intermediazione dei dati, GDPR compliant, che costituisca a tendere, dal punto di vista regolatorio, un ecosistema sicuro e funzionale alla condivisione di dati tra imprese e gli individui e, al contempo, salvaguardi dall’uso improprio dei dati e, quindi, dalla conseguenziale perdita di vantaggio competitivo.

Il modello di intermediazione dovrà necessariamente fondare il consenso dell’utente sulla fiducia che i fornitori dei servizi di intermediazione, accreditati sulla base di determinati requisiti e sottoposti ad una precisa regolamentazione, sapranno generare attraverso servizi a pagamento, strumenti e applicazioni che assicurino costantemente il pieno controllo dei dati condivisi.

Al di fuori della dimensione commerciale dei servizi intermediazione per la condivisione dei dati il mandato negoziale attiene anche alla valorizzazione dell’altruismo dei dati, ossia della condivisione volontaria (donazione) di dati per il raggiungimento di obiettivi di interesse generale che apportino benefici sociali più ampi.

In tale contesto, la raccolta di dati donati per il bene comune da parte di associazioni con scopi ideali che rispondano a determinati requisiti, ne legittimerà l’iscrizione in un registro nazionale delle organizzazioni per l’altruismo dei dati riconosciute in tutta l’UE, contribuendo così a sviluppare fiducia nell’altruismo dei dati.

Inoltre, l’accordo tra le istituzioni europee ha previsto una serie di attribuzioni ed un miglioramento della struttura del comitato europeo per l’innovazione in materia di dati che supporterà la Commissione europea soprattutto sul tema dell’interoperabilità e della compliance dei servizi di intermediazione.