Superare il classico binomio turismo-porto per allargare il tiro ad uno sviluppo economico più improntato su digitale e nuove tecnologie. Questo secondo i fautori della svolta digitale il programma futuro di Genova, che forte di una posizione geografica e di un clima invidiabili, dovrebbe guardare alle nuove tecnologie per risollevare e diversificare un’economia che ha ampi margini di crescita.
Ma quale può essere il ruolo del digitale e delle tecnologie per il rilancio della città dopo i fasti degli anni ’60, ormai lontani? Oggi la città conta 640mila abitanti, erano un milione al suo massimo splendore di terzo vertice del triangolo industriale del Nord con Milano e Torino. Ormai le cose sono cambiate, ma la città potrebbe ancora cambiare pelle.
Genova città del Sud?
“La Liguria non è un paradiso della digitalizzazione – ha detto a Key4Biz il Professore Ordinario di Economia Politica dell’Università di Genova Maurizio Conti – anzi, secondo l’Istat è uno dei fanalini di coda del Nord. Secondo un report della Banca d’Italia la Liguria è ultima al Nord per grado di digitalizzazione con la Val D’Aosta”.
Pesa la dimensione piccolissima delle imprese, “ci sono tantissime microimprese e gli investimenti in digitalizzazione sono piuttosto bassi per l’estrema specializzazione delle imprese stesse”, aggiunge Conti, autore peraltro di un libro che ha fatto molto discutere “La Liguria è (ancora) una regione del Nord? Capire al Liguria per capire l’Italia”.
Leonardo e Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) fiori all’occhiello
Detto questo, Genova, una città per così dire meridionale posizionata però al Nord, ha alcune eccellenze in campo tecnologico: “Pensiamo a Leonardo e abbiamo un comparto di PMI nel campo dell’informatica molto vivace. Il tutto si sposa molto bene con una capacità di ricerca buona sia in IIT sia nel CNR e nell’Università sul tema dei Big Data con una buona capacità di compenetrarsi con la ricerca e l’università”, aggiunge. Però è chiaro che c’è molto da fare, anche perché il numero di addetti in ICT a Genova è minore che a Bologna, che a Milano o Torino. Resta infine la necessità di creare una filiera che vada al di là dei pochi grandi player presenti che ci sono.
Genova in lizza per la AI Gigafactory europea
Il progetto Gigafactory per Genova avrebbe un valore di 4 miliardi di euro di finanziamenti e la candidatura della Liguria ad ospitarne uno dei cinque complessivi è stata inviata a Bruxelles dal presidente della Regione Marco Bucci in tandem con Roberto Cingolani, amministratore delagto di Leonardo, già in passato alla guida dell’IIT, che oggi è alleato di Leonardo nella candidatura ligure alla Gigafactory Ue. Il bando Ue da 20 miliardi complessivi è atteso a dicembre. La sede del supercomputer in caso di vittoria è già stata individuata sulla collina degli Erzelli.
A Genova c’è il supercomputer di Leonardo, uno dei più potenti d’Italia (si chiama Da Vinci 1), e ce n’è anche un altro molto potente all’IIT (Istituto Italiano di Tecnologia), battezzato Franklin. Supercomputer ideali per la gestione della miriade di dati prodotta dall’AI. “Adesso c’è effettivamente la possibilità di una Gigafactory in Italia, che sta lanciando la Commissione Ue”, aggiunge il Professor Conti.
La piattaforma High Performance Computing davinci-1 di Leonardo può dare un contributo fondamentale per la sua capacità di effettuare 5 milioni di miliardi di operazioni al secondo e di archiviare 20 milioni di gigabyte di dati. Grazie all’uso di algoritmi proprietari, intelligenza artificiale e tecniche di Big data analytics, davinci-1 si presta a molte applicazioni, alcune delle quali potrebbero a breve cambiare il modo in cui viviamo e prendiamo decisioni.
Genova in lizza con il Cineca di Bologna
Genova può quindi competere a livello nazionale con gli altri supercomputer (fra gli altri è in lizza anche il Leonardo del Cineca a Bologna, che ha una potenza di calcolo di picco di 270 PFLOPS (PetaFLOPS, ovvero 270 milioni di miliardi di operazioni al secondo) e 150 PB di ROM, posizionandosi al nono posto mondiale nella classifica TOP500 di novembre 2024. L’obiettivo è avanzare la candidatura italiana ad una delle cinque Gigafacotry europee promosse dalla Commissaria Ue alla Sovranità Digitale Henna Virkkunen.
Il ministro Adolfo Urso non disdegnerebbe la vittoria di Genova, peraltro appoggiata tra gli altri a livello politico da Noi Moderati. Di seguito il question time del ministro dello scorso 7 agosto.
Certo, un aspetto di cui tenere conto a Genova in caso di Gigafactory sarebbe quello della produzione di energia elettrica, vista la caratteristica di energivore di queste strutture, che devono elaborare enormi quantitativi di dati elaborati.
C’è da dire che una gigafactory sarebbe manna dal cielo per lo sviluppo di soluzioni di quantum computing, tecnologie del futuro su cui punta decisamente l’attuale direttore scientifico dell’IIT, Giorgio Metta, che ha preso il testimone da Cingolani.
AI Gigafactory, Basso (Pd): ‘Non diventi una competizione fra città italiane’
“La sfida delle AI Gigafactory non deve trasformarsi in una competizione tra città italiane, ma nell’individuazione del progetto che meglio può contribuire a rafforzare la competitività dell’Italia e dell’Europa”. Così Lorenzo Basso, senatore del Pd, promotore un anno fa del primo DDL sulle tecnologie quantistiche.
“Genova possiede queste caratteristiche: perché qui l’intelligenza artificiale non è solo ricerca, ma è già il motore che apre le nuove frontiere dell’innovazione. È a Genova che si sta sviluppando l’AI fisica all’IIT, con i progetti sulla robotica umanoide; qui nasce il progetto europeo Mnesys, che integra neurotecnologie e medicina di precisione; qui si sta facendo ricerca sulle tecnologie quantistiche, destinate a ridefinire la capacità di calcolo e ad aprire scenari che oggi solo immaginiamo”, prosegue Basso.
“Non è un caso se nei miei disegni di legge ho proposto che proprio a Genova venga istituita l’Autorità per l’Intelligenza Artificiale e le Neurotecnologie: perché questa città concentra i fattori critici di successo richiesti dall’Europa — un ecosistema scientifico e industriale avanzato, infrastrutture di supercalcolo, connettività globale, una filiera logistica integrata”.
“Genova, affiancata a Bologna che è già sede di una AI Factory, può costituire l’asse strategico dell’innovazione dell’Italia, capace di trainare il Paese nella competizione globale. Non parliamo solo di attrarre investimenti, ma di garantire quella autonomia tecnologica che significa lavoro qualificato, crescita sostenibile e opportunità per le nuove generazioni.”
Cavi sottomarini, Genova alternativa a Marsiglia
Di certo, la Gigafactory a Genova farebbe il paio con i numerosi cavi sottomarini per il trasporto dati che approdano sulla costa e che stanno offrendo al capoluogo ligure un altro spicchio di business digitale, come alternativa a Marsiglia nella rotta dei dati nel Mediterraneo. Certo, la presenza del consorzio Ge-DIX permette l’interscambio di dati per i provider di servizi internet, ma per evitare che Genova diventi soltanto un luogo di passaggio del traffico destinato altrove, in particolare a Milano, è necessario fare di più.
L’innovazione nelle Startup
“L’innovazione a Genova si fa anche tanto nelle startup, il panorama è alquanto vivace”, dice a Key4Biz Alberto Clavarino, cofondatore della Fondazione Genova Startup e molto attivo su Linkedin. “Il panorama è vivace anche per la presenza di una buona università di Ingegneria e di Economia a Genova – dice Clavarino – il terreno dell’innovazione è fertile anche grazie alla presenza dell’IIT e a Genova stanno nascendo diverse startup attive nelle criptovalute e nell’AI, ma non soltanto. Una produce il pesto con un mortaio automatizzato, un’altra ha elaborato un microscopio di precisione in ambito medico, si chiama Genoa Instruments, e ha da poco chiuso un round di venture capital da un milione”. Le cose per Genova miglioreranno quando il terzo valico sarà aperto, con il treno veloce Milano-Genova di cui si parla da anni. Intanto, la città si gode il nuovo water front e il rinnovato attivismo della ricca community cittadina delle startup.
La collina degli Erzelli, lavori in corso
Nel frattempo, proseguono i lavori per il trasferimento della facoltà di Ingegneria sulla collina degli Erzelli, dove si trovano già l’IIT e Ericsson e dove in programma ci sarebbe anche l’apertura di un ospedale e il completamento del Parco Scientifico. Al momento e da diverso tempo, il progetto di Parco Scientifico alla Collina degli Erzelli è incompiuto, ma a quanto pare i lavori sono in corso e l’università avrebbe dato il via libera al trasferimento anche se non si conosce ancora la tempistica. Per quanto riguarda il nuovo ospedale c’è qualche interrogativo in più.
Il digitale nel programma della sindaca Silvia Salis
Il programma digitale della sindaca Silvia Salis è tutto da scoprire. Nel suo programma 2025-2030 la parola “digitale” compare 8 volte, anche accanto a “Smart City” e “anziani”. L0impegno di Salis è a sostegno della filiera strategica del digitale, della smart city.
“Una Smart City oltre la tecnologia: competenze, accessibilità e lavoro. Lo sviluppo digitale della città sarà promosso capitalizzando le competenze locali nei settori digitali e dei big data, presenti sia nel settore imprenditoriale che nella ricerca, con l’obiettivo di creare una rete d’azione digitale che integri gli investimenti delle public utility. La strategia Smart City sarà orientata non solo all’implementazione tecnologica, ma anche alla diffusione delle competenze digitali tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese. Centrale sarà il tema della accessibilità delle competenze digitali e della formazione e riconversione professionale, per accompagnare i lavoratori nelle trasformazioni del mercato”, si legge nel programma. E ancora “sviluppo dell’autonomia digitale degli anziani, con formazione e strumenti semplici per accedere ai servizi e partecipare alla vita cittadina“, e ancora “l’uso del digitale per le biblioteche come hub di long life learning. “Sostenere e promuovere l’innovazione digitale: creazione di hub per le industrie culturali e creative, archivi digitali, attività culturali dedicati al gaming e all’audiovisivo, utilizzo delle nuove tecnologie anche nelle proposte didattiche museali e valorizzazione del cinema indipendente e del videomaking. La cultura digitale dovrà far parte integrante della realtà culturale di Genova e rappresenta un asset capace di attrarre giovani talenti e connettersi con reti internazionali”.
Infine, “progetti di democrazia digitale, tramite la costruzione di piattaforme che assicurino una maggiore partecipazione dei cittadini alla definizione delle politiche pubbliche, attraverso la raccolta di segnalazioni o la formulazione di proposte. La partecipazione deve essere allargata a fasi di progettazione, non solo informativa ma anche proattiva. Molti obiettivi riguardanti la partecipazione potranno essere raggiunti solo mettendo a disposizione dei cittadini dati sul web che siano agevoli da consultare e tempestivi, anche attraverso il rilancio dell’Ufficio Statistico del Comune”.
Scarica in PDF le linee programmatiche 2025 – 2030 della Sindaca Silvia Salis