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Generative Art, quando l’AI diventa creativa

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La Generative Art nasce dalla cooperazione tra un essere umano e un sistema autonomo, ossia un software in grado di eseguire operazioni complesse senza l’intervento del programmatore.

Digital Customer Experience (DCX) è una rubrica settimanale dedicata alla Digital Experience a cura di Dario Melpignano, Ceo di Neosperience. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui. Per la versione inglese vai al blog.

Cos’è la Generative Art?

Dai bizzarri accostamenti di immagini creati da Dall-E Mini al mercato degli NFT, si parla sempre più spesso di immagini generate da algoritmi di Intelligenza Artificiale, all’intersezione tra arte e tecnologia.
La Generative Art nasce dalla cooperazione tra un essere umano e un sistema autonomo, ossia un software in grado di eseguire operazioni complesse senza l’intervento del programmatore.

Le prime opere di Generative Art erano contraddistinte dalla ripetizione di elementi astratti, combinati in modo casuale dal software a ogni input dell’utente. Nel corso degli ultimi anni, tuttavia, i progressi nel campo dell’Intelligenza Artificiale hanno dato vita a modelli generativi avanzati come Dall-E, in grado di restituire risultati sempre più realistici e accurati.

Da Dall-E a Dall-E Mini

Dall-E, presentata a gennaio del 2021, è un una rete neurale multimodale basata sul modello di deep learning GPT-3 di OpenAI che genera risultati sulla base di un dataset di coppie testo-immagine.
Nella pratica, Dall-E è in grado di elaborare risultati a partire da una grande varietà di frasi e prompt testuali con struttura linguistica composita, che includono:

  • La struttura prospettica dell’immagine
  • La struttura interna ed esterna di un oggetto
  • Confronti e sequenze tra diverse immagini
  • La collocazione spazio-temporale degli oggetti.
  • L’algoritmo CLIP (Contrastive Language-Image Pre-Training), sviluppato sempre da OpenAI e addestrato anch’esso sulle associazioni testo-immagine, riduce infine a 32 il numero di risultati proposti all’utente per ogni prompt.

Dall-E è rimasta prerogativa di un ristretto numero di professionisti del settore, ma nella primavera del 2022 è approdata sul Web una versione open-source di questa tipologia di rete neurale: Dall-E Mini, un progetto del developer americano Boris Dayma rilasciato sulla piattaforma di hosting open-source HuggingFace.

Dall-E Mini, che offre la possibilità di generare gratuitamente 9 immagini in bassa risoluzione a partire da qualunque prompt, ha presto attirato l’attenzione degli utenti di Internet, che hanno scatenato la loro fantasia mettendo alla prova la rete neurale con le idee più bizzarre e surreali.

Dall-E 2: verso un modello subscription-based

Le immagini generate dalla prima versione di Dall-E, per quanto accurate, erano in bassa risoluzione e presentavano evidenti limiti nell’elaborazione di alcuni tipi di associazioni logiche tra elementi, come la loro collocazione spaziale.

Dall-E 2 supererà presto questi ostacoli generando immagini migliorate nell’elaborazione di concetti, attributi e stili artistici. OpenAI ha deciso di rendere finalmente pubblica questa tecnologia, con la possibilità di utilizzare per scopi commerciali le opere così generate grazie a un modello di business subscription-based.

A partire dai prossimi mesi, infatti, il primo milione di utenti che otterrà l’accesso alla beta di Dall-E 2 avrà a disposizione un numero predefinito di crediti (50 all’iscrizione e 15 ogni mese seguente), ciascuno dei quali equivarrà a un’immagine. Una volta esauriti i crediti, gli utenti potranno acquistare un pacchetto da 115 crediti al costo di 15 dollari.

I modelli subscription-based prevedono un continuo scambio di valore e libertà tra l’utente – in questo caso un artista o un professionista che utilizza Dall-E 2 per scopi creativi – e l’azienda che mette a disposizione il servizio. Implementarli correttamente richiede competenze specifiche nel business design e nello sviluppo di prodotti digitali dedicati.

Presente e futuro della Generative Art

Lo sviluppo di reti neurali avanzate come quella alla base di Dall-E 2 apre nuovi orizzonti alla Generative Art. Oltre all’utilizzo in diversi tipi di progetti nell’industria creativa e nel design, uno degli sbocchi più fruttuosi per l’arte “nativa digitale” è rappresentata dal mercato degli NFT.

Le opere di Generative Art, combinate e rielaborate da artisti multimediali o proposte così come l’algoritmo le ha generate, possono essere caricate su blockchain e messe in vendita su marketplace come OpenSea o su piattaforme per la gestione indipendente dei propri token non fungibili, come ad esempio il nostro NFT-Commerce.

Proprio per via della loro natura, tuttavia, le opere di Generative Art aprono un nuovo capitolo all’interno della storia dell’arte, segnato dall’autonomia dello strumento rispetto all’autore. Restano dunque aperte questioni strettamente culturali, come la paternità dell’opera o la possibilità che l’immaginazione creativa non sia più una prerogativa del genere umano. Esistono poi anche rischi concreti, come la produzione di deepfake per scopi malevoli.

Per superare le problematiche delle reti neurali come Dall-E occorrerà dunque adottare una prospettiva empatica, mettendo in dialogo in fase di progettazione data scientist e umanisti. In questo modo sarà possibile fornire alle intelligenze artificiali dataset capaci di produrre risultati spogli di preconcetti e al tempo stesso accurati e rappresentativi.