Data protection

GDPR, 8 Stati membri non saranno pronti entro il 25 maggio

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Sono 8 gli Stati membri della Ue che sicuramente non avranno recepito il nuovo regolamento europeo sulla Data Protection entro i termini. Italia potrebbe farcela entro fine mese o inizio giugno.

Sono 8 i paesi della Ue in alto mare con il recepimento del GDPR e che per questo non saranno pronti entro il 25 maggio per il lancio ufficiale del nuovo regolamento europeo sulla Data Protection. Si tratta di Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Lituania e Slovenia.

Nonostante due anni abbondanti per mettersi in regola con il recepimento delle nuove regole europee sulla protezione dei dati, questi 8 paesi non hanno messo in atto i passaggi tecnico legali per assicurare alle autorità locali le risorse necessarie per imporre le sanzioni previste dal GDPR.

Un ritardo che non piace al Commissario Ue alla Giustizia, Vera Jourova, che la settimana scorsa ha ammesso che “vi sarà qualche incertezza giuridico legale e la Commissione non è contenta di questo”.

Jourova ha poi minacciato le capitali europee inadempienti (“siamo pronti a portarle a giudizio in casi seri”) sottolineando che gli stati membri hanno avuto tempo più che sufficiente per adottare a livello nazionale la nuova normativa. Alla base dei ritardi, secondo il Commissario Ue, negligenza e dibattiti interni troppo prolungati su un regolamento che peraltro è stato emanato nella sua versione finale (condivisa dagli Stati Ue) a dicembre 2015.

Al momento soltanto Austria, Germania, Francia, Croazia, Olanda, Svezia e Slovacchia sono pronti per la deadline del 25 maggio, mentre tutti gli altri paesi sono ancora alle prese con il recepimento della normativa.

Altri paesi alle prese con i vari decreti di recepimento della normativa come Spagna, Italia, Portogallo, Romani e Lettonia dovrebbero farcela entro maggio o al più tardi a inizio giugno.

Non è chiaro se i vari Garanti Privacy europei potranno cominciare a irrogare le sanzioni previste dal GDPR prima che i decreti di adeguamento vengano approvati dai parlamenti nazionali.