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Futuro della rete, Meloni (FdI): ‘Rete unica, pubblica e wholesale only è la soluzione migliore’

Meloni

“Le indiscrezioni di stampa relative alla prima timida apertura di Vivendi per la cessione della maggioranza della rete allo Stato va nella direzione che Fratelli d’Italia ha indicato da tempo: la creazione di una rete unica, pubblica ed indipendente per favorire gli investimenti e mantenere il mercato aperto e competitivo a favore dei consumatori e delle imprese italiane. Ma Vivendi non si illuda. Perdere la maggioranza non è sufficiente”. Così Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d’Italia, che a più riprese ha sostenuto con iniziative parlamentari e uscite pubbliche la necessità di creare una rete pubblica, unica e wholesale only.

La proposta di FdI sulla rete unica: Pubblica, unica e wholesale only

Più di recente, la leader di Fratelli d’Italia ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Mario Draghi, per chiedergli di prendere direttamente in mano il dossier della rete e parlamentarizzare il dibattito.

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Giorgia Meloni scrive a Mario Draghi: ‘Il dossier della rete sia gestito dal Premier’

Tim-KKR, La posizione di Giancarlo Giorgetti: ‘ Prematuro parlare di golden power’

Giovedì scorso c’è stato il question time del ministro del Mise Giancarlo Giorgetti sulla rete, e non sono mancate le critiche da parte della politica al Governo al quale viene richiesto un ruolo più attivo in una vicenda, l’offerta del fondo americano KKR per il 100% di Tim, che riguarda un asset strategico come la rete di telecomunicazioni.

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La richiesta di Giorgia Meloni: ‘Tim esca dalla rete’

“TIM deve uscire completamente dalla rete o mantenere al massimo una quota di minoranza che non le permetta di esercitare in nessun modo il controllo o nominare il management – prosegue Giorgia Meloni – La soluzione più semplice è che si crei una nuova società pubblica wholesale only in cui possa confluire anche Open Fiber in modo da poter diluire il più possibile la presenza di KKR e Macquarie”.

Vigilare sul prezzo della rete

“Altra questione su cui vigileremo e saremo intransigenti sono le condizioni di acquisto – prosegue Meoni – Non è pensabile che lo Stato paghi a Vivendi e KKR una rete vecchia più di quello che ne costa una nuova. Così come non è pensabile scaricare parte del debito di TIM (32 miliardi lordi di euro ndr) a carico dello Stato. Sono finiti i tempi in cui pagava Pantalone”.

Tim-KKR, prossimo appuntamento il Cda del 17 dicembre

Il 17 dicembre l’ultimo cda del 2021 di Tim dovrebbe approvare il budget e decidere se andare avanti o meno con il fondo Usa Kkr, che chiede di avere accesso ai numeri riservati del gruppo per fare una due diligence ed eventualmente lanciare un’Opa amichevole.

Intanto, oggi Telecom Italia in deciso calo in Borsa, in controtendenza a Piazza Affari, sull’ipotesi che Kkr possa fare marcia indietro e non lanciare l’Opa, come annunciato nelle scorse settimane. Secondo il Messaggero il governo ritiene troppo bassa l’offerta di KKR (0,5050 euro per azione): meglio una collaborazione tra il primo azionista Vivendi (ha il 23,9%) e CDP (secondo azionista con il 8,9%%) per lo sviluppo della rete. 

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