Spettro radio

Frequenze, sparito l’emendamento alla Manovra sul rinnovo non oneroso

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L’emendamento bipartisan alla Manovra sul rinnovo non oneroso delle frequenze radio in scadenza nel 2029 non è più presente nel fascicolo dei "segnalati". Che fine ha fatto?

L’emendamento alla Manovra sul rinnovo non oneroso delle frequenze radio in scadenza nel 2029 non è più presente nel fascicolo dei “segnalati”. Che fine ha fatto? Fino a due giorni fa, l’emendamento era fra quelli presenti in Commissione Bilancio al Senato con formula identica da parte di FI (Paroli), FDI (Della Porta Gelmetti) e PD (Manca). Ma oggi, nella bozza in nostro possesso del fascicolo degli emendamenti “segnalati”, la misura non c’è più.  

Gli emendamenti segnalati sono quelle proposte di modifica a un testo di legge (come, appunto, la legge di bilancio) che i gruppi parlamentari richiedono di esaminare e votare in via prioritaria.

L’emendamento sul rinnovo non oneroso delle frequenze in cima agli interessi delle telco ad oggi non c’è.

Cosa è successo?

Le ipotesi per questa mancanza nell’iter del provvedimento sono almeno due. La prima, è che semplicemente la misura per qualche ragione sia saltata. Ma sembra difficile, visto che il Governo si è esposto direttamente.

La seconda, è che essendo la misura relativa al rinnovo delle licenze nel 2029 sia stata considerata non urgente, o quanto meno urgente di altre misure, e che quindi si sia preferito inserire l’emendamento in un provvedimento più avanti nel tempo, magari nel prossimo Milleproroghe.

La terza ipotesi è che, visto l’impegno diretto del Governo verso un rinnovo non oneroso (e non automatico) delle licenze d’uso in scadenza nel 2029, a fronte di investimenti chiari e cogenti nella nuova rete 5G standalone da parte degli operatori – posizione assunta in pubblico due giorni fa in occasione del Forum delle Telecomunicazioni di Asstel da parte del Governo nelle parole del Ministro Adolfo Urso (Mimit) e del sottosegretario al Digitale Alessio Butti – si sia deciso di presentare la misura sotto forma di emendamento del Governo o del relatore.

Insomma, è probabile (e auspicabile) che l’emendamento presentato dalle forze politiche presente fino a due giorni fa Commissione Bilancio al Senato torni presto a galla. Il testo, bipartisan, peraltro è lo stesso ed è il seguente.    

Il testo dell’emendamento sul rinnovo spettrale

Dopo l’articolo 99, inserire il seguente:

«Art. 99-bis

(Misure a favore della digitalizzazione del Paese)

          1. Al fine di favorire la più ampia digitalizzazione del Paese, accelerare la diffusione delle tecnologie di accesso radiomobile di nuova generazione e promuovere la concorrenza, con riferimento alle risorse spettrali i cui diritti d’uso scadono il 31 dicembre 2029, con decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy, da adottare entro centoventi giorni dalla definizione da parte dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni delle procedure di allocazione ai sensi del decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, sono stabilite le modalità operative e i criteri amministrativi per l’assolvimento dei corrispettivi dovuti in denaro ovvero, in tutto o in parte, mediante realizzazione di investimenti di valore equivalente. Il decreto individua le tipologie di investimenti ammissibili, le metriche di valorizzazione degli stessi e i relativi limiti massimi, previo parere dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e nel rispetto della normativa dell’Unione europea.

          2. Il decreto di cui al comma 1 definisce inoltre obblighi di esecuzione e di rendicontazione, garanzie e sanzioni, anche a carattere restitutorio, in caso di inadempimento. Restano fermi i contributi e gli oneri previsti dalla normativa vigente per le parti non assolte mediante investimenti di valore equivalente.

          3. Dall’attuazione del presente articolo non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.»

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