La gara

Frequenze: maxi-asta Usa a 54,6 miliardi, ora tocca alle telco

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La FCC si è impegnata a sborsare 54,6 miliardi per l’acquisizione di nuove risorse spettrali da destinare al mobile broadband. Quanto saranno disposte a investire le telco?

Nella maxi-asta frequenze in corso negli Usa, la Federal Communication Commission (FCC) si è impegnata a sborsare 54,6 miliardi di dollari per l’acquisizione dello spettro radio da parte dei broadcaster e destinato alla banda larga mobile.

Prima della gara, il valore complessivo dell’asta era stato fissato, oltre gli 80 miliardi. Una somma forse troppo ambiziosa, visto l’andamento della gara che peraltro si concluderà soltanto con la vendita delle risorse alle telco (siamo a metà dell’opera).

La somma complessiva per acquisire le risorse spettrali dalle Tv è inferiore del 37% rispetto a quanto previsto prima dell’inizio della gara, in cui la FCC funge da intermediaria in qualità di acquirente delle frequenze che saranno poi rivendute agli operatori mobili per l’assegnazione di nuove risorse in vista dello 5G.

In effetti, a giugno lo Stato aveva previsto di incassare circa 86,4 miliardi dall’asta, ma in concreto la spessa di 54,6 miliardi è inferiore del 37%, sottolinea il Wall Street Journal, secondo cui il calo del prezzo dipende dal fatto che la FCC ha acquisito meno frequenze del previsto, pagando meno di quanto preventivato.

Adesso toccherà al regolatore Usa cedere le frequenze mobili agli operatori mobili, e agli altri interessati, considerato che a giugno le principali telco Usa (At&t e Verizon) hanno lasciato filtrare che il prezzo previsto dallo Stato (banditore dell’asta) era troppo salato. Tanto che a giugno la somma totale delle offerte per rilevare le nuove risorse frequenziali ha raggiunto un totale di 23,1 miliardi di dollari. Fra i partecipanti all’asta anche At&t e Verizon, anche se la rosa dei pretendenti è ampia e i nomi non si consoceranno finno alla fine della gara.

Vedremo se nelle prossime fasi dell’asta, che durerà ancora qualche mese, le aspettative di incasso dei broadcaster si avvicineranno di più alle cifre che le telco saranno concretamente disposte a mettere a sul piatto.