La polemica

Fisso e fibra, stop dell’Agcom a fatturazione a 28 giorni. Asstel non ci sta

di |

Agcom impone la cadenza mensile per le fatture di telefonia fissa, Dsl e fibra ma le telco protestano: l’Autorità non ha il potere di disciplinare i rapporti contrattuali fra operatori e clienti.

Stop dell’Agcom alla fatturazione ogni 28 giorni per i clienti di telefonia fissa, mentre per il mobile la cadenza non può essere inferiore a 28 giorni. La delibera dell’Autorità concede 90 giorni agli operatori per adeguare l’unità temporale per la cadenza di rinnovo e fatturazione dei contratti di rete fissa su base mensile, “affinché l’utente possa avere la corretta percezione del prezzo offerto da ciascun operatore e la corretta informazione sul costo indicato in bolletta per l’uso dei servizi” a seguito della relazione del Commissario Francesco Posteraro.

La decisione arriva dopo il consiglio del 15 marzo, che impone quindi a Vodafone e Wind di abolire la fatturazione fissa a 28 giorni già introdotta sugli abbonamenti Dsl e fibra, e previene una misura analoga annunciata da TIM e Fastweb.

Il provvedimento è stato preso per garantire l’effettiva protezione dei clienti in termini di trasparenza ed effettiva comparabilità delle informazioni in merito ai prezzi vigenti e per consentire agli utenti un miglior controllo dei controlli di spesa.

Lo stesso criterio della cadenza di fatturazione mensile vale anche per le offerte convergenti che coinvolgano il fisso.

Per quanto riguarda il mobile, invece, il periodo minimo di fatturazione non può essere inferiore a 28 giorni e c’è l’obbligo per gli operatori di avvertire i clienti via Sms dell’avvenuto rinnovo dell’offerta.

Quanto al credito residuo, l’Authority ha deciso che gli utenti debbano conoscere gratuitamente il proprio credito con un sms o tramite una pagina web o app dedicate.

La decisione di Agcom arriva dopo l’annuncio di TIM di passare alla fatturazione ogni 28 giorni per i suoi clienti fissi dal primo aprile, un provvedimento che secondo stime porterebbe ad un incremento dell8,6% annuo per gli abbonati.

Vibranti le proteste degli operatori tramite Assotelecomunicazioni-Asstel, che contesta la delibera 121/17/CONS, considerandola del tutto priva di basi giuridiche di riferimento. Asstel ricorda infatti che, ai sensi del quadro normativo vigente, “Agcom non ha il potere di disciplinare il contenuto dei rapporti contrattuali fra operatori telefonici e clienti, quale ad esempio la durata di rinnovo e dei cicli di fatturazione, ma può soltanto intervenire a tutela della clientela in materia di trasparenza informativa”. “Sul tema è intervenuto di recente anche il Tar del Lazio ribadendo la piena legittimità da parte degli operatori di introdurre modifiche unilaterali al contratto, fatto salvo il diritto di recesso del cliente in caso di mancata accettazione delle modifiche stesse”, si legge nella nota di Asstel. Secondo gli operatori, la trasparenza è garantita visto che i clienti hanno il diritto di recedere dall’offerta di fatturazione a 28 giorni entro 30 giorni dalla notifica.

“Ci troviamo di fronte a un caso clamoroso: un’autorità, che dovrebbe avere come missione il funzionamento del libero mercato, cerca di riportare il settore, che in Italia già vede prezzi fra i più bassi in Europa, ai tempi delle tariffe – ha commentato il presidente di Asstel Dina RaveraTuteleremo i diritti dei nostri associati nelle sedi più opportune – aggiunge Ravera- con l’obiettivo di ripristinare il diritto degli operatori al libero esercizio dell’attività di impresa”.