Lo studio

FiEG, presentato il progetto Media4EU su Media Innovation

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A commentare lo studio nato dalla cooperazione tra la Fondazione EurActiv e l’Università “Libre de Bruxelles”. sono stati il fondatore di EurActiv, Christophe Leclercq e lo stesso Direttore Generale della Federazione editori, Fabrizio Carotti.

Un progetto pilota dedicato alla media innovation che punta a scoprire quali siano le competenze che permettono di superare la crisi. Secondo lo studio #Media4EU – presentato oggi presso la FIEG – i giovani giornalisti, esperti di marketing e social media manager, ma anche e soprattutto i profili che comprendono tutte le competenze di queste diverse professionalità, sono le carte vincenti.

La stampa tradizionale ha risposto alla globalizzazione con un approccio troppo localista. I media, secondo la ricerca, si sono ristretti nel mercato locale; ecco perché dalla cooperazione europea possono nascere invece nuove prospettive di crescita. Le risposte al cambiamento riguardano soprattutto il modello di business, che non è più legato alla pubblicità, ma anche all’organizzazione di eventi e a partnership inedite: unico modo per finanziare il giornalismo di qualità.

Incertezze evidenti esistono su un eventuale coinvolgimento dell’Unione Europea quale attore per sostenere il cammino dei media e portarli fuori dalla crisi. Le soluzioni comprendono strategie per i media che affrontano la concorrenza di Google, Apple, Facebook, Amazon (GAFA), quali la cooperazione transfrontaliera. La novità anche nel parallelismo fra la crisi dell’Unione Europea e quella dei media.

Christophe Leclercq, presidente e fondatore di EurActiv, ha illustrato le finalità del lavoro che lo ha portato in giro per tutta l’Europa al fine di raccogliere pareri di esperti di più di 30 media di 6 differenti nazioni. Il risultato della ricerca è stato commentato da Fabrizio Carotti (FIEG), Giampiero Gramaglia (IAI), Giacomo Mazzone (Eurovisioni), Stefano Polli (ANSA), Giampaolo Roidi (Agi), Eugenio Fatigante (Avvenire).

Lo studio nasce dalla cooperazione fra la Fondazione EurActiv e l’Università “Libre de Bruxelles” e propone anche una visione europea su fake news, populismo, modelli di business e Digital Single Market.

Una certezza però dallo studio esce: i media tradizionali devono cambiare radicalmente in modo da competere con le piattaforme social. Solo in questo modo saranno capaci di opporsi alla propaganda populista.

È possibile scaricare il dossier completo dal sito www.media2000.it