Si fa sempre più aspro lo scontro fra Fibercop e Open Fiber nell’arena della banda ultralarga italiana. Oggi il Sole 24 Ore e Repubblica hanno reso noto che Fibercop, operatore controllato da KKR al 37,8% e con il MEF al 16%, ha inviato una missiva a diversi esponenti del Governo preannunciando l’intenzione di voler inviare “una segnalazione alla Commissione europea” sul “contributo pubblico di 660 milioni destinato a Open Fiber per il riequilibrio delle concessioni nelle aree bianche”: fondi approvati nell’ultima legge di bilancio che secondo Fibercop configurerebbero gli estremi di un aiuto di Stato.
La replica di Urso: Ci siamo mossi bene
“Noi siamo assolutamente convinti che abbiamo operato al meglio, che l’Italia è finalmente sulla giusta strada per realizzare opere fondamentali per l’intero sistema Paese. Ci siamo mossi bene, credo”. Lo ha detto Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, al termine dell’incontro a Palazzo Piacentini con Apostolos Tzitzikostas, Commissario Ue ai Trasporti, ai giornalisti che gli hanno domandato sui possibili aiuti di Stato relativi a Open Fiber.
La lettera chiama in causa il Governo
Oltre ai ministri (Adolfo Urso, responsabile del Piano BUL su cui verte la lettera di Fibercop, Tommaso Foti, titolare del PNRR, e il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti, azionista di Fibercop) sono stati informati anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione Alessio Butti (responsabile del dossier Italia 1 Giga) e il capo di gabinetto Gaetano Caputi.
Visti i destinatari della missiva, è chiaro che lo scontro fra le parti si alza di livello e investe a questo punto tutto il Governo e non più soltanto il Dipartimento della Trasformazione Digitale guidato da Alessio Butti. Un salto di qualità che arriva nel momento clou delle trattative, (a questo punto arenate?), per la rimodulazione del Piano Italia 1 Giga, sotto la difficile regia del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, per non perdere i fondi del PNRR. Il Sottosegretario Butti una quindicina di giorni era stato ottimista nel trovare una “rapida soluzione”. Attesa da tutti.
Italia 1 Giga, salta la soluzione attesa entro il 30 giugno?
Fatto sta, che entro il 30 giugno era atteso un responso da parte del Dipartimento della Transizione Digitale sulla proposta di Open Fiber di rimodulare gli obiettivi del bando Italia 1 Giga, con un maggior ricorso (iniziale e temporaneo) alla tecnologia FWA per una quota dei civici in ritardo, al posto della più complessa copertura FTTH che sarebbe garantita con un anno di ritardo. Un escamotage avanzato per non bucare gli obiettivi di copertura fissati al 30 giugno 2026 e salvare così i fondi del PNRR.
Ma la lettera inviata mercoledì scorso e firmata da Massimo Sarmi, presidente e ad della società, nonché persona di garanzia eletta nel Cda di Fibercop su indicazione del Mef, cambia le carte in tavola. La missiva recita: “Con spirito di collaborazione istituzionale”, l’azienda ritiene che i 660 milioni stanziati a favore di Open Fiber sarebbero “suscettibili di integrare gli estremi di un aiuto di Stato ove non notificato, circostanza rispetto alla quale si ritiene opportuno ricorrere al vaglio delle istituzioni Ue competenti”.
La misura del “contributo” era stata decisa sulla base del contratto per il Piano Bul aree bianche di concessione a Open Fiber per consentire il riequilibrio del piano economico e finanziario nelle aree bianche in concessione con Infratel, dopo una lunga interlocuzione tra periti e tecnici, vagliata dal Nars, e approvata il 21 gennaio scorso con un Dpcm. Peraltro 50 milioni sono stati già pagati alla controllata di Cdp (che ha il 60% di Open Fiber), e i restanti 610 saranno divisi in tre rate da pagare nel 2027, 2028 e 2029.
Critiche sopite da subito
Già all’epoca dei fatti, a ottobre quando circolò la prima bozza della legge di bilancio, c’erano stati non pochi mal di pancia sotto traccia da più parti per la misura accordata dal Governo, che certamente ha contribuito a creare un quadro positivo per il successivo rifinanziamento del project financing di Open Fiber da parte delle banche a inizio anno.
Secondo Fibercop gli effetti del rimborso “sarebbero idonei ad alterare le condizioni di concorrenza nel mercato nazionale delle infrastrutture di rete a banda ultralarga”. Fonti vicine a Fibercop precisano che “nessuna iniziativa è stata ancora presa e l’azienda rimane disponibile al dialogo per meglio approfondire il tema”. La lettera si chiude infatti così: “Nel rispetto del principio di leale cooperazione la scrivente resta fin d’ora disponibile a ogni interlocuzione con Voi anche volta ad approfondire la questione della relativa notifica del provvedimento”. Fonti vicine al Mef citate da Repubblica riferiscono invece “grande stupore”, per le azioni poste in essere da Fibercop.
Strano davvero che vi sia stupore nel MEF, visto che il Tesoro detiene una quota del 16% in Fibercop. La missiva è stata forse inviata dal primo azionista KKR senza informare il socio pubblico?
Climax di tensione fra le parti
Quel che è certo è che il clima fra le parti è sempre più ad alta tensione. Chi scommetteva su una prossima soluzione della contesa non sarà contento. Vista la situazione, una fusione fra le due aziende con conseguente earn out di 2,5 miliardi di euro per Tim da parte di KKR, sembra oggi come oggi lontano anni luce.
A questo punto, resta aperta anche la partita Italia 1 Giga.
Riuscirà il Governo a mediare e a trovare un punto di incontro fra i due competitor?
Si ricorda che già un precedente tentativo di mediazione, dopo la proposta di subentro da parte di Fibercop in alcuni se non tutti i lotti di Open Fiber, è stata rispedita a mittente dall’operatore controllato da Cdp (60%) e Macquarie (40%) perché considerata irricevibile.
Da un paio di settimane, la situazione era rimasta in stallo, senza grosse novità in attesa della deadline ideale del 30 giugno. Ma oggi si vede con plastica chiarezza che sotto la cenere covava un fuoco non sopito, anzi ben vivo, che oggi ha prodotto una nuova fiammata da parte di Fibercop. L’operatore controllato da KKR, con questa missiva al Governo, spera di smuovere le acque dell’ultrabroadband. E dimostra inoltre che non ha alcuna remora ad alzare il livello dello scontro.
Trovare una soluzione al nodo Italia 1 Giga diventa sempre più urgente. Se l’obiettivo è salvare i fondi del PNRR, sarà bene che ci si sieda intorno ad un tavolo e che alla presenza del Governo si trovi una soluzione in tempi stretti. Altrimenti Fibercop si rivolgerà a Bruxelles e la partita uscirà dalla nostra giurisdizione, con conseguenze imprevedibili.