Disinformazione

Fake news, Parlamento Ue preoccupato dalla Russia

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Gli eurodeputati hanno votato una risoluzione in cui si evidenzia, puntando il dito contro entità straniere e uso distorto dei social, come “i tentativi di influenzare i processi decisionali negli Stati membri mettano a rischio le società democratiche europee”. La Russia indicata come principale fonte di disinformazione.

Le ingerenze elettorali straniere sono una minaccia per le democrazie europee e gli unici a beneficiarne sono i movimenti anti-UE e le forze estremiste e populiste”. Questo il messaggio partito dal Parlamento europeo chiamato ad esprimersi sul duplice problema delle fake news e delle ingerenze straniere in occasione di elezioni politiche sia a livello di Unione europea, sia a livello di singolo Stato membri.

Nella risoluzione non legislativa adottata oggi, con 469 voti favorevoli, 143 contrari e 47 astensioni, i deputati hanno sottolineato “come i tentativi di influenzare i processi decisionali negli Stati membri mettano a rischio le società democratiche europee”.

Funzionali alle strategie di interferenza politica sono le tante campagne di disinformazione che soprattutto sui social, ma anche su altri canali mediatici più tradizionali, tendono a disorientare l’elettorato e creare false opinioni su fatti spesso inesistenti o male presentati.

Non solo, secondo gli eurodeputati, per potenziare l’ingerenza straniera durante le elezioni politiche, sono spesso utilizzati attacchi hacker contro infrastrutture elettorali critiche, con l’aggiunta di sostegni finanziari molto generosi diretti ed indiretti a determinati attori politici noti per le proprie posizioni anti-Ue e populiste.  

Nel testo votato si rimanda anche ai casi denunciati dai quotidiani Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung, nei confronti del Partito della libertà austriaco, da Buzzfeed e L’Espresso (il 10 luglio 2019), nei confronti della Lega per Salvini Premier, e alle denunce della stampa britannica a proposito della campagna Leave.EU.

Particolare preoccupazione è stata espressa, infine, per “il carattere altamente pericoloso della propaganda russa”, che è stata indicata come “la principale fonte di disinformazione in Europa”.

I casi di fake news attributi a fonti russe sono infatti più che raddoppiati dal gennaio 2019 (998) rispetto allo stesso arco di tempo nel 2018 (434).
Per far fronte comune alle diverse insidie che ormai minacciano davvero da vicino la democrazia in Europa, il Parlamento europeo ha avanzato una serie di misure:
potenziare la task force East StratCom, affinché divenga una struttura permanente e riceva una maggiore dotazione finanziari;
invitare i social media a cooperare nella lotta contro disinformazione, senza compromettere la libertà di espressione;
all’Ue il compito di elaborare un quadro giuridico che possa far fronte alle minacce ibride (attacchi informatici e disinformazione).