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Fake news, le reazioni (negative) al ddl per bloccare le bufale online

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Il disegno di legge prevede multe e carcere per chi diffonde notizie false in Rete. È stato definito un testo ‘bipartisan’, ma nei fatti non lo è. I tweet dei parlamentari contrari e il testo integrale del ddl (PDF).

Il disegno di legge anti-bufale (ecco il testo integrale), presentato ieri in Senato, era stato definito dalla sua prima firmataria, Adele Gambaro (Ala-Sc), un testo “bipartisan”, condiviso da tutti i gruppi parlamentari. Oggi, invece, sulla stessa Rete si leggono i commenti negativi di diversi parlamentari.

Mirella Liuzzi (M5S): “Con la scusa delle fake news, si vuole colpire il web e la libertà di espressione. Un testo di legge folle”.

Ricordiamo che il testo di legge prevede “che chi pubblica o diffonde notizie false, esagerate o tendenziose attraverso social media o siti, che non siano espressione di giornalismo online, è punito con l’ammenda fino a 5mila euro. La sanzione è più aspra se la bufala “può destare pubblico allarme”, o “recare nocumento agli interessi pubblici”. In questo caso sono previsti: l’ammenda fino a 5mila euro a cui si aggiunge la “reclusione non inferiore a dodici mesi”. Chi, invece, si rende “responsabile di campagne d’odio contro individui” o “volte a minare il processo democratico” è punito con la reclusione non inferiore a due anni e l’ammenda fino a 10mila euro.

“Multe e carcere. Non è la via giusta”, ha scritto su Twitter Antonio Palmieri di Forza Italia, lo stesso partito di Francesco Giro, uno dei cofirmatari del disegno di legge.

Invece non usa giri di parole Sergio Boccadutri (PD): “La proposta di legge su #Fakenews presentata in Senato è una boiata pazzesca. Non ho altre parole per definirla”.

Il parere (negativo) degli esperti del settore

 

Le critiche al testo di legge sono arrivate anche da alcuni esperti del mondo digitale, come Stefano Epifani, docente universitario (“Sapienza” di Roma e “Carlo Bo” di Urbino): “Il DDL #Gambaro è la peggiore idiozia liberticida mai concepita da ‘mente’ umana. Persino troppo per pensare sia fatto in buona fede”.

Infine gli avvocati Francesco Paolo Micozzi e Giovanni Battista Gallus su Repubblica.it hanno delineato le conseguenze che potrebbero derivare dall’approvazione definitiva del disegno di legge: “Anziché favorire la libertà di espressione e di confronto, vero antidoto alle notizie false, si pensa un quadro repressivo che al massimo provocherebbe un temuto chilling effect, portando qualsiasi persona a desistere dal commentare o dallo scrivere qualsiasi cosa in Rete nel timore che qualcuno possa ritenerla una fake news”.