Data protection

Facebook, indagine antitrust in Germania su raccolta dati da app di terze parti

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Il Bundeskartellamt pronto a presentare prescrizioni precise al social network per limitare la raccolta e condivisione dei dati degli utenti con società esterne.

L’Antitrust tedesca è pronta a intervenire su Facebook, per bloccare la raccolta e condivisione di alcuni dati degli utenti. Il Bundeskartellamt è preoccupato in prima battuta dalla raccolta dati tramite app e siti di terze parti esterne a Facebook, fra cui Twitter, WhatsApp e Instagram. Lo scrive Bild am Sonntag, ricordando che l’Antitrust tedesco sta indagando sulla raccolta dati di Facebook da anni e che in Germania l’azienda è già stata trovata rea di abuso di posizione dominante per la raccolta di dati senza consenso informato degli utenti o a loro insaputa, secondo la Reuters.

L’ente tedesco presenterà a Facebook una serie di contromisure da mettere in atto nelle prossime settimane, fissando una deadline precisa entro la quale portare a termine le prescrizioni. Se l’azienda non si conformerà rischia una multa di 10 milioni di euro.

Facebook dal canto suo sostiene di essere in regola e ricorda di essere in contatto con il Bundeskartellamt dal 2016 e di aver risposto a tutte le richieste.

Altre sanzioni per uso illecito dei dati personali potrebbero arrivare a Facebook in Irlanda e Stati Uniti. La Irish Data protection Commission, il Garante irlandese per la protezione dei dati personali, ha annunciato a dicembre di aver aperto un’inchiesta in seguito ad una serie di “notifiche di data breach da parte di Facebook”.

Oltre all’inchiesta aperta in Irlanda, anche la Federal Trade Commission (FTC) americana sta esaminando la condotta di Facebook in relazione ad un accordo siglato nel 2011. In sintesi, Facebook aveva sottoscritto un documento in cui si impegnava ad ottenere un consenso chiaro e informato da parte degli utenti in cambio della raccolta e condivisione dei loro dati. Mark Zuckerberg ha detto più volte che il social media ha mantenuto l’impegno conosciuto come il “decreto consenso”. Ma la FTC sta approfondendo la questione e se dovesse riscontrare violazioni, la multa potrebbe rivelarsi astronomica.